Avengers: Infinity War – Recensione del film Marvel

Avengers: Infinity War - La nostra recensione dell'ultimo cinecomic targato Marvel

Dopo più di dieci anni di gestazione, portata avanti con film stand-alone e prodotti crossover, è finalmente giunto il momento che tutti aspettavamo. Quello in cui tutti i supereroi della Marvel si riuniscono sotto un’unica bandiera, quella che li vede protagonisti nell’epico scontro contro Thanos.

E se i Vendicatori da una parte e i Guardiani della Galassia dall’altra erano stati fino ad ora gestiti separatamente, con questo nuovo film i fratelli Russo uniscono le storyline di tutti i personaggi. E, così facendo, danno vita a un prodotto senza precedenti a livello di coinvolgimento emozionale. Peccato, però, che nonostante l’eccellente lavoro empatico, il film lasci lo spettatore sospeso a metà – in attesa di quella che, nonostante l’assenza di un “parte 2”, sarà senza dubbio un sequel diretto. Noi di filmpost.it vi proponiamo quindi la nostra lettura del film. Avengers: Infinity War – recensione del diciannovesimo film del MCU!

Avengers: Infinity War – recensione del cinecomic Marvel

Le origini del fenomeno

Avengers: Infinity War raggiunge senza dubbio l’apoteosi dell’interconnessione tra i vari cinecomic della Marvel, il cui universo cinematografico ha avuto origine ormai più di 10 anni fa. Era il 2008 quando Jon Favreau lanciò sul grande schermo il primo film appartenente al MCU; Iron Man divenne un successo globale, spronando la produzione ad allagare sempre di più il proprio raggio d’azione, accogliendo nel suo universo cinematografico tutta una serie di personaggi fumettistici già consacrati nella memoria collettiva. Così, dopo Iron Man, anche Thor, Captain America, Hulk i personaggi minori ad essi collegati iniziarono a popolare questo apparentemente immenso mondo cinematografico. A questi, poi, in tempi più recenti si sono aggiunti molti altri: i Guardiani della galassia, Doctor Strange, Black Panther e Spider-Man tra tutti.

E per quanto le pellicole stand-alone abbiano riscosso successo, ciò che veramente ha entusiasmato i fan è stato l’incrocio delle diverse story-line. Quando, cioè, i personaggi sono entrati in contatto tra loro, entrando a far parte di quello che venne poi definito Marvel Cinecomic Universe (MCU in breve). E Infinity War rappresenta, forse, il punto più alto di questo espediente narrativo e cinematografico. Questo perché riunisce in un’unica pellicola tutti i protagonisti dei film visti fino a ora nelle pellicole precedenti. Così, volti familiari – sempre presenti o ormai quasi dimenticati – si alternano sullo schermo, garantendo una visione unica.

La trama

Avengers: Infinity War recensione

La pellicola prende avvio in seguito agli eventi di Captain America: Civil War (e dei successivi film del MCU che mantengono la stessa storyline). Gli Avengers sono ormai a pezzi, sciolti e latitanti in seguito alla firma di alcuni di essi degli Accordi di Sokovia, un documento governativo secondo il quale l’attività degli Avengers – e dei superumani in generale – dovrà essere monitorata dal governo. È passato del tempo ormai dal giorno che ha visto gli amici di un tempo scontrarsi l’uno contro l’altro; e dopo un lungo periodo di latitanza e inattività, gli eroi sono chiamati a unirsi di nuovo contro un nemico comune.

Si tratta di Thanos, del pianeta Titano, il cui scopo è impadronirsi delle sei Gemme dell’infinito. Il possesso di tutte le gemme, che singolarmente donano al suo guardiano poteri vastissimi, se pur contenuti, conferirebbe al suo possessore dei poteri senza confini. Incastonate nel Guanto dell’Infinito, in modo da canalizzare il potere di ogni gemma in un unicum senza precedenti, queste permetterebbero a chi ne è in possesso di piegare l’universo a proprio piacimento.

Così, nel momento in cui Thanos rivela le sue intenzioni, i protagonisti di Infinity War saranno costretti ad unire le proprie forze, combattendo quello che canonicamente – nella storia fumettistica – è considerato il più forte degli Eterni fino alla fine, in una battaglia senza esclusione di colpi. Uno scontro che prenderà atto su più fronti – New York, Wakanda e il pianeta Titano –, dove nessuno sarà al sicuro.

Un film che punta sull’approccio emotivo

Avengers: Infinity War si pone senza alcun dubbio come una pellicola che punta a catturare l’interesse dello spettatore affezionato. Il pubblico ormai conosce i personaggi – buona parte di esso è cresciuto con loro, o lo sta facendo ora –, e non è interesse dei fratelli Russo sviluppare un’affezione emotiva lì dove non sia già presente. Si tratta, in poche parole, di un film per chi fan lo è già. Per chi conosce ogni personaggio da una vita; per chi è in grado di cogliere i vari riferimenti alle pellicole precedenti. E per chi, ancora, dell’arco narrativo del MCU è ormai un cultore.

Giocando sulla presa emotiva, quindi, Avengers: Infinity War intreccia le storie dei protagonisti in una maniera che si sa già essere vincente. Con il classico humor che caratterizza la Marvel – differente dalla seriosità della DC –, si riesce a spezzare la tensione anche nei momenti più critici; in particolar modo, la presenza dei Guardiani della galassia amplia questo approccio anche per i canoni del MCU – fatta eccezione di Thor: Ragnarok, dove l’ironia è un punto chiave quasi quanto per i primi due titoli dei Guardiani. Ciononostante, il divertimento e l’intrattenimento non sono solo le uniche componenti del film.

