Un piccolo favore: recensione del film thriller con Blake Lively

In anteprima la recensione di Un piccolo favore, thriller sorpresa dell'anno con Blake Lively e Anna Kendrick

Un piccolo favore, film thriller di Paul Feig con Anna Kendrick e Blake Lively, è una delle ultime sorprese di questo 2018 cinematografico. Uscita in America a settembre, la pellicola è stata molto apprezzata da critica e pubblico e ora arriva finalmente in Italia, distribuita da 01 Distribution. Inserito nel recente filone thriller in cui rientrano L’amore bugiardo – Gone Girl e La ragazza del treno, Un piccolo favore osa con un mix di generi geniale e sorprendente.

Partendo dal romanzo omonimo di Darcey Bell, il film va oltre la trama e il tono del libro. Paul Feig e la sceneggiatrice Jessica Sharzer spingono infatti su lati comici e imprevedibili e sui colpi di scena. Anna Kendrick e Blake Lively sono bravissime nel maneggiare i loro personaggi, invischiati in innumerevoli segreti e bugie. Sommando tutto ciò, il risultato è il thriller sorpresa dell’anno che merita assolutamente di essere visto. Ecco qui di seguito la nostra recensione in anteprima di Un piccolo favore, in uscita il 13 dicembre.

Un piccolo favore: recensione

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Stephanie (Anna Kendrick) è una cosiddetta “supermamma”: partecipa a ogni iniziativa della scuola del figlio, cerca di essere una madre modello perfetta. Dopo la tragica morte di suo marito, Stephanie si destreggia fra il suo vlog e il prendersi cura del suo Miles. Tutto cambia quando conosce Emily (Blake Lively), madre di un compagno di suo figlio. La donna è elegante, misteriosa e interessante e cerca immediatamente un legame con Stephanie.

Tra segreti condivisi e un Martini e l’altro, le due diventano ottime amiche. Un pomeriggio però Emily chiede a Stephanie di prendere suo figlio a scuola e subito dopo scompare. Da “supermamma” Stephanie si trasforma in una determinata detective per scoprire la verità dietro la scomparsa della sua migliore amica. Nella sua ricerca però si avvicina anche al marito di Emily, Sean (Henry Golding), iniziando una relazione. Segreti, bugie, vendette e colpi di scena si susseguiranno in un incredibile crescendo.

Un piccolo favore: un thriller dalle mille sorprese

Recentemente il genere thriller, sia nei libri che nei film, ha esplorato il cliché della donna scomparsa, unito a segreti, bugie e un’ambientazione suburbana. La perfezione e la serenità del luogo diventano così superfici sotto cui si nascondono trame oscure e la natura diabolica dei suoi abitanti. Se da un lato Un piccolo favore sfrutta questo ottimo meccanismo, dall’altro mescola in modo geniale generi differenti. Il film infatti è difficile da inquadrare in un solo genere perché è un mix fresco di thriller, commedia, humor nero e dramma. Si gioca al tempo stesso con i cliché e con i rovesciamenti: ad esempio non c’è un eroe a indagare sulla scomparsa di Emily, ma una figura femminile lontana dai canoni del thriller, la “supermamma”.

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La sceneggiatrice e il regista si sono poi allontanati dalla trama e dal tono del romanzo di partenza, approfondendo il lato umoristico e aumentando il numero dei colpi di scena. Non ci sorprende che Feig abbia preferito il lato comedy della vicenda: il suo spassosissimo Le amiche della sposa è un perfetto indizio. Chi meglio di lui quindi poteva mostrare queste geniali figure femminili in maniera divertente, senza mai scadere nella volgarità o demenzialità.

Dunque Un piccolo favore è un vero e proprio divertissement, fresco, geniale, impeccabile, esilarante e coinvolgente. Tutto si incastra perfettamente fra suspense e piccole gag, approccio leggero e ritmo incalzante, dramma e lati diabolici. Difficile definirlo precisamente ma facile da apprezzare.

Il confronto con il libro

Il romanzo d’esordio di Darcey Bell non era molto facile da adattare sullo schermo: alternanza fra narrazione tradizionale e pagine di blog, cambiamenti di punti di vista, presenza di diversi flashback. Tuttavia il buon materiale trattato non poteva sfuggire all’ambiente cinematografico. Chi ha avuto modo di leggere il romanzo, però, si accorgerà che l’adattamento di Paul Feig è tutt’altro che fedele. Ma non significa che sia una pessima trasposizione.

