Troop Zero: la recensione del film originale Amazon

Il nuovo film di Amazon guarda la vita dagli occhi di una bambina speciale, con la passione per lo spazio

Una bambina, con tutte le sue peculiarità e stranezze, che affronta il mondo ostile; ma sempre con la certezza che anche se è difficile lottare per i propri desideri, ci sarà sempre qualcuno a farlo insieme a noi. Parla di questo la recensione di Troop Zero, nuovo film originale Amazon, diretto dalle registe Bert & Bertie. Questo drama-comedy è ispirato alla sceneggiatura di Re della terra selvaggia, diretto da Benh Zeitlin e sceneggiato da Zeitlin e Lucy Alibar, e da un’opera teatrale sempre della Alibar, intitolata Christmas and Jubilee Behold The Meteor Shower.

Fanno parte del cast Viola Davis (Il dubbio, Suicide Squad, Molto forte incredibilmente vicino), Mckenna Grace (Ready Player One, Captain Marvel, The Haunting) e Allison Janney (The Help, Tonya, La ragazza del treno). Piccola curiosità: nel film si parla di un disco d’oro da incidere e mandare nello spazio. Nella realtà, nel 1977 sono stati effettivamente spediti due dischi insieme al Voyager 1 e al Voyager 2, con incisi i messaggi dei bambini del mondo.

Indice

La trama – Troop Zero recensione

Christmas Flint (Mckenna Grace) frequenta le scuole elementari ed è considerata una “stramba”. Non ha infatti molti amici, anche se si tiene impegnata da sola o va a cercare il fidato Joseph. Anche lui preso in giro da tutti a causa del suo spiccato interesse per le “cose da ragazze”. Abita con il padre Ramsey, avvocato in bancarotta che le vuole bene ma che ne delega le cure alla segretaria Miss Rayleen (Viola Davis).

Christmas dopo la morte della madre, si è rifugiata nella sua passione per il cielo: è convinta che chi muore sulla Terra finisca in polvere di stelle, e per questo sta col naso in su a scrutare il buio ogni volta che può. Senza dimenticare i segnali per comunicare con gli alieni, che è sicura esistano, da qualche parte nell’universo. Quando scopre che attraverso un concorso organizzato dal Gruppo scout delle Birdie è possibile incidere la propria voce e mandarla nello spazio, sa cosa deve fare. Reclutare dei compagni di squadra e vincere l’opportunità più grande della sua vita. Per essere in qualche modo più vicina alle creature extra-terrestri e alla madre.troop zero recensione

Guida su come affrontare il mondo

Se ci chiudono in un armadietto, è perché in un modo o nell’altro abbiamo fatto in modo di finirci. (Miss Massey)

Il messaggio principale (e affrontato in modo tutt’altro che banale) che il Troop Zero veicola riguarda il modo in cui dovremmo affrontare il mondo. Christmas è abituata ad una vita solitaria, pochissimi amici e un padre naif. Viene presa in giro dai compagni per problemi di incontinenza dovuti al trauma della morte materna e al suo aspetto sopra le righe. Anche l’amico Joseph è preso di mira, perché invece di giocare a football preferisce fare i capelli alle signore e parlare di moda. Il gruppo a cui Christmas dà vita per partecipare al ritiro delle scout è tutto un programma: una bambina super religiosa con un occhio solo; una che si esprime a versi e distrugge tutto ciò che trova; un’altra che minaccia gli altri compagni di darle soldi e caramelle, come il più classico dei bulli.

Ognuno di essi guarda e affronta il mondo a seconda delle proprie esperienze e abitudini. Per chi crede che nella vita non ci si debba mai aspettare nulla per evitare di soffrire, un altro preferisce sbattere la testa mille volte prima di arrendersi. È proprio così che dovremmo provare a superare gli ostacoli. A testa alta, senza darci per vinti e convincendoci che ci sia ancora del buono nelle persone. Alcuni pensano che se ci succede qualcosa di spiacevole, la colpa sia solo nostra; che la condizione in cui nasciamo sia destinata a restare quella per sempre. Per ogni persona che ha questa visione, il mondo si imbruttisce un po’ di più. E se ci “chiudessero in un armadietto”, dovremmo cercare di uscirne con determinazione e la voglia di lasciare da parte rancore e odio. Per concentrarci su ciò che di rende felici.troop zero recensione

