Riflessione Game of Thrones tra fanservice e mediocrità

Riflessione Game of Thrones: dopo un’interminabile attesa Game Of Thrones è tornato con la settima stagione… Ma siamo davvero rimasti soddisfatti dai primi tre episodi?

Prima di iniziare è bene precisare che i primi tre episodi della settima stagione di Game of Thrones non sono brutti: a livello registico e tecnico ben realizzati come anche a livello di scrittura di dialoghi, veramente ben fatti (più il secondo); senza farsi mancare quell’autocitazionismo che mai guasta (più il terzo). Quindi non brutti, dicevamo. Ma mediocri. Ne avevamo realmente il bisogno? Da uno show con le ore contate come Game of Thrones, personalmente mi aspettavo ben altro. Mica guerriglia urbana e morti a gogò, non di certo; speravo invece in delle scelte più coraggiose da parte degli sceneggiatori, che invece sembrano venir trascinati, totalmente in balia degli eventi dettati dal pubblico e dal buon senso. Se poi sprechi due episodi sui 13 rimasti per introdurci nuovamente nel contesto, alla settima stagione, qualcosa evidentemente non va. Ma andiamo per gradi.

critica game of thrones
Game of Thrones 7×01 – Dragonstone: tre minuti a Roccia del Drago da cui il titolo

Il primo episodio (qui il recap) parte benissimo: Arya Stark completa la sua personale vendetta contro i Frey. Tolto il vizietto personale degli sceneggiatori ormai abituatisi a far crepare intere famiglie come pugni di mosche manco avessero il Death Note (ma ne riparleremo più avanti), la scena è realizzata bene e con la giusta dose testosteronica. Peccato che sia uno dei pochi acuti dell’episodio.
La scena si sposta infatti ad Approdo del Re e all’ormai regina Cersei: inutile dire che sia solo minutaggio sprecato a mò di spiegone. Se non fosse per il prevedibilissimo plot twist dell’ormai certa alleanza con Euron Greyjoy: Game of Thrones è (ma questo accade da qualche stagione) l’ormai banale consolidata lotta tra bene e male; col male rappresentato da Cersei, Euron, Ditocorto, e il bene rappresentato da tutti gli altri. Dov’è il grigiore delle prime 4-5 stagioni? Dove sono i doppiogiochismi di Petyr Baelish e Varys? Gli intrighi di palazzo? I colpi di scena? Quelli veri intendo, non le varie carneficine (che mai mancano).
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Best frase dell’episodio a Sandor Clegane. “Cos’è successo secondo te?” – “Sono morti”.

Andando al nord, non c’è nulla di nuovo sotto al sole. L’inverno è arrivato, Jon Snow continua ad avere il carisma di un salvadanaio, Sansa continua a fare l’occhiolino da una parte al fratellastro e dall’altra a Petyr Baelish. Qualcosa di nuovo potrebbe riservarcelo quest’ultima, ma non ne sono poi così convinto.
E di Sam? Un deus ex machina vivente tirato fuori al momento opportuno per risolvere situazioni: quella del primo episodio è dove trovare Vetro di Drago, guarda caso alla Roccia del Drago, e chi ci sta alla Roccia del Drago? Neanche un disegnino a schermo avrebbe potuto raggiungere vette di così alta imprevedibilità.
Daenerys raggiunge Roccia del Drago per renderci partecipi dell’ennesima epica scena: se non fosse che l’empatia dettata scende a 0 in primis perché Daenerys ha rotto i maroni, in secundis perché nelle precedenti stagioni la storyline di Roccia del Drago è stata trattata coi piedi e quindi, chissenefrega.

Continua a pagina 2 per il secondo episodio!

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5 commenti

  • Alessandro ha detto:

    Complimenti per l’articolo e i pensieri. Senza scadere nella critica buffona e fatta tanto per schernire hai centrato in pieno i punti deboli di questa (e aggiungerei anche le due precedenti) stagione.

    Purtroppo non è chiaro cosa sia successo agli sceneggiatori, all’HBO o a chiunque sia il responsabile, ma il calo di qualità è palese. Forse è stato così subdolo da non permettere a tutti di accorgersene, ma basta fare uno sforzo con la memoria e paragonarlo alle prime stagioni per notare le sottili ma decisive differenze. Prima era più scorretto, imprevedibile e folle, con dialoghi veramente molto brillanti, mentre adesso sembra una serie costruita a tavolino: “mettiamoci un po’ di sesso, ma non troppo” “mettiamo un po’ di umorismo” “qui ci sta bene un’uccisione violenta e il sangue”.
    GOT diventando un prodotto visto da tutti, si è trasformato appunto in un prodotto PER tutti, quasi generalista, sorvolando spesso e volentieri sulla logica, e facendo una distinzione netta tra buoni e cattivi.
    Come hai scritto nell’articolo, adesso mancano le zone grigie, i buoni che sono anche cattivi e i cattivi che sono anche buoni. Adoravo Ditocorto e Lord Varys, due personaggi che tessevano i fili di tutto, a mio parere, e che adesso sono stati completamente oscurati e privati di carattere.
    Jon Snow (quanto l’hanno fatta lunga con la sua probabile resurrezione) è diventato un completo smidollato: senza carattere, buonista (espressione che odio, ma che lo descrive alla perfezione) e democratico, ossia i tre elementi che in quel contesto fantasy-medievale sarebbero essenziali per poter essere un leader con la L maiuscola.

