La verità sul caso Harry Quebert: la recensione della serie con Patrick Dempsey

La trasposizione del thriller di Joël Dicker, in cui tutti sono sospettati

(Travis) Ho imparato una cosa da poliziotto: non sai mai cosa è capace di fare la gente.

La verità sul caso Harry Quebert recensione. La verità sul caso Harry Quebert è una miniserie televisiva americana, diretta da Jean-Jacques Annaud, con protagonista Patrick Dempsey. Tutta la sua carriera rappresenta il tentativo di realizzare un cinema di intrattenimento all’europea, alternativo al cinema industriale hollywoodiano. È regista dell’adattamento del romanzo italiano Il nome della rosa di Umberto Eco e di Sette anni in Tibet con protagonista Brad Pitt. Qui si occupa della trasposizione cinematografica del thriller di successo La verité sur l’affaire Harry Quebert di Joël Dicker, del 2012. È la storia di uno scrittore maturo che vede frantumarsi davanti agli occhi anni di carriera e apprezzamenti, a causa del ritrovamento del cadavere di Nola, una minorenne con la quale più di trent’anni fa Harry aveva avuto una relazione.

Indice:

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Un giovane scrittore di successo va a fare visita al suo ex professore universitario e mentore, Harry Quebert, per trarre ispirazione per il suo nuovo romanzo. Scopre invece che Harry è stato accusato di aver ucciso la quindicenne Nola Kellergan, scomparsa più di trent’anni fa e ritrovata seppellita nel giardino dell’uomo solo di recente. Quebert viene immediatamente arrestato e parte il processo che potrebbe condannarlo per sempre. Ma Marcus è convinto dell’innocenza del suo amico ed è deciso a trovare l’assassino di Nola. Anche se volesse dire sacrificare il tempo per scrivere il suo nuovo capolavoro.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – I due protagonisti

Patrick Dempsey è il protagonista della vicenda, lo scrittore Harry Quebert, che da popolare e amato uomo di successo diventa improvvisamente un disprezzato molestatore di minori. Ama il suo lavoro e riversa le sue emozioni sulle pagine, ma per lui scrivere è dolore e necessità di guardarsi dentro anche quando non vorrebbe. Parla infatti del suo amore per Nola e di ciò che ha imparato nella vita. Che insegna anche al suo pupillo Marcus, suo studente universitario e amico. Dempsey ci mostra un uomo dolce, rassicurante e rispettabile, ma anche bugiardo e pieno di segreti. Conosciamo l’attore per la celebre serie tv Grey’s Anatomy nel ruolo dell’affascinante Dottor Stranamore e per il ruolo di protagonista “umano” accanto al personaggio delle favole Amy Adams in Come d’incanto. I suoi ruoli spaziano da pellicole d’azione quali Transformers 3 a commedie romantiche come Bridget Jones’s Baby, passando per drammatici quali Il club degli imperatori.

Ben Schnetzer interpreta Marcus Goldman, giovane scrittore che ha pubblicato un romanzo in cima alle vendite ma che adesso fatica a confezionare un nuovo grande successo. Per questo cerca l’appoggio e l’ispirazione dell’amico ed ex professore Harry. Tra i due c’è molta stima, fino a quando Marcus non scoprirà dei fatti sul passato di Quebert, che gli faranno mettere in dubbio la sua sincerità e amicizia. Goldman è un ragazzo superficiale e amante della bella vita che tutto ad un tratto capisce cosa siano le cose veramente importanti: aiutare un amico in difficoltà, scrivere di un tema che lo appassioni. Il suo è un percorso da “romanzo di formazione”. Schnetzer ha recitato in Snowden, storia del tecnico informatico ex dipendente della CIA che rivelò informazioni segrete governative. Nel dramma a sfondo storico Storia di una ladra di libri e nell’adattamento del videogioco del 1994 Warcraft: Orcs & Humans, con il film Warcraft – L’inizio.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – Alcuni personaggi secondari

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Kristine Froseth impersona la giovane ed eterea Nola Kellergan, ragazzina figlia del reverendo della cittadina e innamorata di Harry. Fin dal primo momento sente con lui una connessione ed è decisa a vivere il suo amore senza limiti o incertezze. La sua vicinanza allo scrittore si trasforma quasi in presenza morbosa, ma non è percepita come tale dall’uomo, che condivide il suo affetto. Le voci in città sono però ben altre, e Nola non è la ragazza innocente che sembra. Abbiamo visto la Froseth nel film per adolescenti targato Netflix Sierra Burgess è una sfigata e sulle passerelle di Armani, Juicy Couture, Miu Miu e H&M, dato che lavora anche come modella.

