Bombshell: recensione del film con Charlize Theron e Nicole Kidman

O molestate o disoccupate fin quando una di loro non parla: la storia dello scandalo Roger Ailes e di tutta la Fox News

Piacere al pubblico conta più che dire la verità. È questo il primo comandamento per le protagoniste di Bombshell, film di cui vi proponiamo la recensione. Tutte donne e tutte giornaliste di Fox News Channel, la rete di informazione più seguita degli Stati Uniti d’America. Il film racconta la vera storia dello scandalo che ha coinvolto Roger Ailes, viscido amministratore delegato dell’impero Fox News. Nel 2016, infatti, una giornalista accusò Ailes di molestie sessuali, scoperchiando un vaso di Pandora che restava chiuso dagli albori dell’azienda. Bombshell – La voce dello scandalo è un tour claustrofobico all’interno di un sistema marcio, in cui le donne vengono mortificate, usate, messe in vetrina. Nel cast figurano Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie: tre età diverse, tre temperamenti diversi, dunque tre tipi di merce diversa.

Intorno alle protagoniste si agitano personaggi ansiosi di affermarsi, sempre pronti a fare le scarpe al collega. Ambizione, competitività e ritmi serrati, in un ambiente in cui, secondo una regola non scritta, le donne devono andare in onda con più di mezza gamba scoperta. Uno strano modo di fare informazione, che presto però diventa routine. Bombshell sarebbe dovuto uscire nelle sale italiane a fine marzo, ma l’emergenza Covid-19 ne ha impedito la distribuzione; attualmente il film è disponibile su Amazon Prime Video. Al caso Roger Ailes è ispirata anche la miniserie The Loudest Voice, con protagonisti Russel Crowe e Sienna Miller. Ma addentriamoci nella nostra recensione per sviscerare pregi e difetti di Bombshell – La voce dello scandalo.

Indice

La trama – Bombshell recensione

USA, 2016. Megyn Kelly (Charlize Theron) è un mezzo busto della Fox News, ed è all’apice della sua carriera. Sfrontata sullo schermo, durante una diretta la donna accusa di sessismo il candidato alla presidenza Donald Trump. Megyn non ha paura delle conseguenze, e negli anni ha costruito con sapienza il proprio personaggio. Il passo sicuro con cui si muove negli uffici della Fox News si smorza però tra le mura di casa; qui ogni sera la attendono il marito e i figli, e una vita privata da proteggere con cautela. Intanto Gretchen Carlson (Nicole Kidman), conduttrice Fox non più giovanissima, osserva il lento declino della propria carriera. Un po’ rabbiosa e un po’ colpevole, Gretchen decide di denunciare Roger Ailes per molestie. Ailes è il capo di Fox News Channel, e dalla sua stanza del potere stabilisce, ogni giorno, quale delle sue dipendenti dovrà sforzarsi di essere carina con lui.

Nel 2016 Ailes (John Lithgow) ha 76 anni; soffre di emofilia, artrite, obesità e ha problemi di deambulazione. Gli anni d’oro sembrano volgere al termine, ma la sua voglia di mortificare le donne è rimasta illesa. Così, un giorno, Ailes convoca nel proprio ufficio Kayla Pospisil (Margot Robbie), ingenua e bellissima giornalista alle prime armi. Kayla entra e si siede sul divano, Ailes le dice che ha bisogno di fidarsi di lei. La ragazza stiracchia più che può il suo sorriso. Lui le dice di alzarsi in piedi, le chiede di sfilare per lui come a un casting di modelle. Infine la costringe a tirar su la gonna fino a scoprire gli slip: Kayla obbedisce e trattiene le lacrime, Ailes respira affannosamente e sbava. Un copione che si ripete per anni tra le mura di quell’ufficio, finché qualcuno non avrà il coraggio di parlare.bombshell recensione

Un impero tossico e ridicolo – Bombshell recensione

Un ascensore porta su e giù, tutti i giorni, alcune giornaliste che si guardano in cagnesco; fuori dall’ascensore, innumerevoli uffici sono animati da uomini in pantaloni lunghi e ragazze in minigonna. Il rumore dei tacchi a spillo sul pavimento, e delle dita che corrono sulle tastiere dei pc, scandisce le giornate di un mondo frenetico e tossico. È questo l’edificio che ospita la Fox News, dove per molti anni il sessismo ha spogliato le donne della loro dignità, persuadendole di fare la loro fortuna. Volevo stare in televisione! Roger fiuta la vulnerabilità. Una vulnerabilità che accomunava donne giovani, bellissime e desiderose di affermarsi. Roger Ailes le irretiva, vendeva loro fumo e, quando queste avevano addentato la celebrità, toglieva loro tutto. Ma Ailes non era solo: schierato dalla sua era il sistema infetto e cieco che gli stava attorno. Quel sistema che, un giorno, lo avrebbe lasciato solo.

