The Adam Project: recensione del film con Ryan Reynolds

Su Netflix, il film diretto da Shawn Levy, con Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Zoe Saldana e Walker Scobell

The Adam Project, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è il nuovo film diretto da Shawn Levy, disponibile su Netflix dall’11 marzo. La pellicola è un buon mix di sci-fi, comedy e action. Il mood leggero viene presentato subito con la canzone “Gimme Some Lovin” di The Spencer Davis Group. Quindi, sin da subito, si nota che Ryan Reynolds, anche in quest’opera, non si prenderà troppo sul serio. Caratteristica che ha già dimostrato in Deadpool e Free Guy, diretto anch’esso da Shawn Levy. Quindi, si può ben dire che la coppia ReynoldsLevy funziona a dovere.

L’attore, infatti, sembra aver trovato la chiave giusta per la sua recitazione. E poi, sembra proprio che Levy e Reynolds facciano un ottimo lavoro insieme, dimostrando di avere una certa alchimia. Sono bravi a giocare con i generi cinematografici e li mischiano con molto equilibrio e intelligenza. In questo caso, non hanno paura di misurarsi con altri film di fantascienza, d’azione e con la commedia. Se siete curiosi di conoscere il nostro parere sul nuovo film disponibile sulla piattaforma streaming, proseguite nella lettura della nostra recensione di The Adam Project.

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The Adam Project. Skydance Media

Indice

È presente umorismo nerd che rende piacevole la visione – The Adam Project recensione

Nel 2050, c’è un jet che vola sopra la Terra, inseguito da altri veicoli. Adam Reed è ferito e in fuga. Dopo aver aperto un cunicolo spazio-temporale, riesce a sparire nel nulla. Si schianta accidentalmente nel 2022. Qui, Adam Reed (Walker Scobell), un dodicenne piuttosto sveglio e con la lingua lunga, viene tormentato dai bulli che non lo lasciano in pace. Vive con la madre Ellie (Jennifer Garner) con la quale ha un rapporto difficile. Tra madre e figlio si è infatti creato un muro, dovuto alla morte prematura di Louis (Mark Ruffalo), marito di Ellie e padre di Adam a causa di un tragico incidente. Una sera, in attesa che Ellie rientri in casa, mentre sta giocando a un videogioco, Adam sente un rumore fortissimo provenire dal bosco lì vicino. Scopre che, dentro un magazzino nel bosco, c’è un uomo ferito che a sua volta si chiama Adam (Ryan Reynolds), che ha una cicatrice sul mento proprio come lui e che indossa l’orologio appartenuto a Louis… Da qui, parte l’intera storia, in cui i salti temporali la fanno da padrone. Uno degli elementi più interessanti del film è la scrittura dei dialoghi.

I dialoghi sono molto divertenti, intelligenti, irriverenti e spassosi. Da subito, si nota una forte chimica tra Scobell e Reynolds. Per l’intero racconto, i due attori si scambiano batture dissacranti e si prendono continuamente in giro. Merito, di certo, della sceneggiatura scritta da Jonathan Tropper, T.S. Nowlin, Jennifer Flackett e Mark Levin. Riprendendo invece il discorso dei viaggi nel tempo, abbiamo già detto come questo luogo narrativo sia la base di The Adam Project. Si vedono, se ne parla moltissimo, in continuazione, ma non vengono approfonditi. E questo è un peccato, perché alcuni passaggi della storia non appaiono chiari, proprio perché non si riesce bene a capire cosa stia accadendo. Sembra, infatti, che nel 2050 si viva in un mondo distopico. Lo spettatore, quindi, si aspetterebbe di dare uno sguardo da vicino a questo mondo; cosa che però, purtroppo, non accade. Chiaramente, l’aspetto fantascientifico è rappresentato in maniera diversa, rispetto agli altri film del genere. Questo perché è influenzato dall’ironia. Si tratta, infatti, di un umorismo un po’ infantile, ma molto divertente e piacevole.

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The Adam Project. Skydance Media

Gli spettatori si aspettano di vedere presto un altro progetto con la coppia Levy-Reynolds – The Adam Project recensione

Nel corso della visione di The Adam Project si nota anche che non mancano scene emozionanti, che arrivano al limite della commozione. Adam adulto infatti, si ritrova a riflettere su chi era da pre-adolescente e che rapporto aveva con i genitori. L’elaborazione del lutto, quindi, viene affrontata con dolcezza, tanto da poter far uscire qualche lacrima. In The Adam Project, inoltre, funzionano molto bene le scene d’azione, soprattutto, quelle girate nel cielo con i jet futuristici che s’inseguono. Sono ideate con intelligenza e sono appassionanti. Un po’ di debolezze si possono invece riscontrare nel terzo atto e, soprattutto, verso il finale. La fine, infatti, risulta frettolosa e poco incisiva. Il villain, Maya Sorian (Catherine Keener), appare con prepotenza, ma non è abbastanza incisiva durante lo scontro finale. Il contrasto tra Maya e i protagonisti maschili, infatti, non è abbastanza efficace e rimane piuttosto superficiale. Il problema, quindi, non è solo nella scrittura, ma anche negli effetti speciali.

Sembra, infatti, che questo reparto tecnico di Netflix abbia attraversato degli ostacoli. Nonostante tutto, però, The Adam Project risulta abbastanza godibile, perché è perfetto nell’intrattenere, divertendo e facendo riflettere. Ryan Reynolds, Walker Scobell e Mark Ruffalo funzionano benissimo insieme. Si nota benissimo che Reynolds e Ruffalo hanno esperienza con le commedie e le scene più emozionanti. Soprattutto Scobell gestisce con padronanza i dialoghi pieni di battute divertenti. Sembra inoltre sentirsi molto a suo agio nei panni nel personaggio che interpreta. Con Reynolds, confeziona le scene più significative e spassose del film. La cosa affascinante è che, a volte, sembri proprio Scobell a essere l’adulto e Reynolds il ragazzino. E questo funziona molto bene in questa pellicola che vuole far ridere, ma vuole anche far pensare e commuovere. Non sarà una sorpresa se in futuro Netflix avrà a che fare di nuovo con la coppia Levy – Shawn. Perché si è dimostrata all’altezza di altre buone action comedy. Arrivati alla conclusione della nostra recensione di The Adam Project, non possiamo fare altro che consigliarvene la visione. Il film è disponibile su Netflix dall’11 marzo 2022.

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The Adam Project. Skydance Media

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The Adam Project

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • L'interpretazione degli attori
  • La scrittura dei dialoghi

Lati negativi

  • Un finale sbrigativo

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