Argylle – La super spia: la recensione dello spy-movie di Matthew Vaughn dal cast stellare

Matthew Vaughn produce e dirige Argylle- La super spia, uno spy-movie dai contorni fantastici e a tratti comici, mettendo insieme un cast stellare

Matthew Vaughn è il regista di Argylle – La super spia, uno spy-movie abbastanza particolare. Infatti, oltre alle emozionanti scene d’azione e ai numerosi – forse troppi – colpi di scena, nei centoquaranta minuti circa della pellicola c’è anche molto altro. Si passa dal comico al drammatico all’interno della stessa scena, senza però mai perdere di vista il filo conduttore della storia principale. Inoltre non manca l’elemento fantastico, assicurato dalle numerose visioni della protagonista, perennemente divisa tra realtà e fantasia. Insomma, Argylle – La super spia è un film ricco, soprattutto di nomi molto noti. A partire dal protagonista di Breaking Bad, Bryan Cranston, passando per Samuel L. Jackson, Sam Rockwell e finendo con Ariana DeBose e Dua Lipa, popstar recentemente apparsa anche in Barbie nel ruolo di Barbie Sirena. Un cast corale da far girare la testa, ma che forse non ha sfruttato al meglio tutto il suo potenziale.

Oltre al cast stellare, anche la simbologia gioca un ruolo importante, come testimonia la ricorrenza del rombo, forma geometrica simbolo della fertilità e della donna in generale, che si può ritrovare nella copertina dei libri che hanno come protagonista la super spia, nel ciondolo indossato dall’antagonista LaGrange o nei vari tasti presenti nei luoghi del film. In poche parole, il girl power è molto forte all’interno del lungometraggio. Infatti, in Argylle – La super spia, nonostante il protagonista sia un uomo, la componente femminile gioca un ruolo fondamentale. La scena iniziale viene aperta da una Dua Lipa in splendida forma, perfetta nel suo ruolo di femme fatale. Il vero personaggio protagonista, inoltre, non è tanto la spia Argylle, ma la scrittrice Elly Conway. Infatti, in un continuo intrecciarsi tra realtà e fantasia, è lei a dare forma ai fatti e agli eventi, e a scrivere letteralmente il finale della storia.

Indice:

La trama: tra spionaggio e letteratura

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Apple Studios, Marv Films

La pellicola, che si articola in diversi Paesi, si apre in Grecia. Argylle (Henry Cavill), protagonista della serie degli omonimi romanzi pubblicati da Elly Conway (Bryce Dallas Howard), si trova all’interno di un locale, e rimane colpito dalla presenza di una donna molto sensuale che lo invita a ballare. Questa si scopre essere LaGrange (Dua Lipa), una spia nemica membro di un’organizzazione criminale, in seguito nota come Divisione. Circondato da avversari armati fino ai denti, Argylle riesce a fuggire dal locale greco, aiutato da Kira (Ariana DeBose), trovandosi però LaGrange alle calcagna. Questo è l’incipit dello spy-movie di Matthew Vaughn, che nel corso del tempo assume delle forme molto diverse, passando dalle scene d’azione a quelle più divertenti, senza però spezzare troppo il climax. Ciò che fa storcere un po’ il naso è il continuo susseguirsi di colpi di scena, forse troppi, ma soprattutto non del tutto funzionali alla trama.

La missione di Argylle è quella di recuperare un documento importantissimo, posto all’interno di una pennina USB situata in un luogo ignoto. Si tratta del registro che contiene i nomi dei membri della Divisione, un’organizzazione criminale che è riuscita a corrompere membri importanti della CIA e di altre agenzie governative. Ciò viene dimostrato dall’isolamento di Alfred (Alfie) Solomon (Samuel L. Jackson), ex capo della CIA, costretto a rifugiarsi nelle campagne francesi per sfuggire alla Divisione. La storia strizza l’occhio a veri casi che hanno sconvolto l’opinione pubblica, come quelli riguardanti Edward Snowden e Charles Manning. Questa citazione implicita è sostenuta anche dal ruolo centrale, all’interno del film, della tecnologia digitale e dal ricorrente uso di termini tecnici come “hackerare” o “craccare”. Anche i social media assumono una discreta importanza, in quanto un video postato su Facebook e una mail sono le chiavi per il proseguo della trama all’interno della pellicola.

Realtà o fantasia?

