Enter the Anime: recensione del documentario Netflix

Alex Burunova ci accompagna alla scoperta dell'affascinante cultura nipponica degli anime

Il 5 Agosto 2019 sbarca su Netflix un inedito documentario su un genere sempre meno di nicchia, gli anime. Netflix ha sempre dimostrato di voler puntare su questo tipo di prodotto e, con l’uscita di Enter the Anime, ribadisce questa volontà. Alex Burunova , una novizia nella cultura anime, intende arrivare alle radici del genere. Si propone di capire cosa rende gli anime così speciali analizzando il processo creativo e quello produttivo, proprio come faremo noi con il suo documentario: ecco la recensione di Enter the Anime.

Al fine di comprender maggiormente il mondo degli anime Alex si rivolge a produttori, registi e designer di diversi anime del calibro di Castlevania, Cannon Busters, Aggretsuko, Baki, Kengan Ashura e 7 Seeds. Il viaggio della regista passa anche per la Toei animation e per la cultura kawaii, ma una cosa la ha incuriosita in particolar modo: il netto contrasto fra l’ordine della società giapponese e la follia e la violenza dei suoi anime. Come è possibile che un popolo tanto pacato dia vita a storie tanto allucinanti?

Indice

C’è un po’ di documentario in questa pubblicità – Enter the Anime recensioneEnter the Anime recensione

Se si osserva la lista di anime proposta da questo documentario ci si accorge immediatamente di una cosa: sono tutti disponibili su Netflix. Di per sé non è un crimine: Netflix, permettendo ai suoi utenti di saltare le intro, nega visibilità ai suoi creators e un documentario per farli conoscere è ragionevole. Enter the Anime però oltrepassa oltremodo il limite, mettendo in scena una banale lista promozionale degli anime che ha in catalogo.

Questo va a ripercuotersi anche sull’intento informativo del documentario, che appare invece più interessato a promuovere i prodotti Netflix. Questo appare chiaro fin da subito, quando l’intervista con Adi Shankar verte principalmente sulla sua bizzarria, invece che su Castlevania. Anche la regia si fa promotrice di inquadrature volte a evidenziare l’eclettismo del personaggio di Shankar, dimenticandosi totalmente di essere in un documentaristico.

Più che una reale ricerca sulla storia e sul significato degli anime questo documentario si configura come un enorme pubblicità. L’intento documentaristico sfuma inevitabilmente quando, in un documentario sugli anime, non citi i capisaldi del genere. Senza nulla togliere agli autori menzionati (Rilakkuma e Kaoru ad esempio è un prodotto molto interessante), non può sussistere un documentario sull’animazione giapponese che non citi i vari Miyazaki, Watanabe e Anno. La credibilità ben presto svanisce: a causa di una sponsorizzazione dei propri prodotti troppo prepotente Enter the Anime è irreversibilmente condannato a titolo di spot pubblicitario eccessivamente lungo.

A chi stiamo parlando? – Enter the Anime recensioneEnter the Anime recensione

Alex Burunova non sa nulla sugli anime. È lei stessa ad ammetterlo durante i primi minuti quando, sospinta dalla curiosità , si accinge a entrare in questo mondo. Avere una neofita come la Burunova in veste di tessitrice del documentario non è per forza un difetto. Si potrebbe improntare il documentario in modo tale che funga da primo impatto col mondo degli anime, instaurando un parallelismo fra regista e spettatore, entrambi per la prima volta alle prese con questo tipo di prodotto.

Il linguaggio dovrebbe dunque essere adatto a dei novizi e per forza di cose privo di tecnicismi sconosciuti ai più.  Qui Enter the Anime lascia alquanto perplessi, andando totalmente fuori fuoco. Si fatica a capire a che genere di pubblico può rivolgersi un prodotto simile: è troppo semplicistico e limitante per un appassionato del genere, ma anche colmo di tecnicismi e citazioni che un neofita non è in grado di comprendere. Si passa dal definire un manga come “fumetto giapponese” allo scomodare Cosmo di Saint Seiya.

