5 serie tv adolescenziali da guardare assolutamente!

Cinque serie tv che trattano il tema dell'adolescenza che non potete assolutamente perdervi

Di cosa si parla quando si parla di serie tv adolescenziali? Non si tratta solo di telefilm per un target di spettatori adolescenti anche se, naturalmente, il grado di immedesimazione da parte loro è certamente maggiore. Sono infatti serie tv che possono rivolgersi a tutti. Le storie dei giovani protagonisti possono infatti essere un’epifania per tutti quegli adulti che hanno accantonato e, per certi versi, dimenticato quell’intricato garbuglio di emozioni che è l’adolescenza.

Nel tempo, il genere e il modo di guardare questa tipologia di telefilm si sono evoluti notevolmente; anche in base agli argomenti “focus” degli stessi. Per questo motivo si possono incontrarne di più frivoli oppure più concentrati su argomenti di spessore. Noi di FilmPost vogliamo proporvi 5 titoli di serie tv adolescenziali da guardare che, pur appartenendo allo stesso macro genere, si evolvono in modi completamente diversi.

5 serie tv adolescenziali da guardare assolutamente!

1 – Teen Wolf, per chi ama il fantasy

Teen Wolf è stata una serie tv adolescenziale di genere fantasy andata in onda dal 2011 al 2017, conclusasi al suo episodio numero 100. Scott McCall (Tyler Posey) è un teenager come tanti altri, fino a quando non viene morso da un lupo mannaro trasformandolo a sua volta in un lupo mannaro. Affiancato dall’inizio alla fine dal suo fedele migliore amico Stiles Stilinski (Dylan O’Brien), dovrà imparare a gestire e a nascondere i suoi poteri.

Nel corso della stagione si assiste alla coerente evoluzione psicologica dei personaggi, cosa che rende Teen Wolf un telefilm ben riuscito nel suo genere. Infatti, nonostante nell’intreccio della storia si vengano ad incontrare creature magiche di ogni tipo, i protagonisti e le vicende vengono sviluppati con una studiata coerenza che non lascia nulla al caso; rendendola perfettamente realistica all’interno del suo contesto.

Ogni stagione è costruita attorno ad un nuovo nemico da sconfiggere, spesso conseguenza delle esperienze passate. Se non amate il genere fantasy di sicuro non fa per voi, ma per l’alta concentrazione di manzi che spesso e volentieri amano togliersi la maglietta (doveroso da ricordare data la frequenza con cui accade) e l’incredibile interpretazione di Dylan O’Brien; ci sentiamo di consigliarla anche alle/ai più titubanti.

2 – Glee, che celebra le diversità e ritmo di musica(l)

Tra le serie tv adolescenziali più riuscite sicuramente abbiamo Glee, un inno alle diversità e all’anticonformismo. Ideata da Ryan Murphy, padre di American Horror Story, American Crime Story e Scream Queens, è andata in onda dal 2009 al 2015 per un totale di 121 episodi. Il glee club del liceo McKinley viene riportato in vita da Will Schuester (Matthew Morrison), cercando tra gli dei talenti in grado di cantare. Vengono così a crearsi le “Nuove Direzioni”, un gruppo composto da adolescenti completamente diversi tra loro: ragazzi e ragazze omosessuali, con problemi di obesità, con drammi familiari, disabili, adolescenti popolari e altri invece dei grandissimi loser.

serie tv adolescenziali

Nel corso delle stagioni, nonostante le apparentemente inconciliabili differenze, gruppo cercherà il suo equilibrio per poter cantare ed esibirsi con armonia competendo con i glee club di altri licei. I problemi adolescenziali vengono affrontati con un misto di ironia e serietà, per non opprimere lo spettatore ma dandogli comunque numerosi spunti di riflessione.
È una serie tv per adolescenti perché i protagonisti vivono quel particolare periodo della vita, ma allo stesso tempo le vicende riguardanti i personaggi più maturi non hanno meno rilevanza. Ed inoltre, le canzoni rivisitano in modo eccelso dei brani che hanno fatto la storia della musica e dei musical.

La particolarità di Glee sono sicuramente le canzoni, parte integrante di ogni episodio, scelte tra musical e hit di vario genere; cantate dagli interpreti stessi (spesso sotto forma di esibizione). Vi riportiamo “Don’t Stop Believin’”, cantata nella 01×01, primo singolo estratto dalle compilation pubblicate sotto l’etichetta Columbia Records; che ha raggiunto la posizione n°4 della Billboard Hot 100.

Per quanto sia stata la sua fortuna e per quanto positivo e speranzoso fosse il messaggio trasmesso dalla stessa, Glee si è rivelata essere una serie tv molto sfortunata nel mondo reale. Lo dimostrano le premature morti di Cory Monteith e Mark Salling, che interpretavano due dei protagonisti principali.

