Invincible: recensione dei primi tre episodi in anteprima

La serie tratta dai fumetti di Robert Kirkman sbarca su Prime Video

Con la recente uscita della Snyder Cut e l’avvio delle prime serie Marvel Studios, anche Prime Video continua, dopo The Boys, con cinecomics. Così in questo mese di marzo arriva sulla piattaforma Amazon la serie animata tratta da uno dei fumetti a tema più apprezzati dell’ultimo ventennio. In questa recensione vi parliamo di Invincible, la nuova serie di Prime Video. Una recensione parziale, un first look. Infatti abbiamo avuto la possibilità e il piacere di vedere in anteprima i primi tre episodi della serie e saranno questi, meno della metà del totale, l’oggetto della nostra analisi. Essi saranno disponibili sulla piattaforma dal 26 marzo e a seguire ogni venerdì arriverà un nuovo episodio fino 30 aprile. Gli otto episodi che compongono Invincible prendono, come già accennato, le mosse dai fumetti della Skybound/Image firmati da Robert Kirkman (The Walking Dead), Cory Walker e Ryan Ottley.

La storia è quella di Mark Grayson, un normale adolescente americano che passa le sue giornate tra la scuola e i fumetti. Tutto normale se non fosse che suo padre Nolan è Omni-man, l’eroe più potente del pianeta. Mark è orgoglioso del lavoro paterno, difensore della Terra insieme ai Guardiani del Globo, ma il complesso d’inferiorità e di inadeguatezza non gli permette di sentirsi vicino al padre come vorrebbe. Quando però improvvisamente il giovane attiverà i propri poteri la situazione cambierà definitivamente. Inizierà così il percorso di Invincible verso la presa di coscienza di sé e soprattutto di ciò che il mondo è realmente. La realtà che circonda il giovane è infatti più oscura e corrotta di quanto non sembri allo sguardo di un adolescente. Con i superpoteri ma sempre un adolescente. Di seguito la recensione di Invincible, su Prime video dal 26 marzo.

Indice

Super ma pur sempre umano – Invincible, la recensione della serie su Prime Video

Ci mette pochissimo Invincible ad entrare nel vivo. Sin dalla prima scena del primissimo episodio ci viene proposto quello che sarà il leitmotiv della serie: l’alternarsi, con grande maestria, di riflessione più intima e azione violenta. Perché, partendo dal primo di questi elementi, si ha comunque a che fare con un protagonista adolescente e la forza di alcuni momenti risiede proprio nella capacità di ascoltarlo. Mark fino al giorno precedente si trovava ad ammirare il padre, con una certa frustrazione, e ora che riesce finalmente ad utilizzare i suoi poteri vuole solo esser come lui. Ed è importante questo rapporto padre-figlio; come un figlio vede il padre e viceversa. I poteri diventano qui il pretesto per studiare l’animo umano, i comportamenti di un adolescente e come egli vede il mondo, con una prospettiva in continuo mutamento, specie dopo le novità che il suo corpo offre.

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Invincible. Amazon Studios, Image Comics, Skybound Entertainment

Mark Grayson è come un novello Spider-Man (con il quale nel fumetto condivide un incredibile crossover). E proprio la storia d’origini dell’Uomo Ragno diventa l’esempio perfetto per descrivere quella del giovane Invincible. La serie riesce a sintetizzare bene gli aspetti che portano il protagonista ad evolvere sé stesso e la propria personalità insieme al controllo e della consapevolezza di ciò che porta con sé. Essere eroi vuol dire avere responsabilità ed esserlo da giovani non aiuta – a maggior ragione se ricalchi lo stereotipo del liceale inadeguato. Alcuni dei momenti migliori coincidono proprio con la messa in scena del lato più umano di Mark e aiutano a bilanciare alla perfezione il ritmo. Oltre a ciò, poi, diversificano ciò che il prodotto ha da dire: non solo eroi, mostri e misteriosi detective ma soprattutto uomini e donne dietro le maschere.