Rialzarsi sempre – Troop Zero recensione

Non restiamo a terra perché ci dicono di farlo. (Christmas)

Quanto è difficile, al giorno d’oggi, non farsi abbattere da chi ci usa, ci sfrutta e ci fa del male? Chi ha già una considerazione poco lusinghiera di sé, troverà nelle persone che amano affossare gli altri la conferma di essere nulla. Di non meritare la felicità e di non provare nemmeno a raggiungerla. Che ogni sforzo sarebbe inutile e che le cose siano nate per restare così come sono. Le registe ci raccontano la situazione della protagonista in contrapposizione all’invidia e cattiveria di Miss Massey, madrina delle scout, e delle bulle di scuola. Ci mostrano una ragazzina che nonostante un lutto, un padre assente e un problema fisico che le causa disagio, riesce ad interagire col mondo con occhi sognanti e sorriso incoraggiante.

Che addirittura non si ferma agli umani, ma arriva alle stelle, dato che Christmas sogna di entrare in contatto con forme di vita aliene, un giorno. È stata inserita nell’equipaggio Zero, numero che potrebbe rappresentare la nullità. Lei lo vede come il simbolo dell’infinito e come un’ulteriore spinta per dimostrare a tutti che si sbagliano. Che lei e i suoi amici hanno lo stesso diritto di guadagnarsi la felicità. Desiderare le cose spaventa, e sarebbe più semplice non aspettarsi niente e trascinare a fondo con sé chi è più fragile di noi. Ma vuoi mettere la soddisfazione di farcela, e condividere la vittoria con chi si ama? Il film ci insegna che chi fa del bene alla fine non ci perde mai (vedi cosa accade al padre con la quota di iscrizione, prima del ritiro scout). E che se non lasci mai che ti abbattano, un giorno sarai l’unico rimasto in piedi.Viola Davis e Allison Janney

Osservazioni tecniche – Troop Zero recensione

Già dalle prime scene, veniamo introdotti nell’atmosfera che poi sarà quella di tutto il film: fiabesca, a tratti malinconica e molto dolce, che adotta l’ingenuo punto di vista della protagonista. Una focalizzazione interna fissa quindi, che guarda al mondo degli adulti con incomprensione ma determinazione a capire il perché delle loro azioni, a volte cattive o semplicemente ingiustificate. Che sia una storia di bambini (ma non per questo per bambini) lo si evince anche dalla scelta di una piacevole correzione di colore post-produzione, che vira sui toni caldi e vivaci. Se guardiamo alle inquadrature, sono presenti campi lunghissimi e lunghi, molti dei quali sono establishing shot che stabiliscono il luogo dell’azione. Si tratta di inquadrature pulite, simmetriche e che ricordano lo stile di Wes Anderson.

In queste inquadrature, la camera rimane fissa, mentre i personaggi si muovono all’interno dello spazio inquadrato, uscendo ed entrando da esso a piacimento. Non mancano anche gli slow motion, efficaci per evidenziare i momenti topici del film. Per quanto riguarda la colonna sonora invece, troviamo dei grandi classici della musica, da Aretha Franklin a David Bowie, da Elvis Presley a Diana Ross. Troop Zero è una pellicola che parla di bambini in un mondo nel quale gli adulti sono marginali ma al tempo stesso influenzano in modo decisivo le loro vite. Una storia tuttavia rivolta proprio agli adulti, così poco abituati a vedere il mondo con l’ingenuità e la freschezza tipica di chi non ha ancora perso la fiducia nel prossimo e la bontà di cuore. Da vedere perché lascia molto più di quanto si creda, scalda il cuore e ha un cast di piccoli attori di tutto rispetto.

Troop Zero

Voto - 7

7

Voto

Lati positivi

  • Una storia che scalda il cuore
  • L'ottima fotografia retrò e dai colori caldi
  • Il cast di attori giovanissimi, molto espressivi e calati nel ruolo

Lati negativi

  • La presenza del cliché "il cattivo che alla fine si pente", che comunque funziona nella storia

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