    Nei buoni di turno hanno inculcato i valori anacronistici di lealtà, onestà, democrazia, equità eccetera eccetera che fanno parte di una cultura moderna; al contrario sono convinto che un Re buono di quei tempi fosse semplicemente un tiranno, un intransigente, un potente. Un leader, appunto.

    Mi sto dilungando, ma questo bell’articolo è ciò che stavo cercando di organizzare nella mente e scrivere io stesso, quindi ha aperto gli argini delle mie personali considerazioni.

    E Cersei davvero spera di uccidere i draghi con una balestra più grande? E’ questo il grande ingegno che hanno avuto gli sceneggiatori, copiare Lo Hobbit? E il morbo grigio curato con scarnificazione e pomata miracolosa?

    Sono questi particolari che stanno rendendo GOT una bella serie, e nulla più. Io, che non sono un grande binge watcher ho iniziato la serie dopo la quinta stagione, affascinato dall’unicità delle puntate, della trama e – mi ripeto – i dialoghi, mai noiosi anche quando non accompagnavano l’azione. Aveva creato un punto di rottura: Nelle serie tv c’è un Prima e un Dopo Game of Thrones. E ora è una serie che scorre, dà un colpo al cerchio, uno alla botte, stringe i tempi, butta lì scene di azione, cadaveri, sangue e punta a chiudere il discorso. Il livello è sempre alto, ma alcune scelte lasciano l’amaro in bocca.

    I primi due episodi della settima stagione sono stati pesanti e privi di senso. Euron credo sia uno dei cattivi più assurdi e gettati-lì-a-caso della storia della serie: un cavallo pazzo con il dono dell’ubiquità, un precursore del Joker. E con addosso l’etichetta del cattivo e basta.
    Il terzo, devo ammettere, ha riacceso un po’ le speranze, giacché l’ho trovata decisamente migliore, meno banale. Mettendo da parte le falle temporali, ovviamente, alle quali ormai dobbiamo abituarci.

    Tutto questo per dire: Bellissimo articolo. Condivido.

    • Antonino Russotto ha detto:

