In questa speciale classifica abbiamo pensato di selezionare le migliori venti scene di danza in film che non solo musical. Il musical infatti non è l’unico genere a regalare grandi scene di ballo. La danza al cinema può assumere diverse forme; mutare e adattarsi alla trama interna a qualsiasi tipo di film dal dramma più romantico all’horror più spaventoso. Ballare diventa un gesto liberatorio, simbolico, espressivo che grazie al montaggio cinematografico abbandona l’orizzontalità della scena teatrale e assume significati sempre diversi, proprio perché il montaggio riesce a cogliere quegli aspetti nascosti all’occhio umano. Le sequenze coreografiche possono sospendere per un attimo la narrazione, lasciando che sia il corpo e non più il linguaggio a parlare, oltrepassando la coerenza diegetica e assumendo un valore metaforico.
Che sia dunque una prova sul parquet del palcoscenico, di fronte allo specchio della sala prove o un’improvvisazione per strada o nei non luoghi della danza come le chiese, le città e le abitazioni abbiamo elencato le venti migliori scene di danza in film non prettamente musicali. Percorrendo generi, epoche e autori la classifica verrà divisa in quattro categorie: le scene di danza eseguite da professionisti o aspiranti tali in sala prove; i passi a due romantici e non; e poi ancora gli assoli e infine i balli di gruppo. Ecco dunque la classifica delle migliori venti scene di danza in film che non sono musical secondo FilmPost.
Indice:
In sala prove − Le migliori scene di danza in film che non sono musical
L’audizione di Merab in And Then We Danced
Della Georgia, il piccolo stato dell’ex blocco sovietico incastonata nel Caucaso, sappiamo ben poco. Questa nazione, che subisce ancora il forte controllo dalla Chiesa, è compressa da una immobilità ma aspira a far parte della comunità europea. Doveva dunque arrivare And Then We Danced, il coming-of-age d’amore e danza diretto dal regista svedese dalle origini georgiane Levan Akin, per aprire le porte ad un mondo sconosciuto, ancorato alle tradizioni millenarie come le montagne che lo circondano.
Nel film, presentato alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes nel 2019 (e mai uscito in Italia) Merab, interpretato dal ballerino Levan Gelbakhiani, è un giovane studente del Georgian National Ensemble che s’innamora di Irakli (Bachi Valishvili), un carismatico ed estroverso danzatore venuto nella capitale Tbilisi per sostituire un membro del corpo di ballo. Il film ribalta le le regole imposte dalla danza georgiana, fondata sull’assenza di contatto e sulla spettacolarità dei virtuosismi maschili. contrapposti alla leggerezza e immaterialità dei movimenti femminili. Rimette al centro il bisogno di contatto dei corpi dei due innamorati come rivoluzione tattile e carnale di ribellione simbolica da un’oppressione sociale e culturale. Ma pronta a esplodere in una danza finale di libertà.
La danza ribelle difronte al padre in Billy Elliot
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In Billy Elliot le sequenze di danza sono molte (ricordiamo ad esempio il montaggio dell’esercitazione a casa delle pirouettes o il finale con l’apertura teatrale della versione maschile de Il Lago di Cigni). Ma la più significativa è di certo quella in cui il protagonista balla difronte al padre. In quella improvvisazione in palestra il giovane esegue passi di tip tap e danza classica, salti e giravolte ginniche con impeto e orgoglio. Si mostra impavido e valoroso dinanzi al padre, restio ad accettare il sogno del figlio.
La danza macabra di Susie in Suspiria (2018)
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È una danza che disorienta, che invade, che s’impossessa, che distrugge. Che cerca il pavimento con i piedi nudi. E qui Guadagnino, più che nelle scene finali puramente horror e splatter, riesce a dare alla danza un significato più complesso, più ancestrale, più tortuoso. Infatti le sequenze dell’audizione di Susie (Dakota Johnson), poi del Volk, fino al Saba finale (tutti coreografati da Damien Jalet), uniscono in perfetto equilibrio la ricerca estetica e coinvolgimento dello spettatore.
