Terminator: James Cameron, Schwarzenegger e il guerrilla filmmaking

Riprese stile guerriglia per il cult del 1984 con Arnold Schwarzenegger

Scritto e diretto da James Cameron e con Arnold Schwarzenegger nei panni dell’iconico cyborg assassino, Terminator è un vero e proprio cult di genere. A fronte di un budget decisamente limitato, incassò quasi 80 milioni al botteghino e ricevette il plauso quasi unanime anche da parte della critica. Terminator lanciò la carriera di James Cameron, che all’epoca viveva in macchina e non aveva un agente, e diede la spinta definitiva a quella di Schwarzenegger. L’enorme successo del film portò poi allo sviluppo di quattro sequel, un reboot, una serie tv, videogiochi e fumetti. Quello che forse non tutti sanno è che, per le riprese di Terminator, James Cameron adottò un metodo davvero particolare, quello del cosiddetto guerrilla filmmaking. Metodo adottato spesso nei film a basso budget e che ha richiesto agli attori, alla crew e allo stesso regista una buona dose di incoscienza. Nonché di spirito di avventura e incoscienza.

Le rocambolesche riprese di James Cameron in Terminator e le skills di Schwarzenegger con le armi da fuoco

Le riprese del film iniziarono a Los Angeles nel marzo del 1984. Per Terminator James Cameron ricorse spesso al guerrilla filmmaking, scelta messa in atto per aggirare i permessi necessari per effettuare riprese in location reali. La crew e gli attori dovevano quindi tenersi pronti ad essere chiamati a girare in qualsiasi momento, con preavviso quasi nullo e con la massima rapidità; spesso e volentieri a orari improbabili durante la notte. Il tutto consisteva nel fiondarsi in un determinato luogo a una certa ora, lavorare a ritmo serrato e lasciare il posto prima dell’intervento della polizia. James Cameron era solito svegliare Arnold Schwarzenegger per le riprese delle sequenze d’azione di Terminator nel cuore della notte. Schwarzenegger doveva presentarsi nel luogo fissato dal regista già vestito di tutto punto, in costume, e girare a tutta velocità la scena stabilita.

Un discreto sforzo produttivo per tutti quanti, ma in particolare per l’attore protagonista, già alle prese nel perfezionare le sue skills con le armi da fuoco. Arnold Schwarzenegger imparò infatti a maneggiare pistole con una certa maestria, a smontarle e rimontarle bendato, in maniera automatica. Persino la rivista specializzata Soldier of Fortune si complimentò con Schwarzenegger per la naturalezza e il realismo con cui usava le pistole.

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