Shining Girls: recensione della serie fantathriller con Elizabeth Moss

Un thriller onirico che racconta il dramma di essere una vittima

Con Elizabeth Moss e Wagner Moura, Shining Girls è la nuova serie tv thriller disponibile su Apple Tv+. Sono tanti i motivi che spingono ad iniziare la serie, il primo sono proprio i due attori protagonisti: Moss è una maga quando si parla di interpretare ruoli femminili studiati a tutto tondo, mentre Moura ha già dato ampliamente prova di sé vestendo i panni di Pablo Escobar in Narcos. Tra la lunga lista di produttori, invece, spiccano i nomi della stessa Elizabeth Moss e di Leonardo DiCaprio.

Inoltre Shining Girls prende le distanze dai classici noir introducendo elementi al limite con la fantascienza. Non fatevi ingannare dai primi due episodi che giocano con la psiche confusa di Kirby, la protagonista della serie, perché Shining Girls è destinato a diventare sempre più complesso. Forse anche troppo.

Indice

Trama – Shining Girls, la recensione

Kirby Mazrachi (Elizabeth Moss) lavora come archivista nella sede editoriale del Chicago Sun-Times, ha un gatto e vive con sua madre in un piccolo appartamento. O almeno questo è quello che lei crede. 
A causa di un’aggressione avvenuta sei anni prima il cui colpevole non è mai stato preso, Kirby è rimasta traumatizzata e lotta per cercare di separare la realtà dalla fantasia. È costretta ad annotarsi tutto quello a cui riesce ad aggrapparsi, anche le cose più piccole come, ad esempio, quale sia la sua scrivania al lavoro, ma il ricordo dell’aggressione è cristallino nella sua mente.

Il suo è un trauma che ha cercato di risolvere da sola dal momento che le autorità non hanno svolto sufficienti indagini, del quale è costretta a parlarne quando il giornalista in declino Dan Velazquez (Wagner Moura) inizia a seguire la pista di un potenziale serial killer. Le vittime di questo uomo riportano una particolare ferita a croce sullo stomaco nel quale introduce un oggetto ogni volta differente, esattamente come ha fatto con Kirby.

Le scelte interpretative di Elizabeth Moss – Shining Girls, la recensione

Shining Girls inizia come un thriller tra i più classici, ma pone subito due elementi che fanno cambiare presto opinione: la sequenza d’apertura ha come protagonista un losco individuo che si approccia ad una bambina che gioca sulle scale di casa, e che con un’inquietante frase – “lo terrai, lo fate sempre” riferito ad un giocattolo di legno che le ha appena regalato – lascia intendere che non è la sua prima volta. La seconda è da vedersi nella scelta dell’attrice protagonista.

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Shining Girls. Love & Squalor Pictures, Michelle MacLaren Entertainment, Appian Way Productions, MRC Television.

Elizabeth Moss,  a partire  dall’interpretazione di Peggy Olson nella serie del 2007 Mad Men, si è guadagnata la stima del pubblico per la scelta di interpretare personaggi femminili interessanti e fuori da qualsiasi stereotipo. Per passare da The Handmaid’s Tale fino al film L’uomo invisibile, Moss si è impegnata per dar voce a personaggi in costante lotta contro una società patriarcale che vuole costringere le donne in rigidi ruoli.
Anche Kirby non fa eccezione. Kirby è una vittima, una donna che ha subito un’aggressione ma è sopravvissuta, sebbene le abbia lasciato un forte trauma che si ripercuote nella sua quotidianità. Kirby è costretta ad appuntarsi nomi, date e avvenimenti della sua vita per tenerne traccia.

Narrazione inaffidabile – Shining Girls, la recensione

Gli anni dopo l’aggressione per Kirby sono stati momenti di estrema confusione che condivide con lo spettatore stesso.
La sua quotidianità subisce forti cambiamenti, la realtà e quello che la sua mente le fa credere sia reale si sovrappongono, confondendo Kirby – che si ritrova ogni volta a dover affrontare nuovi scenari – e il pubblico. Questo slittamento tra cosa è reale e cosa no inizia con cose piccole, come se Kirby possiede un gatto o un cane che si presentano in camera sua sempre con la stessa medaglietta. Fino ad arrivare a eventi completamente cancellati dalla sua memoria e sostituiti: Kirby abita con sua madre, con la quale ha un cattivo rapporto, o con suo marito?