In questo mondo di eroi

Ma Invincible fortunatamente è anche altro. Ovvero una storia di eroi – supereroi – alieni e violenza, tantissima violenza. Kirkman omaggia l’era d’oro dei supereroi (e viste le fattezze, i colori e la diversità di essi, anche quella d’argento, la cosiddetta Silver Age). Tra personaggi principali e nemici più o meno importanti, la varietà nella caratterizzazione è impressionante. Dall’aspetto puramente estetico al carattere, passando per i poteri, niente è lasciato in disparte. Tutto è curato per risultare interessante, per portare lo spettatore a voler scoprire chi sia quel determinato personaggio e quali siano le sue caratteristiche da eroe, i suoi poteri. E la caratterizzazione della personalità non sfugge a ciò: ogni personaggio diventa riconoscibile oltre l’aspetto visivo, con una propria identità. E sì, molti di essi risulteranno derivativi e già visti (un Dark Wing che ricorda fin troppo Batman, esempio) ma sono le citazioni al mondo supereroistico ad uscirne vincitrici.

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Invincible. Amazon Studios, Image Comics, Skybound Entertainment

La scelta di adattare l’opera a fumetti in una versione seriale animata risulta sotto ogni aspetto la migliore. Il mondo che ci viene mostrato è illustrato con semplicità, adottando uno stile più fedele possibile all’originale (così come da tempo fanno in casa Warner). A mancare di incisività però a volte sono le animazioni che non riescono a convincere del tutto, specie in contesti visivi affollati. Sempre di buon livello ma alle volte risultano impacciate, slegate dalla fluidità del resto e incerte. Ed è un peccato perché registicamente è chiara la consapevolezza di cosa si vuole mostrare e come. A dar profondità al comparto visivo c’è l’ottima prova del cast vocale originale. Steven Yeun in primis, nei panni di Mark, è sempre a suo agio nel personaggio e riesce ottimamente a relazionarsi con i numerosi cambi di registro.

Sangue e mistero – Invincible, la recensione della serie su Prime Video

Ma come detto sopra, Invincible è segnato, così come nel fumetto, da una sanguinaria violenza. In una scena i classici dilemmi da adolescenti, in quella successiva teste e budella volanti. Questo cambiamento repentino di registri apparentemente opposti dinamizza, alternando egregiamente lo slice of life al combattimento bruto. Ed è importante riuscire a mantenere alto il ritmo vista la considerevole durata degli episodi. I primi tre (rispettivamente di 48, 44 e 42 minuti) segnano una controtendenza rispetto alle serie animate più comuni, che difficilmente superano la mezzora. Un azzardo che però grazie alla capacità di intrattenere in modo sempre diverso si dimostra vincente in toto. Tra i punti forti di Invincible c’è poi un comparto sonoro strabiliante. Non solo il missaggio audio sempre sul pezzo ma anche una colonna sonora travolgente e perfetta in ogni occasione.

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Invincible. Amazon Studios, Image Comics, Skybound Entertainment

L’eccellente scrittura – specie nei dialoghi, anch’essi alternati tra importanti riflessioni esistenziali e spassoso nonsense dei ben delineati personaggi secondari – lavora per non stancare mai lo spettatore, anzi. Alla fine di ogni episodio la sensazione è quella di volerne ancora, di voler scoprire sempre di più e collegare i pezzi di un puzzle più complesso del previsto, attraverso una trama orizzontale che si delineerà lentamente tra segreti di famiglia, indagini misteriose e pericolose missioni. Aspettando l’esordio su Prime Video, la recensione di Invincible non può che concludersi con una pollice in su. La serie di Kirkman sembra potersi ritagliare il proprio spazio soprattutto per la varietà di temi trattati e una messa in scena frenetica e dirompente. La speranza è che le prossime 5 puntate possano rispettare le ottime premesse e mantenere l’alta godibilità vista fin ora.

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