Easy Rider – Spiegazione del finale del film celeberrimo di Dennis Hopper

Easy Rider è il più celebre film del regista Dennis Hopper, uscito nel 1969 e divenuto un cult intramontabile.
Per la sua rilevanza storica e artistica l’American Film Institute lo ha inserito all’ottantottesimo posto nei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi.
Nel cast sono presenti attori che all’epoca erano praticamente sconosciuti come Jack Nicholson (George Hanson), e attori già famosi come Peter Fonda (Wyatt). Il regista Dennis Hopper recita nel film come coprotagonista nel ruolo di Billy.

La spiegazione finale di Easy Rider, il film cult che ha inaugurato la Nuova Hollywood nel 1969

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Wyatt e Billy sono due spacciatori californiani in viaggio verso la Louisiana. Sulle loro moto attraversano gran parte degli Stati Uniti, incontrando strani personaggi e comunità molto ostili al loro stile di vita. Il loro oltre ad essere un viaggio fisico è anche un viaggio onirico, pieno di allusioni all’America del 1969.
La spiegazione finale di Easy Rider si concentrerà appunto sull’epilogo della storia dei due spacciatori, tra morte e rinascita.

Easy Rider e il suo tempo

Innanzitutto, per capire le simbologie nascoste nel film, bisogna tenere presente il periodo in cui il film è stato distribuito nelle sale. La Hollywood degli anni 60 non se la passava molto bene; al fianco di poche grandi produzioni molto redditizie vi erano molti progetti andati male. In sostanza il cinema americano stava soffrendo, le società di produzione perdevano ingenti quantità di denaro. Serviva innovazione nel fare film, richiamare un pubblico diverso ed è quello che successe con Easy Rider. Hollywood si concentrò sui film per giovani, per universitari, che nelle piazze americane manifestavano la loro voglia di cambiamento sociale e culturale.

La spinta di questo filone cinematografico la diede sicuramente il successo de Il Laureato con Dustin Hoffman. Tale film anticipò lo scoppio della controcultura giovanile del ’68, mentre Easy Rider cavalcò in pieno l’alta cresta dell’onda.
Il fatto che in un film si facesse vedere della droga e il viaggio di due spacciatori sperduti già era quasi incredibile per l’epoca, ma era ciò che il pubblico voleva vedere.
Anche il tipo di montaggio e le scene senza dialoghi intervallate da canzoni erano una nuova tecnica. Tutto serve per dare un taglio netto con il cinema del passato.

Il significato di Easy Rider

Il fulcro del film è naturalmente il tema del viaggio. Easy Rider è un road movie, uno dei primi e forse il meglio riuscito. Il paesaggio naturale delle sconfinate terre statunitensi non fa solo da sfondo, da copertina, è parte integrante della sceneggiatura. Le montagne, il deserto, i boschi e i laghi parlano con i protagonisti. In un certo qual modo la bellezza naturale dell’America si contrappone alla rozzezza dei suoi abitanti, i quali non vedono di buon occhio il modo di vivere dei due protagonisti.

Anche il solo verso di percorrenza del viaggio di Wyatt e Billy ci dà l’idea del pensiero che vi è dietro a Easy Rider. Infatti i protagonisti vanno dall’ovest verso l’est, dalla California alla Louisiana, esattamente al contrario dei film western classici. In qualche modo sembra che Dennis Hopper voglia andare nel senso inverso alla storia americana, sembra voler andare invece verso la controcultura, verso un nuovo modo di pensare. Ed è per questo motivo che la spiegazione finale di Easy Rider sarà così brutale.

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La scena del cimitero

Una delle scene più enigmatiche dell’intero film è quella al cimitero. Wyatt e Billy, insieme a due ragazze “noleggiate” in un locale, si dividono un acido molto potente che avrà esiti negativi per tutti e quattro. Wyatt è il più soggetto all’effetto dell’LSD e, abbracciando una statua del cimitero, continua a urlare frasi senza senso riguardanti la propria madre.

Questa scena potrebbe avere un duplice significato: si dice che l’attore Peter Fonda abbia davvero preso un acido durante le riprese e nel delirio del momento abbia ricordato la propria madre morta quando lui era adolescente. Secondo altri le parole di Wyatt sono rivolte all’America di quel periodo: la madre sono gli Stati Uniti che hanno lasciato solo Wyatt e in generale il movimento Hippy e la controcultura giovanile. Il personaggio di Fonda sembra non riconoscersi più nel modo in cui si sta trasformando il suo paese ed è smarrito per ciò che sta accadendo.

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La spiegazione finale di Easy Rider

Easy Rider non finisce bene. Wyatt e Billy vengono uccisi mentre sono sulle loro moto da due zotici razzisti senza quasi nessuna spiegazione. È la morte della nuova gioventù che si stava facendo largo negli Stati Uniti; è il pegno da pagare in una società violenta volendo esprimere il proprio essere senza giudizi e senza preconcetti.
Già in altre scene i due protagonisti assieme ad un compagno di viaggio, interpretato da Jack Nicholson, avevano rischiato la vita, aggrediti da un branco di uomini armati di mazze.
In quell’episodio si poteva già intuire l’epilogo del film.

La vecchia generazione americana, conservatrice e razzista, viene contrapposta alla nuova generazione. Tutto, tra il vecchio e il nuovo, è diverso e questa diversità fa talmente paura al vecchio che la violenza sembra essere il solo mezzo di soluzione.
L’esplosione della moto di Wyatt, l’ultima scena del film, ci fa pensare ancora sulle sorti di questo nuovo tempo che stava arrivando negli Stati Uniti dell’epoca; l’esplosione è forse la fine di tutto? Oppure è l’inizio di qualcosa ancora più grande?
Hopper non ci dà la soluzione, ma di certo ci lascia pensare e riflettere.

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