Perché Infinity War è in grado di sviluppare una narrazione che si muove su due livelli che non corrono paralleli, ma che si intrecciano alla perfezione. L’ironia classica del cinecomic si unisce a un senso di angoscia che pervade lo spettatore fin dai primissimi istanti. Fin da quando Thanos bussa alla porta pretendendo di diventare il padrone dell’universo. In questo momento, lo spettatore già sa che la battaglia sarà inevitabile, e che qualcuno – essendo ormai giunti quasi alla fine di un arco narrativo durato dieci anni – inevitabilmente, lo abbandonerà.

Avengers: Infinity War – recensione e analisi tecnica

Avengers: Infinity War recensione

Ci spostiamo ora a considerare un altro aspetto del film: quello puramente tecnico. Come la maggior parte dei cinecomic fin ora realizzati, il diciannovesimo film facente parte del MCU non delude le aspettative sotto il punto di vista degli effetti speciali. Per quanto la CGI sia evidente, essa e stata utilizzata in maniera adeguata, permettendo al film dei fratelli Russo di spiccare anche sui suoi predecessori. Le scene nello spazio, gli scontri sui vari fronti e le meravigliose divise e armature dei protagonisti risultano senza dubbio curate nel dettaglio; elemento che, senza dubbio, non può che far piacere allo spettatore.

Allo stesso tempo, una piccola pecca è rintracciabile nel montaggio. Questo risulta essere a tratti troppo veloce – specialmente nelle scene iniziali. In tal modo, l’attenzione dello spettatore più che focalizzarsi sulla scena, come probabilmente era l’intenzione iniziale, si perde nello spazio aperto.

Tutt’altra cosa si può dire invece sulla caratterizzazione dei personaggi. Avvantaggiati dal fatto che praticamente ognuno di loro fosse già scritto alla perfezione grazie ai precedenti cinematografici, i fratelli Russo hanno dato vita a un cast corale gestito in maniera egregia. A livello di screen time, è innegabile che qualcuno venga favorito a discapito di altri – e non si tratta sempre dei personaggi più noti. Tuttavia anche chi compare per poco tempo, per un motivo o per un altro, o ha un ridotto tempo in scena riesce ad emergere; e ciò  anche grazie alla già citata emotività sulla quale tutto il film si basa.

Thanos e le Gemme dell’infinito. Promosso o bocciato?

Avengers: Infinity War recensione

Per quanto tutti i personaggi presenti nel film dei fratelli Russo fossero già noti, ve ne è uno che rappresenta l’eccezione. Durante tutti questi anni di universo cinematografico, Thanos ha aleggiato come fosse un fantasma. Con sporadiche apparizioni, o con citazioni ad hoc per mantenere viva l’interconnessione tra le varie pellicole, il personaggio-rivelazione di Infinity War ha rappresentato una sorpresa. Thanos, interpretato magistralmente da Josh Brolin attraverso la motion capture, si presenta come un villain sui generis. A muoverlo non è una follia omicida, o neppure la brama di potere, come sarebbe facile dedurre. Bensì la volontà di ristabilire l’ordine nell’universo, scopo che è persuaso a perseguire ad ogni costo.

In tal modo, Thanos ci viene presentato come un personaggio che rende manifeste le sue intenzioni sin dal principio, ed è questo che lo rende pericoloso: la certezza, da parte sua, di essere nel giusto. Tuttavia, Thanos non è solamente un distruttore, e il suo rapporto con Gamora, che qui ci viene presentato anche tramite flashback, ne è una testimonianza imprescindibile.

Ciò che lascia perplessi tuttavia è la facilità con cui Thanos si approccia al suo scopo. Le Gemme dell’infinito, che dovrebbero rappresentare il punto chiave della trama, si rivelano troppo in fretta per destare il meritato interesse. Pur conoscendo l’ubicazione di cinque Gemme su sei, ci si aspetterebbe di trovare degli ostacoli nel completamento del Guanto dell’infinito; la missione di Thanos, invece, sembra procedere quasi senza ostacoli fino alla fine. Quando lo scontro più cruento avrà luogo. In questo senso l’angoscia, che già aveva pervaso lo spettatore a inizio pellicola, riaffiora con prepotenza; e nonostante alcuni spiragli e speranze vengano lasciati aperti, quello che sembra attendere gli Avengers, i Guardiani e i loro alleati, sembra essere un futuro decisamente oscuro.

Conclusioni

Tirando le somme, Avengers: Infinity War è senza dubbio uno dei lavori più riusciti dei fratelli Russo. Se non per via della qualità della pellicola – che lascia lo spettatore desideroso di averne sempre di più – sicuramente per il grandioso lavoro effettuato sul cast. A ciò, poi, si deve aggiungere la maestria dell’essere riusciti a caratterizzare Thanos quasi dal nulla.

A livello visivo, poi, il film è senza dubbio piacevole. Gli effetti speciali, come già detto, sono stati usati egregiamente, e sebbene alcuni punti chiave della trama si risolvano con soluzioni alquanto banali, la questione non turba più di tanto. Perché nel momento in cui ciò accade, l’attenzione dello spettatore viene canalizzata su quei personaggi che conosce ormai da una vita – o su quelli che magari conosce da meno, ma che ha già imparato ad amare – , e a cui sembra dover dire addio con la velocità di uno schiocco di dita.

Avengers: Infinity War

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Ottima gestione dei personaggi
  • Effetti speciali
  • Emotività ben canalizzata

Lati negativi

  • Elementi della trama deboli e a tratti banali
  • Montaggio a tratti troppo serrato

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