Il romanzo della Bell ha diversi punti di contatto con L’amore bugiardo di Gillian Flynn e, per alcuni aspetti, non è del tutto originale. A parte questo c’è un buon approfondimento psicologico, una dose di humor che non guasta e alcuni colpi di scena ben congeniati. La sceneggiatrice Jessica Sharzer ha deciso invece di cambiare le carte in tavola. Si è concentrata infatti sul personaggio di Stephanie, rendendola più dinamica, intraprendente, simpatica e sorprendente rispetto al testo di partenza. Qui il personaggio era invece più statico, ingenuo e succube di Emily. Anche quest’ultima è stata sottoposta ad alcuni cambiamenti: la Sharzer e l’interpretazione di Blake Lively l’hanno resa una donna più misteriosa, enigmatica ed elegante.

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In generale si può osservare invece come il romanzo, che è in fin dei conti un classico thriller, sia stato trasformato in qualcosa di totalmente diverso. La storia infatti si arricchisce di nuovi misteri, una dose maggiore di allegria e leggerezza e diverse caratterizzazioni dei personaggi. Il finale del film, poi, si discosta totalmente dalle dinamiche letterarie. Chi si aspettava un adattamento fedele potrebbe rimanere deluso; chi invece è aperto a reinterpretazioni originali non potrà che restarne sorpreso e soddisfatto.

Cast e aspetti tecnici

Le protagoniste Anna Kendrick e Blake Lively sono uno degli elementi imprescindibili della buona riuscita del film. A stupire sicuramente è la Lively che dimostra un gran talento nel destreggiarsi fra lati oscuri e umoristici. La personalità di Emily infatti è molto complessa e interpretarla richiedeva un’attrice molto dotata. Una prova che è stata decisamente superata e sorprende perché Blake Lively ha sempre interpretato personaggi solari e positivi (esempi ci sono in Café Society o Adaline – L’eterna giovinezza). Anche Anna Kendrick è molto brava, calandosi perfettamente nei panni di Stephanie e nella sua esuberanza.

Dal punto di vista tecnico, oltre al buon lavoro svolto sulla sceneggiatura e la regia, vanno osservate anche le scenografie e la fotografia. Per quest’ultima John Schwartzmann (candidato all’Oscar per Seabiscuit – Un mito senza tempo) ha lavorato molto sul contrasto fra i colori accesi, brillanti e puliti dei luoghi suburbani e delle abitazioni delle protagoniste e le torbide e oscure vicende raccontate. Il mix interessante di scenografie (la villa moderna e tecnologica di Emily, la tradizionale casa di periferia di Stephanie e altri luoghi come studi di moda e ville fatiscenti) sembra riflettere invece il mix di generi che contraddistingue il film. Lo stesso scenografo Jefferson Sage infatti lo ha sottolineato. Un apprezzabile tocco di classe arriva infine dalla colonna sonora di Theodore Shapiro, accompagnata da simpatici e orecchiabili brani cantati in francese.

Un piccolo favore recensione: conclusioni

Un piccolo favore di Paul Feig è un film che mette in discussione la semplice definizione di genere, non rientrando fra i canonici thriller. È al tempo stesso una black comedy, un thriller, una dramedy ma non appartiene totalmente a nessuno di questi. La rivisitazione del romanzo di Darcey Bell in chiave più comica e leggera funziona, grazie alla mano esperta di Feig e della sceneggiatrice e grazie anche al talento di Anna Kendrick e Blake Lively. Il susseguirsi di colpi di scena e personaggi volutamente spinti verso l’eccesso sono poi anche un apprezzabile ammiccamento ad alcuni thriller della vecchia Hollywood.

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Divertimento e godimento sono assicurati ma alcuni potrebbero non apprezzare l’allontanamento dalle vicende del romanzo e il continuo succedersi di rivelazioni, segreti, vendette. Un piccolo favore è davvero una chicca natalizia che vi consigliamo di non perdere: una geniale miscela di suspense e risate tutta da gustare, come i Martini sorseggiati dalle protagoniste.

Vi lasciamo qui sotto il trailer ufficiale in italiano.

Un piccolo favore

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Ottimo mix di generi
  • Interpretazioni e cast tecnico
  • Un gioco ben pensato fra cliché, rovesciamenti e colpi di scena

Lati negativi

  • Chi ama gli adattamenti fedeli può rimanere deluso

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