Il discorso del Re: quanto c’è di vero nel film di Tom Hooper?

David Seidler e la ricerca per la sceneggiatura

Il discorso del re di Tom Hooper, in originale The King’s Speech, arriva nelle sale nel 2010 e riceve subito il favore unanime di pubblico e critica. Scritto da David Seidler ha ottenuto nel 2011 quattro premi Oscar a fronte di dodici candidature: miglior film, regia, miglior attore protagonista e sceneggiatura originale. Colin Firth interpreta il ruolo di Re Giorgio VI; accanto a lui Geoffrey Rush è il logopedista Lionel Logue ed Helena Bonham Carter è Elizabeth Bowes-Lyon. Basato su una storia vera, Il discoso del Re di Tom Hooper racconta il percorso di Giorgio VI per superare la balbuzie che lo affiggeva. Questo in un momento particolarmente drammatico per la nazione, l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. La balbuzie impediva al sovrano di parlare al suo popolo come avrebbe voluto e per superare le difficoltà, Giorgio VI si rivolge a Lionel Logue.

Tom Hooper, David Seidler e lo “squadrone di storici inglesi” a supporto della sceneggiatura de Il discorso del Re

Il discorso del Re di Tom Hooper esplora il rapporto tra Giorgio VI e Logue, il suo logopedista, terapista dai metodi controversi e senza alcun titolo che riconoscesse la sua professionalità. Nella sceneggiatura David Seidler decide di concentrarsi soprattutto sul rapporto di amicizia che si sviluppa e finisce per legare Giorgio VI e Lionel Logue. Pur trattandosi di vicende private di cui si apprezzano soprattutto i risvolti emotivi, ci si trova di fronte due figure storiche; viene quindi spontaneo domandarsi quanto ci sia di vero nel film. O meglio, quanto ci sia di vero nella rappresentazione di ciò che succede al di fuori dello studio di Logue. A questa domanda ha risposto in prima persona Seidler, che per il suo lavoro di scrittura è stato premiato con un Oscar.

“Ho cercato di rendere gli eventi al di fuori dello studio di Logue nella maniera più storicamente accurata possibile. La sceneggiatura è stata sottoposta al vaglio attentissimo di uno squadrone di eminenti storici inglesi che hanno trovato ben poco da correggere. Certamente non mancano le licenze letterarie, soprattutto per quel che concerne la comprensione dei tempi. Le persone, persino i monarchi, non hanno sempre il buon gusto di vivere la propria vita in un’ordinata struttura in tre atti”.

Il discorso del Re colpisce sia per il risvolto emotivo della storia che per la rappresentazione dettagliata della Londra degli anni Trenta, frutto di una ricerca accurata. The King’s Speech è un vero e proprio gioiello di scrittura, regia e interpretazioni; un film da non perdere che potete recuperare, o rivedere, questa sera alle 21 su Iris.

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