Remember: recensione del film con Christopher Plummer

La storia della vendetta di due sopravvissuti alla Shoah diretta da Atom Egoyan: ecco la recensione di Remember

Di film su dei sopravvissuti alla Shoah ne sono stati realizzati tanti, molti simili fra loro. Tuttavia capita che a volte ne emerga uno che si distingue dalla massa, in grado di rimanere impresso nella mente dello spettatore e di comunicare significati profondi. Remember di Atom Egoyan è proprio questo tipo di film. Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del 2015, l’opera aveva affascinato il pubblico del festival, tanto da ricevere una standing ovation di cinque minuti. Questo perché Remember è un racconto potente sul rapporto tra storia e memoria, i ricordi della mente e quelli del corpo. Il tutto accompagnato da un finale a effetto di maestria hitchcockiana.

Come protagonisti troviamo Christopher Plummer e Martin Landau, che interpretano due amici in una casa di riposo che pianificano l’omicidio del tedesco che sterminò le loro famiglie ad Auschwitz. Protagonisti atipici per una storia thriller di questo tipo, ma è proprio questo che rende il film interessante e sorprendente. Di seguito trovate la nostra recensione completa di Remember, in cui cercheremo di spiegarvi perché è un’opera da non perdere e uno dei migliori film recenti.

Remember: recensione

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In una casa di riposo americana ci sono due amici di origine tedesca, che condividono il trauma dei campi di concentramento. Zev (Christopher Plummer) è affetto da demenza senile e ha da poco perso una delle poche cose che ricorda, sua moglie. Max (Martin Landau) è fisicamente ancor più malridotto, tra bombole di ossigeno e sedia a rotelle. Max ricorda a Zev che è il momento di adempiere alla sua promessa: morta sua moglie, deve cercare l’uomo che ha sterminato le loro famiglie ad Auschwitz, il comandante delle SS Otto Wallisch. Costui vive in America da anni con il nome di una delle sue vittime, Rudy Kurlander. Il problema è che ne esistono quattro sparsi nel paese.

Zev parte alla ricerca dei quattro omonimi, con il compito di trovare quello giusto e ucciderlo. Il suo compagno più fedele sarà la lettera scritta da Max, in cui sono riportate le informazioni che potrebbe dimenticare. A ogni risveglio infatti Zev sembra resettare tutto, ricordando solo il nome di sua moglie. Quando la ricerca giungerà alla fine, Zev scoprirà una verità inimmaginabile.

Remember: la memoria della mente e del corpo

Remember non è una classica storia di vendetta con protagonisti canonici. Il film è infatti un thriller atipico, con personaggi senili, stanchi ma desiderosi di compiere un ultimo atto che conti. Nucleo centrale della storia sembra però essere altro: una riflessione sulla memoria. Attraverso Zev Remember sottolinea la debolezza e l’esposizione alla manipolazione di quella mentale. Una memoria differente da quella del corpo, in grado di restituire azioni che la mente non ricordava di saper praticare.

Se la mente tentenna di fronte a un pianoforte, il corpo comincia a suonarlo se in grado di farlo. E lo stesso se si sta impugnando tremanti una pistola. Il film di Egoyan approfondisce proprio questa memoria del corpo, che non dimentica nulla al contrario della mente, che lascia dietro di sé parole e persone. La musica e la voce sono invece gli attivatori della nostra memoria, in grado di ricondurre Zev ai ricordi dimenticati.

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La ricerca di Zev verso il suo carnefice (e la sua memoria) permette anche un’ulteriore riflessione, quella sulla moralità. Questa viene approfondita nei binomi di vittima-carnefice e vendetta-colpa. Solo il “cattivo” è privo di moralità? In quali termini la vendetta della vittima è moralmente giusta? Alla fine dove si colloca la colpa più grande? Significati profondi e grandi temi che il film gestisce magistralmente.

Remember: Egoyan, Plummer, Landau

Remember contiene in sé due facce di una stessa medaglia: interpretazioni ottime e regia sufficiente. Tecnicamente infatti è nella norma, niente di esaltante; attorialmente è invece superbo. Le interpretazioni di Christopher Plummer e Martin Landau sono vicine alla perfezione e lasciano il segno nella mente dello spettatore. In particolare colpisce lo sguardo di Plummer, in grado di restituire il vuoto della mente che attanaglia il suo personaggio. Un dettaglio che la macchina da presa non dimentica mai di sottolineare.

Dall’altro lato della medaglia, il regista canadese Atom Egoyan non cerca alcun virtuosismo particolare, svolge al minimo il suo compito. Sa però manovrare la vicenda raccontata, che si rivela simile a percorsi da lui già battuti. Nei generi da lui esplorati, Egoyan ha diretto spesso storie con pezzi mancanti da ritrovare, trame labirintiche con eventi orbitanti intorno a vicende tristi, torbide o inquietanti assenti sulla scena. La semplicità con cui il regista dirige Remember può essere però ricollegata all’importanza di altri elementi: i risvolti narrativi, i significati profondi e i superbi interpreti.

Remember recensione: conclusioni

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Remember è un film da non perdere perché è una storia di vendetta dal percorso contorto e ribaltamenti imprevisti, intrisa di significati profondi e interessanti riflessioni. Da elogiare il meccanismo del puzzle dai pezzi mancanti, in cui l’ultimo sconvolge tutto dando nuova forma alla storia vista fino a quel momento. Un metodo che indurrà lo spettatore a ripercorrere la visione alla ricerca di indizi non visti. Con attori magnifici, trama incredibile e un finale a sorpresa ai livelli della maestria hitchcockiana, Remember è il film che dovete recuperare assolutamente.

Remember

Voto - 8

8

Lati positivi

  • La riflessione sulla memoria e la moralità
  • Le interpretazioni di Plummer e Landau
  • Il finale a sorpresa

Lati negativi

  • La regia semplice di Egoyan

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