Personaggi iconici – Alan di Una notte da leoni

Per la nostra rubrica Personaggi iconici oggi parliamo di Alan Garner, mina vagante della trilogia di Una notte da Leoni

Una notte da leoni è un film che ha sorpreso il mondo sin dalla sua uscita. In mezzo ad un marasma di commedie statunitensi, in particolare di quelle on the road, dal primo film della trilogia non ci si aspettava certo il successo che ha avuto. Successo replicato presto dal secondo episodio e poi concluso con il terzo e ultimo della serie. Todd Phillips è stato bravo a saper superare certi confini imposti dagli standard delle commedie riuscendo comunque a rimanere positivamente mainstream.

Gli ingredienti di questo piatto di successo sono molteplici, a partire dalle situazioni estreme e bizzarre, il tutto calato in un contesto del tutto usuale. L’idea di un film incentrato su una festa di addio al celibato non è di certo originalissima. Tuttavia è l’escamotage della perdita di memoria e della caccia al tesoro a rendere il film succulento e frizzante. E, soprattutto, sono i personaggi a dare al tutto un pizzico di follia. Su tutti, Alan Garner.

Alan una notte da leoni

 

Personaggi iconici – Alan di Una notte da leoni

Sin dalla prima scena facciamo la conoscenza di Alan, fratello della futura moglie di Doug. Il quale, seppur con qualche preoccupazione, invita il futuro cognato ad unirsi ai suoi amici a festeggiare a Las Vegas. Da subito possiamo notare molti dei tratti di Alan: prepotenza, volgarità e nessun pudore. Queste tre caratteristiche vengono presto a contatto con quelle degli altri compagni di viaggio: Phil, Stu e Doug. Stu, in particolare, sembra quello più scettico nei confronti dei comportamenti di Alan che si dimostra subito molto esuberante e sopra le righe.

E non fa neanche molto per nascondere questi suoi squilibri. Anzi, sembra quasi riconoscerli quando dichiara fieramente di essere come Rainman. Alan nel primo episodio rappresenta la forza generatrice di tutti gli eventi che si susseguiranno a partire dalla prima sera a Las Vegas. Eventi che seguiranno gli sventurati protagonisti per molti anni e in tutto il mondo.

Io odio Godzilla!

Il primo episodio ci permette di assaggiare alcune delle follie di cui è capace Alan e il suo totale disinteresse di ciò che gli altri pensino del suo comportamento. In realtà, proprio con i tre compagni di viaggio, Alan comincerà a provare un po’ di colpa per le proprie azioni. E, addirittura, ad attivarsi in prima persona per risolvere la situazione. Questo perché Doug e i suoi due compari probabilmente sono stati gli unici ad averlo accettato nella vita.

Alan una notte da leoni

Tuttavia, mentre i tre amici provano a raddrizzare (con risultati molto scarsi) il carattere di Alan, il simpatico barbuto fa amicizia con un qualcuno più folle di lui. Mr. Chow. Quello con Mr. Chow è un incontro che sembra doversi concludere con il finale del primo film. Chiarita la situazione, il gruppo fa ritorno verso il matrimonio, convinti che tutto sia finito.

Bangkok, città dello squallore

Nel secondo episodio è Stu che si sposa, questa volta in Thailandia. E, saggiamente, decide di non invitare Alan. Ma, sotto le costanti pressioni della moglie di Doug, Stu è costretto ad invitarlo. Il matrimonio di Stu si rivelerà, ancora una volta, un folle viaggio per Stu e Phil. Come sempre, a causa di Alan.

Il secondo episodio è un altro esempio lampante di quanto Alan sia egoista e prepotente, e noncurante delle conseguenze delle sue azioni. La prepotenza, in questo episodio, è ancora più evidente e subdola, e i risultati ancora più devastanti. Il tutto condito dalla presenza, ancora una volta, di Mr. Chow.

Il risveglio nel lurido albergo di Bangkok è solo l’inizio di un incubo dalle tinte più oscure e macabre del primo film. Se nel primo film Phillips ha osato, nel secondo si è lanciato ancora oltre. E, come nel primo film, il motore di tutto è sempre Alan. Che, ancora una volta, dimostra la propria auto distruttività. Una follia totale che ha trovato in Mr. Chow un potente alleato. Per coloro avvezzi ai videogiochi di ruolo, Alan si potrebbe definire un anarchico positivo. Mr. Chow, invece, un anarchico malvagio.

La fine

Il terzo capitolo è probabilmente quello meno canonico dei tre. In primis perchè le celebri notti da leoni, o post sbronze (hangover) del titolo americano, sono assenti. Si nota poi una certa fretta nel delineare l’evoluzione dei personaggi, in particolare Alan, sacrificata sull’altare di una volata verso il finale. In questo episodio Alan lavora coralmente con il team per risolvere una situazione più drammatica del solito.

E, nonostante il solito apporto alla comicità del film, Alan appare più “normale” del solito. Inoltre in questo episodio ci viene mostrato un lato del personaggio che non conoscevamo: quello romantico. Oggetto delle attenzioni una cassiera di Las Vegas simile ad Alan sia fisicamente sia in quanto a follia.

Interessante anche il buffo rapporto fra Alan e il piccolo “Carlos“. Figlio della spogliarellista del primo episodio, Alan si occupa del neonato ritrovato nella propria stanza d’hotel. Un rapporto che sembra esaurirsi nei primi minuti del capitolo, ma che riserverà una tenera sorpresa nel terzo episodio.

Alan è anarchia, è disordine mentale, è sociopatia, ed è totalmente fuori controllo. Ma, complice il legame che lega Alan al “branco”, il simpatico barbuto riuscirà a farsi perdonare. Merito del grandissimo successo del personaggio e della saga lo si deve, ovviamente, a Zach Galifianakis. Attore perfetto sia nelle movenze sia nella caratterizzazione di un personaggio che avrebbe perso molto senza di lui.

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