In un impero in cui il potere è in mano a un certo tipo di uomini, le donne si catalogano in pochi minuti. Le molestabili entrano, le altre restano fuori. E se una professionista, perché di professioniste si parla, decidesse di rifiutare il compromesso? Cosa accade a chi sceglie di dire no? Probabilmente non lavorerà mai più. Non è facile immaginare cosa provi una donna chiamata a scegliere tra futuro e decoro. E allora tutti a puntare il dito contro. Chi ci sta è una poco di buono, chi dice no è frigida. Chi denuncia è permalosa, chi non lo fa è vigliacca. Un destino implacabile per queste donne, in guerra col sistema e in guerra tra di loro. Piuttosto che puntare l’attenzione sulle molestie in sé, Bombshell concentra la sua attenzione sulla fatica che una donna fa a dire no, quando chi sta sopra di lei minaccia di annientarla.

Analisi tecnica – Bombshell recensione

Il film, diretto da Jay Roach (Ti presento i miei), ha un taglio cronachistico, con sequenze d’archivio che si sovrappongono alle scene dal set. La regia non è quasi mai empatica, inchioda i protagonisti mostrandoli nudi e abietti di fronte alle loro ambizioni. La camera insegue i corpi degli attori con moti sussultori, mentre loro fuggono da una stanza all’altra; di tanto in tanto, poi, la macchina diventa statica, indugiando sul volto licenzioso del potere, e su quello claustrofobico dell’umiliazione. Il montaggio risulta martellante: nomi e date in sovrimpressione, attrici che parlano in camera come in un notiziario. Alcuni personaggi si raccontano distaccandosi da sé stessi, per non partecipare dell’orrore cui hanno contribuito (più o meno volontariamente). I colori sgargianti degli abiti si stagliano su uno sfondo neutro e quasi piatto: è il trionfo di ciò che appare su ciò che è.

I dialoghi sono anch’essi martellanti, e le battute sembrano quasi accavallarsi. I personaggi non si ascoltano: non ce n’è il tempo. L’atmosfera dell’ambiente è resa alla perfezione, e il film è quasi sempre asfissiante. Molte informazioni però si perdono per strada, e i dialoghi lasciano alcuni interrogativi. Chi è tizio? Cosa ha fatto caio? Qualsiasi spettatore che non abbia una conoscenza pregressa della vicenda, si porrà queste domande durante la visione. E, probabilmente, dopo il film avrà bisogno di consultare Wikipedia per capirne di più. Il film è grottesco così come sono grotteschi i personaggi; il trucco a cui sono state sottoposte le protagoniste conferisce un effetto più carnascialesco che mimetico. Da questo mondo sopra le righe, ridicolo e soffocante, si scorgono talvolta gli individui; pochi momenti in cui il ritmo cambia, la camera zooma sui volti degli attori, il respiro rallenta e lascia spazio alla tristezza.bombshell recensione

Interpretazioni e considerazioni finali

Tra le ottime interpretazioni spicca quella di Margot Robbie, che ha il volto di chi crede che dimostrare di essere capace serva a qualcosa. Giovane e insicura, Kayla si lascia affascinare dai lustrini, sogna, vola molto in alto e si schianta troppo presto. Brave anche Charlize Theron e Nicole Kidman, due donne inghiottite dal sistema, ognuna contaminata a suo modo. Forse due fasi diverse della medesima carriera: la Kidman sembra ciò che presto diventerà la Theron, ancora ignara del tramonto professionale cui potrebbe andare incontro. Convincente John Lithgow nel ruolo di Roger Ailes: un blocco di cemento acciaccato dall’età e dai dolori, che continua a muovere burattini dal proprio trono. Viscido e un po’ patetico, il suo personaggio resta sullo sfondo com’è giusto che sia; il suo corpo racconta la caduta di un gigante abbandonato da tutti.

Avviandoci alla conclusione della nostra recensione di Bombshell, ci sentiamo di promuovere un film che potrebbe però non mettere tutti d’accordo. Il sapore grottesco e sopra le righe, l’atmosfera frenetica e nauseabonda, gli sguardi subdoli e competitivi: ogni cosa è disturbante, come d’altronde lo è la vicenda che ha ispirato il film. Non c’è molto spazio per approfondimento psicologico, ma è comunque possibile intuire gli stati d’animo da pochi dettagli. Il taglio cronachistico mal si concilia con la vaghezza delle informazioni date, che presuppongono una conoscenza pregressa dei fatti. La chiusa è molto efficace, il film è ben costruito ma alcuni dettagli sfuggono allo spettatore. Pur non trovandoci di fronte a un capolavoro, Bombshell è un buon modo per farsi scaraventare nelle viscere di un sistema marcio di cui si parla tanto ma, spesso, con troppa approssimazione.

Bombshell

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ottime le interpretazioni delle tre protagoniste
  • L'atmosfera nauseante e la frenesia generale rappresentano bene la realtà marcia dell'ambiente
  • L'incisività dell'epilogo

Lati negativi

[tie_list type="thumbdown"]

  • Alcuni dettagli della vicenda sfuggono, soprattutto se non si ha una conoscenza pregressa della vicenda
  • Tinte e toni volutamente grotteschi tolgono asciuttezza alla narrazione

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