Il tutorial di Matthew McConaughey in Magic Mike
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Quella a cui assistiamo è una vera e propria lezione di striptease in cui il maestro mostra al suo allievo come esitare prima di togliersi la maglietta, come ammiccare a certe movenze immaginando di essere difronte a centinaia di occhi femminili, che vedono in quell’uomo sul palco il marito che non hanno mai avuto. La scena tra sensualità e carica erotica contiene una strana componente d’imbarazzo che riesce a tratti mettere chi guarda anche un po’ a disagio.
La coda di Odile ne Il cigno nero
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Nella celebre sequenza la Portman esegue una delle code più famose del balletto classico, la coda di Odile, composta da virtuosismi nei giri in diagonale e soprattutto numerosi fouettes che il regista inquadra tramite soggettiva, assumendo il punto di vista della giovane danzatrice.
Passo a due−Le migliori scene di danza in film che non sono musical
Il duo dance umanoide in Ex Machina
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Nathan e la sua cameriera umanoide Kyoko sono i protagonisti di una delle sequenze di ballo più sorprendenti del cinema fantascientifico. Garland mette in scena un breve passo a due in stile Staying Alive fatto di movenze anni ’80 e gesti ripetuti, sotto una luce rossa al neon; la colonna sonora, di Oliver Cheatham, è “Get Down Saturday Night”. Per questa scena di danza in un film non musicale il finale è rigorosamente a sorpresa.
Il tango di amore e morte in Tom a le ferme
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Un desiderio pulsante e turbolento quello fra Tom e Francis, che il regista racchiude in un tango algido e frenetico danzato in una stalla della fattoria familiare. Tra attrazione e repulsione, tra amore e morte, Dolan (probabilmente omaggiando il tango di Happy Togheter di Won Kar-wai) racconta l’ardore tenebroso di un sentimento ossessivo e minatorio.
L’omelia finale de La messa è finita
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Il film, che alterna l’armonia familiare voluta da Giulio e la nostalgia dell’infanzia, si conclude con la celebrazione delle nozze dell’amico Cesare. Dopo l’omelia finale il parroco confessa la propria sconfitta e, nel rivolgere l’ultimo sguardo agli invitati. li immagina un lento a coppie sulle note del celebre brano di Bruno Lauzi Ritornerai.
La lezione di hip hop in Save the last dance
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Tra amore interraziale e scambio culturale, Save The Last Dance propone la classica storia d’amore nata fra i banchi ribaltando però le posizioni razziali: la ballerina bianca è l’outsider che dovrà adattarsi (e scoprire) la black culture. Sara verrà anche iniziata alla danza hip hop, ma non sarà affatto facile per una rigorosa ballerina di danza classica; ha infatti un corpo impostato alla rigidità del busto e all’apertura in fuori dei piedi chiamata en dehors.
Flashdance in Dogtooth
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Nella danza finale eseguita dalle due sorelle in occasione dell’anniversario di matrimonio dei genitori, la minore dopo alcune sequenze rigorosamente meccaniche abbandona la scena e lascia esibire la maggiore. Quest’ultima pian piano mimerà la famosa coreografia di Flashdance, lasciando forse intendere di aver visto le vietatissime videocassette dei blockbuster americani portati illegalmente in casa.
Il twist di Pulp Fiction
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Vincent , dapprima restio sale in pista e, alle prime note di “You Never Can Tell“ di Chuck Berry, i due si lasciano trasportare da un twist, mimando le movenze dei balli anni 50 e 60 guardandosi quasi sempre negli occhi. Una scena memorabile che ha cristallizzato il film più pulp di sempre negli anni avvenire. Il film vinse la Palma d’oro al festival di Cannes del 1994 e l’Oscar per la miglior sceneggiatura.
Assolo − Le migliori scene di danza in film che non sono musical
Armie Hammer in Chiamami col tuo nome
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Quando la musica cambia ritmo e passa al brano del 1982 degli Psychedelic Furs “Love My Way”, tutti corrono in pista a ballare tranne Elio, che fumando una sigaretta continua a guardare incuriosito Oliver ormai scatenato. Una scena divenuta memorabile, che racchiude la nascente attrazione del diciassettenne verso un altro ragazzo, e la scoperta della vera natura di quel misterioso sentimento.