La confusione aumenta col passare del tempo, accentuata dalle deliranti transizioni messe in scena dalla Buranova. L’editing visivo stordente è sempre fuori luogo e, tentando di smuovere la piattezza del documentario, ne amplia solamente le falle. I collegamenti fra i vari punti della lista sono debolissimi e tocca alla regista il lavoro sporco di assemblare una lista promozionale senza senso. Il risultato sono transizioni riguardanti ad esempio il cibo, giusto per introdurre quel “buongustaio” di LeSean Thomas.

Le contraddizioni del Giappone – Enter the Anime recensioneEnter the Anime recensione

Burunova si concentra molto sulla cultura giapponese, cercando di fare luce su tutte le sue contraddizioni e subculture. Le sue buone intenzioni sono smorzate da una scarsa conoscenza che la induce a porsi le domande sbagliate. Si attacca fortemente alla netto distacco fra l’ordine e la pulizia tipicamente orientali e i cruenti manga nipponici, sorvolando su quelle subculture che lei stessa ha menzionato. La sua ricerca è molto confusa: le domande si scambiano e si intersecano senza mai trovare una risposta soddisfacente.

Ci sono anche dei piccoli spunti interessanti, fra cui la visita alla Toei Animation e la kawaii culture. Scopriamo che lo studio di animazione giapponese è nato in seguito alla sconfitta nella seconda guerra mondiale con l’intento di ridare il sorriso ai bambini, e si è sempre opposto al colosso occidentale della Disney. La cultura kawaii invece è un fenomeno nato in Giappone intorno agli anni ’60 con lo scopo di contrastare le autorità attraverso il grazioso e l’infantile. Queste piccole scintille di interesse sono però abbandonate a loro stesse e si spengono ben presto, scartate dopo un accenno soltanto.

Appare chiaro come la regista fatichi ad allinearsi con questo genere, esprimendo più volte il suo stupore di fronte a dei “pazzi” che riescono a creare tutto questo. Le sue parole sono tutt’altro che malevole, ma lasciano intendere una distanza incolmabile fra lei e i creatori di contenuti che sta intervistando. Raramente si scende nel dettaglio e quando lo si fa si scivola il prima possibile nel generico. La domanda più gettonata è dove questi artisti partoriscono le loro idee e, stendendo un velo pietoso sulla miriade di domande senza risposta, almeno sappiano che le idee migliori vengono sotto la doccia.

Conclusioni

Enter the Anime è un pessimo prodotto per chiunque, sia un esperto che un novellino. Prodotto solamente con l’insipido intento di promuovere i proprio prodotti, questo “documentario ” fallisce su tutta la linea. Le regia aggressiva distrugge anche l’ultima parvenza di stile documentaristico; e Enter the Anime viene eletto finalmente come accozzaglia di spot, tanto futili quanto mal realizzati. Fin da subito, tramite le interviste a due autori americani (Shankar e Thomas), si poteva ben immaginare la piega da campagna pubblicitaria che il prodotto avrebbe preso.

In fin dei conti la ricerca di Alex Burunova è un susseguirsi di domande scollegate che terminano con una visione incredibilmente semplicistica che non è in grado di soddisfare alcun tipo di palato. La storia e la ragione d’essere degli anime in quanto “non hanno importanza” e viene sganciata la classica pillola di filosofia orientale. Gli anime ci rendono parte di qualcosa più grande di noi, promuovendo accettazione e condivisione. Inopinabile, ma da un documentario sugli anime ci si aspetterebbe una diversa gerarchia di importanza.

Enter the Anime

Voto - 3

3

Lati positivi

  • Qualche scintilla di interesse

Lati negativi

  • Si configura come una lunga pubblicità
  • Non ha un target preciso
  • Perde totalmente il fuoco e divaga esponenzialmente

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