Damon Wayans Jr. veste i panni del sarcastico sergente Perry Gahalowood, il quale ben presto imparerà a tollerare ed apprezzare la vicinanza di Goldman durante le indagini sul caso Quebert. Apparentemente schivo e concentrato sul lavoro “in solitaria”, Gahalowood si dimostrerà comprensivo e deciso a scoprire tutta la verità, anche con l’aiuto di chi non opera nella polizia. La sua chimica con Marcus ricorda i film divertenti ma con un risvolto morale con protagonisti due poliziotti e una missione da portare a termine. Un esempio è Bastardi in divisa, film nel quale Wayans Jr. ha preso parte. Abbiamo visto l’attore anche nella amata serie New Girl e nella commedia romantica Single ma non troppo a fianco di Dakota Johnson e Rebel Wilson.

Il caratterista Kurt Fuller qui è il capitano della polizia Gareth Pratt, apparentemente tranquillo e ligio al dovere, ma in realtà pieno di lati oscuri. È un uomo che non si redime in tarda età e non impara dai suoi errori, nonostante gli venga data la possibilità di farlo. Il suo è un ruolo chiave per la dinamica di alcune vicende ed è portato in scena da un attore visto nelle iconiche serie Desperate Housewives e Streghe. Fuller ha recitato anche nel film d’azione Ghostbusters 2 e nel filosofico Midnight in Paris.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – L’amore rende folli

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(Harry) Tu vuoi farmi parlare d’amore, Marcus, ma l’amore è complicato. (…) È la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare.

La bellezza di questa storia è la presenza di diverse tipologie di amore. Quello abitudinario e lontano dalla passione di un tempo tra Tamara e Robert Quinn, tenuto insieme dalle convenzioni sociali e da un debole affetto. Quello travolgente e incontenibile tra Harry e la giovane Nola, disposti a tutto pur di coronare il loro sogno dorato. L’amore non corrisposto e doloroso di Jenny Quinn per Harry, che non si affievolisce nemmeno dopo decenni. Insomma, la vita è mostrata con tutti suoi difetti, le tentazioni e il trasporto che i rapporti affettivi causano. Ma non parliamo solo di relazioni amorose: anche l’amore del padre di Nola per la figlia è forte, seppure ostacolato dalla presenza della moglie, violenta e crudele con la ragazza. L’affetto amicale di Marcus per Harry lo porta a non abbandonare la ricerca della verità anche quando tutto sembra portare alla colpevolezza dell’uomo.

Gran parte dei gesti compiuti dai personaggi sono dettati da una diversa sfumatura di follia: gelosia, vendetta, istinto di conservazione, dedizione al prossimo. I sentimenti e le emozioni, così come nella vita vera, prendono il sopravvento sulla razionalità e decidono come i protagonisti debbano agire. Particolare attenzione è attribuita alle donne, forti e disposte a tutto per ciò in cui credono: Nola e la sua volontà di amare Harry nonostante tutto, Tamara e il rancore che prova la porta a commettere azioni poco esemplari. È la figura femminile che regge il gioco in questa serie, e che diventa spesso la causa scatenante degli eventi. Impossibile non immedesimarsi con tutti i personaggi, per lo spettatore: va in scena la vita.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – I segreti corrodono dentro

(Barnaski) Nessuno è libero, ragazzo mio. Siamo tutti schiavi di qualcun altro. E di noi stessi.

Questa storia ci insegna che i segreti finiscono sempre, in un modo o nell’altro, per rivoltarcisi contro. Che vengano scoperti o che rimangano al sicuro nei meandri della nostra mente, trovano il modo per tormentarci e renderci schiavi di qualcuno o qualcosa. Harry convive per più di trent’anni con il timore che si conosca la sua relazione con l’adolescente Nola, il capitano della polizia Pratt convive con un atto spregevole commesso tempo addietro. Il ricco Stern ha il rimorso di non aver fatto abbastanza per salvare la povera anima del suo autista, ma non osa raccontare la verità. Ognuno con il proprio fardello, il personaggio si pone davanti al pubblico, e pur con difficoltà e ripensamenti, si racconta a modo suo. Forse se i loro segreti fossero stati svelati quando era il momento, Nola sarebbe ancora viva, si sarebbe risparmiato molto dolore. Ma del resto la vita è così, non ammette i “se”. Ancora una volta, Dicker costruisce tramite le parole (trasposte poi in immagini) un quadro dell’umanità, ben lontana dalla perfezione. Afflitta da pensieri che corrodono dentro.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – Tutti hanno un buon movente

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(Harry) Vedi, Marcus, la nostra società è stata concepita in modo da costringerci a scegliere continuamente tra ragione e passione. La ragione non è mai servita a nessuno; la passione è spesso distruttiva.