Kirby diventa una narratrice inaffidabile contro la sua volontà, ma questo non la rende meno credibile come vittima. Il suo status non viene mai messo in discussione se non da Dan, ma Kirby ha bene in mente l’aggressione. Tutto di quel giorno le è estremamente chiaro: cosa stesse facendo prima, cosa ha visto o sentito, le esatte parole dette dall’uomo e cosa le ha lasciato dentro di sé. E solo ripercorrere il suo trauma può portare alla cattura del serial killer.

Shining Girls

Shining Girls. Love & Squalor Pictures, Michelle MacLaren Entertainment, Appian Way Productions, MRC Television.

Thriller onirico dagli occhi di una vittima – Shining Girls, la recensione

Shining Girls può essere definito un thriller onirico grazie alla sua struttura altalenante, una fusione tra realtà e sogno che rendono la narrazione ancora più sospesa sul filo del rasoio alla quale si aggiungono ben presto elementi surreali che vuole raccontare il punto di vista delle vittime.
Una suspense che è data da alcuni elementi classici e altri che si spostano sull’imprevisto. Alla base troviamo un noir tra i più classici: una vittima che è alla ricerca del suo aggressore dopo aver compreso che le autorità non le saranno di nessun aiuto; ad affiancarla c’è un giornalista alla ricerca di un riscatto personale e con un passato misterioso che tenta di lasciarsi alle spalle.

C’è un continuo giochi tra questi due mondi: tra la visione di Dan che è tra le più blasonate – padre single con problemi di alcolismo – alla quale si aggiunge anche una particolare dedizione all’alcol, e la scelta di un personaggio femminile che solitamente sarebbe relegata come comparsa, come la donna alla quale il detective porta la lieta notizia della cattura del suo persecutore alla fine della serie. Kirby è tutt’altro che una comparsa da usare per smuovere la sensibilità del protagonista, ma è una protagonista a tutto tondo. È colei che empatizza con le altre vittime, che sa cosa vuol dire non essere creduta ed emarginata dalle stesse persone che dovrebbero stare dalla loro parte.

Un’eccessiva confusione – Shining Girls, la recensione

Le atmosfere oniriche, la regia che si sofferma sulla mente confusa di Kirby si sposano ad una fotografia scura e fredda, soprattutto nei luoghi abitati dalla protagonista. Quando facciamo la conoscenza di Kirby, la ragazza è rilegata in una stanzetta adibita ad archivio della sede editoriale con solo un’altra donna. L’archivio è piccolo, le pareti sono scure e una goccia che cade dal soffitto impone un ritmo di sottofondo fastidioso. È così che viene presentata Kirby, in una stanza inadeguata dove lei si mette a suo agio solo ascoltando la musica, stando per conto proprio.

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Shining Girls. Love & Squalor Pictures, Michelle MacLaren Entertainment, Appian Way Productions, MRC Television.

Questo senso di claustrofobia è accompagnato dalle immagini crude delle fotografie delle donne che sono state mutilate e uccise senza rimorsi. I corpi delle vittime condividono con Kirby la stessa cicatrice a croce sullo stomaco e il medesimo rituale macabro che richiama il nome stesso della serie. Shining Girls è certamente un prodotto seriale atipico, il quale approccio può non essere dei migliori a causa di una confusione che, in determinati momenti, diventa eccessiva anche per uno spettatore più attento. Ma la cui visione è consigliata per come dispone gli elementi narrativi a sua disposizione, con un crescendo di suspense e straniamento che esplode nel plot twist finale.

 

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Shining Girls

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Un thriller con elementi surreali e atipici
  • La bravura di Elizabeth Moss nell'interpretare una protagonista sfaccettata e interessante

Lati negativi

  • La serie, sebbene abbia un buon ritmo e sorprenda continuamente con plot twist che abbracciano la fantascienza, risulta troppo confusionaria anche per uno spettatore più attento

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