3 – Skins, dramma adolescenziale

In onda dal 2007 al 2013, Skins, serie tv britannica, ha due grandi particolarità. In primis, gli attori sono giovanissimi, coetanei dei personaggi da loro interpretati. La seconda, conseguenza della prima, è che il cast è stato rinnovato ogni 2 anni in modo che gli attori avessero sempre 18-19 anni al massimo (tra i quali i giovanissimi Dev Patel e Kaya Scodelario). Si parla dunque di prima, seconda e terza generazione; a cui si aggiunge infine una “generazione mista” (settima stagione), nella quale i problemi adolescenziali passano il testimone alle insicurezze dell’inizio dell’età adulta.

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Le tre generazioni hanno quindi vicende e protagonisti differenti, ma il fulcro rimane lo stesso: i drammi adolescenziali. Si vanno ad accentuare le problematiche tipiche dell’età attraverso adolescenti disagiati, con problemi di droga, disturbi alimentari, mentali, problemi familiari; in un intreccio complicato fatto di conoscenza dell’amore, della sessualità, di paura del futuro ed insicurezza.

Se Glee affronta determinate questioni con la speranza di portare un messaggio positivo e di speranza, Skins fa esattamente l’opposto. Il crudo realismo con cui è concepita questa serie fa venire un nodo allo stomaco, per l’impotenza provata di fronte a dure situazioni che succedono ogni giorno. L’adolescente si riconoscerà nella sofferenza e nella solitudine dei giovani protagonisti, mentre per un adulto può essere un promemoria di come è stata (o non è stata) la propria adolescenza. In essa si può trovare quindi sia conforto che sconforto, in base alla propria sensibilità ed esperienza.

4 – Tredici, teen drama di spessore

Tredici è un teen drama originale Netflix che ha fatto molto scalpore al momento della sua uscita, nel 2017. Se da un lato la serie è stata apprezzata da critica e pubblico, dall’altro ha generato molti dibattiti. La protagonista è infatti Hannah Baker (Katherine Langford), ragazza che si è suicidata tagliandosi le vene. Prima di farlo, però, ha inciso 7 nastri registrati nelle quali spiega le 13 ragioni che l’hanno portata a togliersi la vita.

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Il suicidio di Hannah non è dunque stato un folle gesto, ma piuttosto un’azione consapevole e spaventosamente pianificata. Lo spettatore ascolterà alle cassette con Clay Jensen (Dylan Minnette), amico di Hannah, che rappresenta una delle 13 ragioni. Si viene così a conoscenza delle insicurezze della ragazza, diventate insostenibili a causa del bullismo subito. Ma gli altri adolescenti coinvolti in questa storia possono davvero essere additati come colpevoli per la morte di Hannah?

Il tema del suicidio non è a sé stante, ma viene accompagnato da altre delicate tematiche come la violenza psicologica, sessuale e domestica, l’omosessualità, l’insicurezza, il bullismo. E tutto ciò non è stato vissuto solo da Hannah, ma anche dai ragazzi che l’hanno portata a togliersi la vita. La serie non è quindi una caccia al colpevole, ma porta piuttosto a riflettere sul fatto che un accumularsi di piccole cattiverie può diventare un macigno insostenibile per una persona sola.

Leggi anche “5 film da vedere se ti è piaciuta Tredici“.

5 – The O.C., l’evergreen per sognare ad occhi aperti

Si sa che l’adolescenza porta con sé tante insicurezze e paure, ma è anche il periodo della vita in cui maggiormente si sogna ad occhi aperti. The O.C. è un perfetto connubio dei due lati della medaglia. È nella soleggiata Newport Beach, in California, che hanno luogo le vicende dei protagonisti e delle loro ricche famiglie. I personaggi principali sono Ryan Atwood (Ben McKenzie), ragazzo introverso e problematico, e Seth Cohen (Adam Brody), dolce ed intelligente ma molto insicuro.

Nel corso delle sue 4 stagioni, The O.C. (in onda dal 2003 al 2007) coinvolge lo spettatore in un mondo adolescenziale fatto di feste sulla spiaggia, viaggi e case di lusso. Amicizie e storie d’amore che si sviluppano tra salsedine e caldi tramonti faranno sognare ad occhi aperti lo spettatore adolescente; mentre l’adulto proverà un po’ di nostalgia per un mondo che ha ormai perso la magia ai suoi occhi. Anche se cantare “Californiaaaa, here we coooome” emozionerà anche gli adulti meno sognatori.

Se si è quindi a caccia di una serie tv adolescenziale un po’ più frivola e meno impegnata, The O.C. fa al caso vostro: i drammi adolescenziali ci sono, ma allo stesso tempo l’intreccio è scorrevole e dai toni più leggeri e meno realistici di Skins o Tredici. Sempre della stessa tipologia c’è anche Gossip Girl, che è “la vostra sola fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Manhattan”.

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