Il finale disco in Beau Travail
Capolavoro postmoderno della regista francese Claire Denis, Beau Travail (ispirato al romanzo Billy Budd, marinaio di Herman Melville) è la storia di un ex ufficiale della Legione Straniera, Galoup, che ricorda i gloriosi giorni vissuti al comando di una schiera di soldati nel Golfo di Gibuti. La tranquilla vita militare di Galoup viene sconvolta dall’arrivo di una recluta, Sentain, per il quale l’uomo inizia a provare una strana attrazione e un sentimento di gelosia misto a frustrazione, che causerà la distruzione di entrambi.
Concentrandosi sui corpi maschili e sull’attrazione, Denis trasforma il desiderio in violenza e le esercitazioni militari sono riprese come se fossero vere e proprie coreografie. La sequenza conclusiva di Galoup che danza da solo in una discoteca “The Rythm of the Night”, è considerata uno dei migliori finali cinematografici di sempre.
La danza clown sugli scalini in Joker
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In una delle tante scene ormai cult del film Arthur, truccato da clown, balla sulla scalinata che ogni giorno lo porta a casa da lavoro, in una Gotham City inondata dall’immondizia. In sottofondo il brano “Rock & Roll Part 2“ di Gary Glitter. Hildur Guðnadóttir, la violoncellista e compositrice islandese, ha curato invece il resto della colonna sonora originale.
Lo swing liberatorio in Demolition
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Nel film Gyllenhaal deve fare i conti con la perdita improvvisa della moglie e il suo modo di affrontare la vedovanza sarà tutto personale. In una sequenza lo vediamo ballare per le strade di New York all’uscita della metropolitana. Il protagonista si abbandona a momento di totale libertà, che capita quando ci si lascia trasportare dalla musica che si ascolta con le cuffie.
Il tip tap di Michelle Williams in Blue Valentine
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Alternando due piani temporali diversi, il regista mette in scena l’innamoramento iniziale di una giovane coppia, il matrimonio e il divorzio fra violenza, aborto e abbandono. In questa scena di soli 3 minuti Cindy improvvisa un tip tap sulle note di un ukulele e la voce di Dean in una sera d’estate. La scena è stata realmente improvvisata dai due attori.
Balli di gruppo − Le migliori scene di danza in film che non sono musical
L’incipit di Climax
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La prima scena che apre il film è un lungo piano sequenza che riprende la crew in una coreografia che mischia l’hip hop e la street dance, il voguing e la danza moderna, alternando assoli e balli in gruppo. Climax sembra riecheggiare altri film provocatori che hanno attraversato la storia del cinema. Da Suspiria a Possession, da Un Chien Andalou a Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Il (secondo) gran ballo in Orgoglio e Pregiudizio
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Ma si percepisce anche l’inizio di una lunga fase di innamoramento (e riluttanza) fra la giovane Elizabeth Bennet (Keira Knightley) e il signor Darcy (Mattew Macfadyen). Dopo una prima visione “realista” del ballo nel bel mezzo dei numerosi invitati, Wright sospende per un attimo la realtà e lascia i due in una bolla immaginaria che li vede danzare soli. Lasciandoli in un momento intimo e appartato dove tutto il resto non esiste più.
Il party in terrazza Martini de La grande bellezza
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Il film contiene una lunga scena di ballo sulle note del brano “Far l’amore“ remixato dal dj francese Bob Sinclair. Il protagonista Jep Gambardella (Toni Servillo) è all’interno di una festa in terrazza assieme al suo amico e scrittore teatrale Romano (Carlo Verdone). La lunga sequenza tra cubiste e balli di gruppo è una frenetica e grottesca rappresentazione di un divertimento vuoto che colma un mal de vivre radicato nei suoi stessi partecipanti. Tra gli italiani, quella diretta dal regista partenopeo è una delle scene di danza in film che non sono musical migliori degli ultimi anni.
I paradisiaci Backstreet Boys in Facciamola finita
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Eccoli accontentati. In un paradiso bianco e kitsch i tre ballano “Everybody” il celebre brano considerato uno degli ultimi successi proprio accanto ai componenti della boyband. Il ballo che riprende le movenze del video originale è un tripudio di revival anni ’90, satira dei video hip hop e flash mob. Quella con i mitici cinque del pop entra in pieno diritto nella nostra classifica delle migliori scene di danza in film che non sono musical. Per l’ironia e l’energia che sa portare in un racconto che fondamentalmente parla di fine del mondo e di morte.