You 3: recensione della terza stagione della serie Netflix con Penn Badgley

La storia dello stalker Joe Goldberg ha un nuovo capitolo, ambientato in un idilliaco sobborgo americano

Dopo più di un anno dalla seconda stagione, torna su Netflix un nuovo ciclo di episodi di una delle serie più chiacchierate degli ultimi anni. Stiamo parlando di You 3, di cui vi presentiamo la recensione. La serie tv ideata da Sera Gamble e Greg Berlanti ha saputo tenere incollati numerosi spettatori grazie a un mix intelligente, che coniuga il thriller e la storia d’amore con il trash e l’eccesso. Il tutto condito con un personaggio principale dedito allo stalking e ad azioni moralmente discutibili, interpretato dal Penn Badgley di Gossip Girl. La seconda stagione di You aveva rivoluzionato la serie con una nuova ambientazione, ma soprattutto con un nuovo personaggio in grado di cambiare le carte in tavola. La nuova ossessione di Joe Goldberg, Love Quinn, si era rivelata in realtà tutt’altro che perfetta e molto simile a lui per i suoi lati oscuri.

Ora la terza stagione di You riprende esattamente da dove eravamo rimasti. Incastrato in una vita matrimoniale con Love, dopo la nascita del loro bambino, Joe si ritrova catapultato in un nuovo imprevedibile capitolo della sua vita. Trasferitosi con la sua nuova famiglia in un classico sobborgo americano apparentemente perfetto, lo stalker dal cuore d’oro si ritroverà diviso fra il suo rapporto con Love e nuove ossessioni amorose. Ancora più delle precedenti stagioni, You 3 mette in luce il forte rapporto tra eros e thanatos e bontà e omicidio che albergano in Joe Goldberg. Rimanendo coerente con il suo progetto iniziale, questa terza stagione inoltre non rinuncia al trash e all’improbabilità. Con questi nuovi episodi la serie Netflix si riconferma un guilty pleasure avvincente; con grande fortuna, inoltre, sembra non mostrare già i primi segni di cedimento.

Indice

Un nuovo capitolo per Joe Goldberg – You 3, la recensione

Dopo aver saputo della gravidanza di Love (Victoria Pedretti), Joe Goldberg (Penn Badgley) ha deciso di rimanere con lei e crescere la loro bambina. Al momento del parto, con grande sorpresa, Joe scopre che sarà in realtà padre di un maschio, cosa che lo terrorizza ancora di più in termini di responsabilità. La nuova famiglia si trasferisce nell’apparentemente perfetto e idilliaco sobborgo di Madre Linda, ennesimo luogo dove Joe si sente completamente fuori posto. Questa tipica periferia americana è ricca infatti di segreti, bugie e falsità; inoltre è abitata da eccentrici personaggi come la mamma influencer Sherry Conrad (Shalita Grant) e suo marito Cary (Travis Van Winkle). Integrarsi nella comunità non è facile e la coppia protagonista fatica anche a far funzionare il suo idillio amoroso.

Joe infatti ha da subito messo gli occhi su una nuova “preda”: la bella vicina Natalie (Michaela McManus), insoddisfatta del suo matrimonio con Matthew Engler (Scott Speedman). Anche Love tuttavia non sembra essere felice nel suo matrimonio; infatti cede con il tempo alle avances del giovane Theo (Dylan Arnold). Ben presto la gelosia e la diffidenza che cova nel rapporto tra i due protagonisti darà vita a una nuova catena di aggressioni e omicidi. Joe e Love dovranno tenere segreta la loro indole ossessiva e assassina agli abitanti di Madre Linda, sempre più esposti alle dinamiche del loro rapporto. Love riuscirà a tenere a freno la sua impulsività? Joe invece come gestirà le sue abitudini da stalker? Ma soprattutto riuscirà ad essere un buon padre per suo figlio?

you 3 recensione

You. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios

La vita nei sobborghi americani – You 3, la recensione

Come avvenuto per la seconda stagione, You 3 sfodera già dal primo episodio tutte le carte necessarie per iniziare un binge watching selvaggio. Innanzitutto pone nuovamente Joe in un contesto a lui estraneo, che non manca di analizzare costantemente con toni sarcastici. Dopo Los Angeles, questa volta siamo in un classico sobborgo americano, che viene dipinto con tinte satiriche: si mette in luce soprattutto la falsità degli abitanti più in vista, come anche il loro desiderio di apparenza che nasconde un profondo vuoto interiore. L’aspetto interessante è che il marcio che spesso si nasconde in questa ambientazione, vista in tanti film e serie tv, è portato proprio dai due protagonisti. I segreti, la mancanza di fiducia e l’amore tossico che animano il matrimonio di Joe e Love portano i due a compiere numerosi omicidi e aggressioni: sangue che macchia il bianco candido delle case e delle staccionate.