      Grazie, e complimenti a te per il bel commento. Sinceramente ero un po’ timoroso a scrivere un articolo del genere, a maggior ragione dopo aver visto, dando un’occhiata sul web, come la serie venga celebrata con i soliti toni trionfalistici. Mi sono quindi dato la “regola dei tre episodi”: al terzo episodio consecutivo non convincente avrei scritto cosa ne pensavo… ed eccoci qua.
      Concordo con te praticamente in toto: il calo qualitativo di GOT è stato netto e si registra già da due stagioni a questa parte. Non è chiaro cosa sia successo, ma l’ipotesi più ovvia è che gli sceneggiatori, staccatisi dal materiale originale, non siano stati in grado di riprodurre una versione alternativa, ma coerente, delle dinamiche narrative precedenti. Vero è che su alcuni decisioni narrative pesa l’indirizzamento dello stesso George R.R. Martin, ma costruirci attorno interi episodi si è rivelato arduo per la coppia D&D. Come hai detto, la distanza qualitativa nei dialoghi è abissale: tolto qualche sporadico episodio, si è perso lo smalto delle prime quattro stagioni; basti pensare a come Oberyn Martell si dichiari il “The Champion” di Tyrion, ai continui battibecchi Petyr-Varys o a quelli Ned-Cersei, fino ad arrivare alle lezioni di Syrio Forel o al confronto Stannis-Davos sulla liberazione di Gendry (dov’è finito?), per non parlare dell’assoluto protagonista Tyrion (e ai due processi) ormai relegato a comprimario/spalluccia comica di Daenerys. E sono soltanto i primi esempi a venirmi in mente. Se poi vogliamo fare gli “ignoranti” e parlare del marchio di fabbrica della serie, cioè le morti eccellenti, sfido chiunque a trovarmi una singola morte (tra la carneficina avvenuta da quinta a settima stagione) che sia lontanamente paragonabile a quella di Ned Stark, o a quella di Oberyn Martell, alla Nozze Rosse o Viola che siano. Tutti personaggi costruiti in maniera egregia e la cui morte non è soltanto spettacolarizzazione, ma motore degli eventi: quella di Ned porta alla ribellione del Nord, quella di Oberyn alla condanna e quindi alla fuga di Tyrion, quella di Khal Drogo alla perdita del Khalasar e, consequenzialmente, alla nascita dei tre draghi, quella di Robb Stark alla ripartizione del Nord e all’avvento di Frey/Bolton. Dalla quinta tutte le morti o quasi servono soltanto per far piazza pulita dei personaggi e per tenere alto il nome di serie “ammazzatutto”.
      Il problema sta tutto lì: se nella prima stagione la procedura per tentar di far guarire Khal Drogo è complicatissima e occupa venti minuti su schermo, nella sesta sono bastate due frasette di Melisandre per far risorgere Jon Snow giusto un paio di minuti dopo. Tra l’altro senza che quest’esperienza abbia intaccato minimamente la sua caratterizzazione (se non fosse che così facendo si è sentito libero dai doveri di Guardiano della Notte). La mancanza di fantasia ha poi rasentato il ridicolo con questa settima stagione: resta giusto da capire chi sarà il Bard della situazione, ma azzardo Bronn. Del Morbo Grigio poi meglio non parlare: ripensandoci basterebbe rimuovere la pelle all’inizio dell’infezione, quando il pericolo è rappresentato da una minuscola pallina, poi via di pomata miracolosa e sei bello che guarito. Il problema è che lo spettatore medio se ne frega del Morbo Grigio e di questi orrori narrativi: per me è invece l’effettiva dimostrazione dell’incapacità degli sceneggiatori.
      Ciò, e concordo ancora, non significa che sia di colpo diventata una brutta serie: lo dimostrano episodi importanti come Aspra Dimora, Battle of Bastards, Winds of Winter. Tuttavia questi, oltre al peccato del dover aspettare intere stagioni per vederli, avevano da loro l’effetto sorpresa; cosa mancante in questa settima stagione, ormai indirizzata al risolversi di due sole storyline: battaglia per Approdo del Re, battaglia contro gli Estranei. E non è detto che riusciremo a vederle, neanche in questa stagione. Capisco di sembrare eccessivamente duro, ma è quello che penso. Spero soltanto di essere smentito: lo testimonia il mio cofanetto in blu-ray delle prime quattro stagioni, che ho letteralmente divorato più e più volte.
      Scusami tu per il papiro, ma ci tenevo a risponderti e a dire qualcosa in più. Ti ringrazio ancora per il commento!

      • Alessandro ha detto:

        Ciao Antonino,

        Proseguendo la serie alla fine è stato più forte di me e ho fatto anch’io alcune riflessioni sul nostro sito. Ho colto l’occasione per riportare alcune considerazioni che ho trovato in altri siti e fra questi c’è anche il tuo articolo. I toni usati sono un po’ più accesi e meno diplomatici, come si capisce già dal titolo.

        Se ti va di passare a leggerlo, mi fa piacere. http://www.cinezapping.com/chi-ha-ucciso-game-of-thrones/

      • Antonino Russotto ha detto:

        Ciao Alessandro, ho appena letto l’articolo con molto piacere, ed è inutile dire che condivido. Per ricambiare la cortesia lo linkerò all’interno del mio prossimo articolo su Game of Thrones. Pensavo di scriverlo direttamente a fine stagione, per avere un quadro completo della situazione, ma magari anticiperò i tempi: ho l’impressione che gli ultimi due episodi non saranno poi così diversi o distanti, e di certo non risolleverebbero più di tanto questo macello di stagione. In ogni caso, bell’articolo. Saluti.

  • Nome ha detto:

    La cosa più stronza e assurda di questo episodio è come i Tyrell siano stati spazzati via. Puf, morti tutti a quel dì al Tempio di Baelor. A parte la totale assurdità della cosa (nei libri mi sembra che Mace abbia dei fratelli, una quintalata di nipoti e ben altri 2 figli oltre a Margery e Loras) ma poi scusa, Olenna che fa a muoversi da Roccia del Drago ad Altogiardino? La presa su Daenerys mentre portava a spasso Drogon? O ha attraversato mezzo continente senza farsi notare della serie “mantello dell’invisibilità, un passo indietro grazie”? Infine, la caduta di Altogiardino (sì, più una scivolata) era necessaria? I Tyrell, che hanno l’esercito più numeroso e potente, sbaragliato da 5000 soldati Lannister? Solo per uccidere Olenna e fargli dire “à scemo, Joffrey lo ucciso io”. Tanto valeva ucciderla subito al primo episodio, per impedirgli di raggiungere Roccia del Drago o fargli venire una sincope per il freddo. Per il resto, condivido con te il fatto che questa stagione si è rivelata una cagata pazzesca.

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