The Greatest Hits: recensione del film con Lucy Boynton e David Corenswet

Ned Benson scrive e dirige una storia che racconta la potenza della musica in un percorso di elaborazione del lutto

The Greatest Hits, di cui vi presentiamo la recensione, è una delle ultime novità giunte sulla piattaforma streaming di Disney+. Presentato in anteprima mondiale al festival South by Southwest, distribuito limitatamente dalla Searchlight Pictures nei cinema americani e poi successivamente in streaming su Hulu, il film scritto e diretto da Ned Benson (La scomparsa di Eleanor Rigby) è un’interessante variazione sul tema dell’elaborazione del lutto. Il cinema ha da sempre trattato da diverse angolazioni questo tema delicato, perciò non è sempre facile trovare un nuovo approccio originale. The Greatest Hits riesce (in parte) in questo, unendo intelligentemente l’elaborazione del lutto al potere della musica. La pellicola infatti è incentrata su una ragazza che scopre di essere in grado di tornare indietro nel tempo ascoltando alcune canzoni, rivivendo così determinati momenti condivisi con il suo fidanzato, morto tragicamente. 

Lucy Boynton, David Corenswet e Justin H. Min accompagnano lo spettatore in questa delicata storia di amore, dolore ed elaborazione di esso, in cui la musica la fa da padrone. Nelly Furtado, Lana Del Rey, Roxy Music e Beach House sono alcuni degli artisti che è possibile ascoltare. Un grande punto di forza, probabilmente l’unico, poiché The Greatest Hits (qui il trailer) non riesce a sfruttare a pieno il suo potenziale e a rimanere impresso nella memoria come dovrebbe.

the greatest hits recensione

The Greatest Hits. Groundswell Productions, Flying Point Productions

Indice

La trama – The Greatest Hits recensione

Harriet (Lucy Boynton) non è più la stessa dopo la morte del suo fidanzato Max (David Corenswet), causata da un incidente d’auto in seguito al quale la ragazza era stata in coma una settimana. Nonostante siano passati due anni da quel tragico evento, Harriet non è riuscita a elaborare un dolore così grande. I suoi unici conforti sono il suo amico Morris, la partecipazione a un gruppo di supporto e alcune canzoni condivise con Max che sono in grado di riportarla indietro nel tempo. Harriet infatti ha scoperto che, ascoltandole, ha il potere di tornare ad alcuni momenti della sua vita vissuta con il suo fidanzato, compreso l’incidente d’auto. C’è una canzone però che manca e può essere determinante per salvare Max.

Harriet, sempre più chiusa in sé stessa e ancorata disperatamente al passato, si lancia alla ricerca di questa canzone. Tutto cambia quando a uno dei tanti incontri di supporto a cui partecipa conosce David (Justin H. Min), il quale ha perso i suoi genitori. I due hanno un’intesa immediata e iniziano a frequentarsi. Nonostante David la renda felice e in grado di guardare finalmente al futuro, Harriet non riesce a sganciarsi dal suo passato con Max e ben presto capirà che dovrà trovare un modo di lasciarlo andare.

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The Greatest Hits. Groundswell Productions, Flying Point Productions

Il potere della musica

Non si può negare che The Greatest Hits sia un film intelligente, che comunica il potere della musica, la quale proustianamente ci può far rivivere alcuni momenti della nostra vita, tragici o allegri che siano. Ned Benson traduce alla lettera questo potere, mostrando come l’arte imita la vita trascinando la sua protagonista in un viaggio sospeso tra passato e presente condotto da brani iconici che non mancheranno di rimanere impressi nello spettatore. L’intento è chiaro: mostrare il potere della musica che è in grado di distrarci dal presente, di trascinarci in un’altra dimensione o di trasportarci in altri tempi. Insieme a questo, The Greatest Hits vuole anche trattare la tematica del lutto, del dolore che ne consegue e della lotta per superarlo (come viene detto nel film “La parte più fantastica e terrificante dell’essere umani: la nostra abilità di andare avanti”).

Se nel comunicare e mostrare il potere della musica il film ottiene risultati convincenti, creando un percorso ipnotico tra musica e ricordi, a essere più debole è invece la gestione del tema del lutto. Da questo punto di vista, il film risulta troppo simile a tante altre pellicole, non originale e anche abbastanza piatto narrativamente. Fa molta fatica a ingranare la marcia e non impiega il suo tempo ad approfondire in modo corretto i vari personaggi, protagonisti e non. Fortunatamente approda a un finale azzeccato, commovente e coinvolgente, anche se non molto innovativo. Si sarebbe potuto fare di più avendo avuto a disposizione elementi di grande appeal, anche molto furbi, come l’ottima colonna sonora, un mix di romanticismo e nostalgia con un pizzico di fantasy e soprattutto delle pregevoli interpretazioni.

Un cast che spicca in una storia dai risvolti prevedibili – The Greatest Hits recensione

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The Greatest Hits. Groundswell Productions, Flying Point Productions

Oltre la musica, l’altro punto di forza risiede senz’altro nel lavoro del cast. Dopo Sing Street e Bohemian Rhapsody, la splendida e talentuosa Lucy Boynton torna in un film a tema musicale e interpreta ottimamente la protagonista Harriet, riuscendo a gestire pienamente l’altalena emozionale che caratterizza il suo personaggio. È affiancata dalla performance sempre apprezzabile di Justin H. Min (visto in The Umbrella Academy e Beef) nei panni del dolce David. Il futuro Superman David Corenswet brilla meno nei “momenti-Max” che la protagonista vive quando ascolta alcune canzoni, ma nel complesso risulta convincente.

In conclusione, The Greatest Hits è un’opera delicata che non calca eccessivamente sul romanticismo nè indugia eccessivamente sul dolore della protagonista che è comunque palpabile, grazie all’ottima interpretazione della Boynton. Con leggerezza cerca di comunicare il grande effetto nostalgico della musica e di descrivere una delle abilità sorprendenti dell’essere umano: superare la perdita di una persona cara che sembra insuperabile. La componente musicale che rappresenta l’elemento caratterizzante del film è senz’altro coinvolgente, ma rimane perlopiù una componente furba che cerca di coprire le carenze narrative e anche visive (la regia è molto semplice e poco ispirata). Se non altro a fine visione rimarranno impressi i bellissimi brani della colonna sonora, come Never Lost di Nelly Furtado, New Romance dei Beach House, Loud Places di Jamie xx e Romy e il remix di To Turn You On di Roxy Music.

The Greatest Hits

Voto - 6

6

Lati positivi

  • Il bellissimo messaggio sul potere nostalgico della musica
  • Le interpretazioni del cast
  • La colonna sonora che rimane impressa nella mente

Lati negativi

  • Nel trattare il tema dell'elaborazione del lutto il film è alquanto prevedibile
  • Narrativamente risulta perlopiù piatto ed è un vero peccato

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