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Apple Studios, Marv Films

La storia di Argylle viene raccontata da due differenti prospettive: quella proveniente dai libri scritti da Elly e quella esterna alle pagine dei romanzi. La storia è divisa tra realtà e fantasia, con l’effetto di stordire e confondere non solo gli spettatori, ma la stessa protagonista, che in diverse situazioni non sa più a cosa credere e di chi fidarsi, perché non sempre può essere certa di vivere un’esperienza reale. Questo è il fil rouge che guida tutta la pellicola, che tra un colpo di scena e l’altro svela dei lati dei personaggi del tutto inaspettati. Film e libro si sovrappongono in continuazione, ma vari trucchi del mestiere rendono facilmente comprensibile l’alternanza tra realtà e fantasia. Uno tra i più utilizzati è sicuramente l’impiego degli stacchi, che spesso si aprono e chiudono in soggettiva. Il passaggio tra una scena e l’altra viene realizzato tramite soggettive o semi-soggettive, indirizzate da Elly.

I personaggi si sovrappongono, ed è così che Argylle assume un volto diverso, quello di Aiden Wilde (Sam Rockwell). Questa sovrapposizione segna il passaggio tra la prima e la seconda parte del film, che riscontra qualche problematica. Infatti, se le scene iniziali sono cariche di azione e adrenalina, il centro della pellicola è più statico, e a tratti rischia di risultare noioso. La scelta di ricorrere agli “spiegoni”, ovvero spiegazioni troppo dettagliate e didascaliche, spezza la dinamicità iniziale. La continuità, però, si ritrova non solo nel rombo, ma anche nel giallo, un colore ricorrente a partire dall’abito di LaGrange. La palette cromatica è ben studiata, perché spesso il giallo viene contrastato da colori più scuri, e nell’insieme il risultato visivo è godibile. Il budget di duecento milioni, inoltre, permette di passare da Paese a Paese: nel film sono presenti scene girate in Grecia, Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Medio Oriente.

Argylle – La super spia: le conclusioni

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Apple Studios, Marv Films

L’intento di Matthew Vaughn di colpire il pubblico con questo spy-movie è riuscito solo a tratti. La presenza di un cast stellare rende soltanto in parte, perché molti interpreti non hanno dato il massimo, rendendosi protagonisti di un’interpretazione frenata, quasi stereotipata. Tra gli interpreti principali si ricordano Henry Cavill e la presenza di premi Oscar come Samuel L. Jackson, Sam Rockwell e Ariana De Bose. Inoltre, la popstar Dua Lipa e l’ex wrestler John Cena si ritrovano di nuovo insieme dopo la coppia formata in Barbie, il successo internazionale di Greta Gerwig, in cui l’interprete dei successi Be the one e Dance the night compare nel cameo di Barbie Sirena. Tuttavia, sia Dua Lipa che John Cena rappresentano quasi uno specchietto per le allodole, in quanto sono presenti per quasi tutta la durata dei trailer ufficiali, ma la loro presenza nel film è abbastanza scarsa e racchiusa nelle scene iniziali.

La CGI è onnipresente e si riscontra anche in elementi in cui non è necessaria, come Alfie, il gatto di Elly. La pellicola ha una durata eccessiva rispetto alla storia, che presenta troppe sottotrame e sviluppi non necessari, che hanno un sapore scontato. Molti elementi di mistero sono infatti facilmente intuibili, e vengono svelati tramite delle spiegazioni estremamente didascaliche. Lo spy-movie si apre e chiude con una scena di danza, altro elemento ricorrente nel film. Argylle – La super spia è un lungometraggio d’azione che propone delle ottime premesse. Tuttavia, questo patto con gli spettatori non viene rispettato, e il risultato è una pellicola troppo ambiziosa, che parte bene, ma si perde con lo scorrere del tempo, risultando alla fine scontata e male calibrata. Il lungometraggio è il primo di una probabile trilogia, ma l’intenzione di Vaughn è quella di realizzare un franchise crossmediale, che prevede anche uno spettacolo teatrale.

Argylle - La super spia

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Cast stellare, di cui la vera rivelazione è Dua Lipa
  • Buon mix di azione e comicità

Lati negativi

  • Pellicola eccessivamente lunga rispetto alla storia
  • Trama scontata e spiegazioni troppo didascaliche
  • Eccessivo utilizzo di CGI

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