Oltre questo cambio di ambientazione, la serie aggancia inoltre lo spettatore con un inaspettato twist iniziale, che sconvolge i piani di una narrazione che sembrava già segnata. L’inizio dunque promette bene, mettendo in luce anche l’importanza di Love, vera co-protagonista di questa stagione. Paradossalmente la sua funzione nella storia è interessante ma al contempo discutibile. Interessante perché è la perfetta versione femminile di Joe; ossessione, gelosia, possessività, traumi passati e istinto omicida sono infatti suoi tratti caratteristici. Tuttavia è una figura totalmente impulsiva, che difficilmente si dirige verso un’evoluzione. Per questo viene perlopiù sfruttata come espediente per “nobilitare” Joe. Quindi You prosegue il delicato e pericoloso tentativo di elevare il suo protagonista, che in fin dei conti resta sempre uno stalker e un omicida, nonostante l’apprezzabile maturazione che si svelerà nell’episodio finale.

you 3 recensione

You. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios

Pro e contro – You 3, la recensione

Arrivati alla terza stagione, discutere della giustificazione dello stalking e del modus operandi di Joe Goldberg appare ormai superato. Occorre invece riflettere sui veri problemi presenti in questi nuovi episodi. Ad esempio lo schema narrativo di You inizia ormai a essere perlopiù ripetitivo, soprattutto in relazione alla nascita e alla crescita dell’ossessione di turno del protagonista. Inoltre il trash e l’improbabilità nuovamente mettono a dura prova la sospensione d’incredulità dello spettatore (anche se in misura leggermente minore rispetto alla seconda stagione). In particolare è con Love che si creano le dinamiche più assurde e surreali: basta osservare il suo ciclo di aggressioni e omicidi. Da menzionare anche scene di seppellimento e disseppellimento di cadaveri (con tanto di figlio che accompagna i protagonisti) oppure il gioco di scambismo erotico di Love e Joe con Sherry e Cary.

Come già visto poi con la seconda stagione, anche in You 3 non si riesce a bilanciare bene l’intero arco narrativo. Infatti fra l’inizio promettente e l’apprezzabile finale ci sono diversi episodi superflui, che aggiungono poco o nulla alla vicenda. Ad esempio appaiono inutili i riferimenti all’attuale emergenza sanitaria, con tanto di personaggi no vax al seguito. Fortunatamente ci sono elementi positivi che controbilanciano il trash e l’eccesso di una serie come questa. In primis vanno menzionate le interpretazioni di Penn Badgley e Victoria Pedretti, che riescono a gestire gli eccessi dei loro personaggi; questo si vede soprattutto con la Pedretti, sempre convincente e mai sopra le righe. Da elogiare poi l’ottimo finale, che chiude perfettamente il cerchio di queste prime tre stagioni per dare un nuovo inizio a Joe, ritrovatosi finalmente a fare le scelte più giuste non solo per sé ma anche per le persone che ama di più.

Un guilty pleasure ancora efficace

you 3 recensione

You. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios

In conclusione di questa recensione di You 3, bisogna riconoscere che Sera Gamble e Greg Berlanti sono riusciti a dare ancora una volta nuova linfa alla formula di base del loro prodotto. Nonostante uno schema narrativo che può apparire ridondante, ci sono infatti alcuni elementi intriganti e accattivanti che rendono piacevole la visione. L’ambientazione, ad esempio, anche se non molto originale, si sposa perfettamente con la situazione in cui si ritrova Joe; il sobborgo di Madre Linda accentua infatti ancora di più la “prigione” in cui il protagonista si ritrova dopo aver sposato Love. Inoltre questa terza stagione mostra in modo efficace l’indole da predatore di Joe, il quale fatica a rimanere troppo tempo senza “andare a caccia”.

Ovviamente bisogna continuare a prendere You per quello che è: un guilty pleasure che non punta alla qualità, ma si diverte a giocare con il trash e l’improbabilità. La folle corsa iniziata con la seconda stagione verso territori fin troppo dediti all’eccesso sembra essersi leggermente rallentata, ma ovviamente situazioni paradossali e surreali non mancano. Tuttavia You riesce ancora ad essere efficace nel suo meccanismo: con facilità non manca di agganciare pubblico dedito a voraci visioni seriali e interessato a scoprire cosa succederà in seguito. Il finale scelto per questa stagione, come già detto, è perfetto ed è quasi commovente per molti aspetti. Sono state aperte ovviamente nuove porte e la conferma di una quarta stagione non si è fatta attendere. Speriamo solo che non si vada troppo oltre: un gioco come quello di You potrebbe finire presto per stancare.

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You 3

Voto - 6

6

Lati positivi

  • La nuova ambientazione
  • Le interpretazioni dei due protagonisti, soprattutto la Pedretti
  • L'ottimo finale che chiude il cerchio di queste prime tre stagioni

Lati negativi

  • L'intero arco narrativo non funziona sempre
  • Alcune dinamiche sono ormai ripetitive e ridondanti
  • Come al solito il trash può mettere a dura prova la sospensione d'incredulità

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