Siamo lontani da una caratterizzazione semplicistica di “buono” e “cattivo”; i personaggi sono sfaccettati e possiedono pregi e difetti. A volte fanno il giusto e altre cadono in tentazione e si abbandonano ai vizi dell’uomo e ai peccati. Dicker ci mostra quanto sia ipocrita credere che esistano persone solo ligie al dovere e raccomandabili, e persone spregievoli. Chiunque è composto da lati positivi e lati oscuri, e se provocato, potrebbe reagire. Il fatto che durante i dieci episodi si finisca per sospettare di tutti, è il risultato di una storia ben orchestrata e realistica. Ognuno, nel nostro caso, avrebbe avuto un “buon” motivo per uccidere Nola: un segreto da tenere nascosto, eccessiva gelosia, la paura di cedere ad un ricatto. Come i personaggi di Agatha Christie, anche quelli di La verità sul caso Harry Quebert sono considerabili capaci di commettere azioni impulsive ed estremamente immorali. Marcus si ritrova nel ruolo di un moderno Poirot in cerca della verità, che sembra stata sotterrata insieme ai resti di Nola.

La verità sul caso Harry Quebert: recensione – Romanzo vs Film

(Harry) Marcus, gli scrittori sono esseri così fragili perché possono subire due tipi di dispiaceri sentimentali, ossia il doppio rispetto alle persone normali: le pene d’amore e quelle artistiche. Scrivere un libro è come amare qualcuno: può diventare molto doloroso.

Ci troviamo davanti ad uno dei casi in cui il romanzo è trasposto quasi del tutto fedelmente: alcune parti dei dialoghi rimangono le stesse, così come gli ambienti e i personaggi rispecchiano l’immagine mentale che i lettori si erano creati. Il continuo rimbalzo tra passato e presente è evidenziato nel libro tramite la data inserita “a mo’ di diario”, mentre nella serie vediamo un riferimento in sovrimpressione. Siamo in grado di seguire i ragionamenti di Marcus, i risvolti del tribunale e la lista dei sospettati tramite l’accesso completo alle teorie e supposizioni di Goldman, che diventa il nostro più fedele alleato nella ricerca della verità. Grazie alla visione di scene simili ma con alcune modifiche a seconda dei punti di vista, scopriamo la versione di ogni personaggio.

La narrazione non risulta quindi sempre affidabile: quello che stiamo vedendo potrebbe non essere la verità. Joël Dicker, l’autore del romanzo del 2012, ha seguito da vicino la stesura della sceneggiatura e le riprese, permettendo alla serie di rimanere il più simile possibile alla storia originale. La trasposizione infatti gode di ottime recensioni, in particolare da parte dei fan del romanzo. Se volessimo tuttavia trovare una mancanza della storia su schermo rispetto a quella cartacea, penseremmo senza dubbio alle citazioni di Harry presenti ad ogni inizio capitolo. Frasi a tinte filosofiche sui grandi dubbi dell’uomo: la vita, la morte, l’amore, e naturalmente la professione di scrittore e l’importanza delle parole.

Dempsey, Annaud e Dicker

La verità sul caso Harry Quebert: recensione –  Aspetti tecnici

Il primo aspetto che colpisce è la fotografia, che si avvale di una saturazione sui toni caldi quando si mostra il passato di Harry, felice insieme a Nola, e di colori freddi quando invece si tratta del presente. Questo espediente è utile al pubblico per capire ulteriormente quale momento della vita dei protagonisti si stia guardando, e quale stato d’animo sia loro associato. Inoltre assistiamo a diversi pedinamenti degli attori con la telecamera, che danno vita a piani-sequenza e restituiscono efficacemente il senso di oppressione psicologica che i personaggi provano. Si sentono sempre osservati e giudicati dagli altri, compreso il pubblico. Non mancano numerose carrellate circolari (la telecamera che gira intorno ai personaggi, a 360 gradi) e zoom sui visi e le micro-espressioni facciali.

Un elemento che ricorda Hitchcock è la concentrazione frequente su particolari o oggetti precisi. Un esempio è l’inquadratura in primo piano della mano protesa verso il pubblico della protagonista di Il delitto perfetto mentre è attaccata, o del telefono che sarebbe servito per chiamare aiuto. Le scene poi sono mostrate più volte, ma con finali o particolari differenti. Il padre di Nola ricorda la notte dell’incendio e la descrive dall’inizio alla fine, ma poi si scopre che la realtà è andata diversamente e il pubblico rivive la scena con alcuni elementi modificati. Cambiando il punto di vista e la versione dei fatti, anche la scena cambia, e il pubblico non è onnisciente, spesso non sa più dei personaggi stessi. Infine il refrain musicale presentato nella sigla iniziale è ripetuto nei momenti salienti delle puntate, conferendo anche una coerenza sonora alla storia.

La verità sul caso Harry Quebert

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Fedeltà al romanzo
  • Ottima fotografia
  • Storia travolgente

Lati negativi

  • Trama complessa

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