The Dirt: recensione del film Netflix sui Mötley Crüe

Oggi vi proponiamo la nostra recensione di The Dirt, film sulla leggendaria band hair metal Mötley Crüe. Un prodotto originale Netflix

The Dirt recensione. I Mötley Crüe potranno suonare sconosciuti a chi non mastica rock. O perlopiù ne avranno sentito parlare. Ma per chi conosce anche soltanto un po’ il mondo del rock, i Mötley Crüe rappresentano delle vere e proprie leggende. I Mötley Crüe infatti sono una delle band che hanno cambiato il volto del rock e del metal, arrivando addirittura a creare e personificare un genere. Nato fra le strade di Hollywood, l’hair metal è presto diventato uno dei generi più in voga negli anni ottanta: capelli cotonati, trucchi, giacche e pantaloni di pelle; vita di eccessi, donne e musica energica. E gran parte di questo successo lo si deve proprio ai Mötley Crüe.

Ecco perché quando Netflix ha annunciato la produzione di un biopic basato su di loro, i milioni di fan si sono strofinati le mani per l’attesa e per la piacevole sorpresa. Oggi vogliamo parlare di The Dirt, il film autobiografico sui Mötley Crüe.

The dirt recensione

The Dirt recensione

I Mötley Crüe sono, nell’immaginario di tutti coloro che amano il rock, coloro che hanno reso celebri i capelli cotonati e i pantaloni di pelle. Vero, ma non è che la superficie di qualcosa di molto più profondo. Il gruppo di Los Angeles, infatti, ha saputo distaccarsi da un rock ancorato ai toni cupi del metal e del punk inglese. A questi toni, i Motley hanno risposto con brani veloci e da festa, in cui si esaltano i piaceri della vita di un rocker: belle donne, eccessi e continui inni al godersi la vita al 100%.

Ed è proprio a Los Angeles che è ambientato The Dirt. La storia del gruppo viene raccontata dal punto di vista di uno dei suoi fondatori, il bassista Nikki Sixx. Facciamo la conoscenza di Nikki da giovanissimo ribelle, provato dalla presenza di una madre alcolizzata e non adeguata al ruolo. Una ribellione che trova sfogo nella musica rock. Ed è così che facciamo la conoscenza degli altri membri dei futuri Mötley Crüe. Tommy Lee, il batterista; Mick Mars il chitarrista e Vince Neil, il cantante. Questi sono rispettivamente interpretati dal rapper Machine Gun Kelly, Iwan Rheon (famoso per Il trono di Spade e Misfits) e Daniel Webber. Nikki Sixx, invece è interpretato da Douglas Booth.

The Dirt: recensione – La storia dei Mötley Crüe

Il film si basa sul libro autobiografico omonimo, e vede alla sceneggiatura Tom Kapinos, autore di Californication. Scelta sulla carta molto azzeccata vista la forte vena rock di Californication. L’arco temporale coperto dal film va dalla nascita del gruppo, nel 1980, per oltre una quindicina di anni. Non coprendo, dunque, i quasi 40 anni di carriera del gruppo. Sin dalla prima scena del film veniamo catapultati nelle atmosfere di festa e sfrenatezza degli anni ’80 per le strade di Hollywood. La resa di tale atmosfera, va detto, è uno dei lati positivi di questo film. Costumi, trucchi e riferimenti della cultura pop sono ben riproposti e ci faranno immergere in quel periodo.

Periodo in cui i protagonisti del film vivono la più classica delle parabole musicali. Un successo inaspettato seguito da un apice di notorietà, seguito a sua volta da una caduta precipitosa e un’eventuale redenzione.

The Dirt recensione

The Dirt: recensione – La maledizione del rock

Quella dei film su artisti e musicisti in particolare è una materia molto delicata, in quanto il rischio è sempre quello di dire troppo o troppo poco. Molto spesso è la seconda opzione. Uno dei punti deboli riconosciuto da molti in Bohemian Rhapsody è stata quella di aver tralasciato molti argomenti. Ed è questo uno dei problemi principali di The Dirt. Il film infatti apre moltissime parentesi che poi per ovvi problemi di minutaggio, non sono approfondite e chiuse. E soprattutto chi conosce la storia del leggendario gruppo sa che di materiale di cui parlare ce ne sarebbe per ore.

The Dirt, infatti, pecca nel dare un assaggio di quello che sarebbe potuto essere un film in più parti o una miniserie. Perché, nonostante gli ovvi difetti del film, The Dirt intrattiene eccome. E per i più nostalgici di quei tempi in cui il trittico sex, drugs and rock’n roll era al suo apice, il film avrebbe potuto (e per alcuni, potrebbe) essere una pietra miliare del cinema rock.

The Dirt recensione

The Dirt: recensione – Sex, drugs&Rock’n roll

In particolare a dare una buona interpretazione sono proprio i protagonisti del film, da cui traspare il lavoro svolto per cercare di immedesimarsi in personaggi così carismatici. Tutti i personaggi riescono a somigliare alle proprie controparti reali e ad esprimerne il carattere. In particolare i due interpreti di Tommy Lee e Mick Mars risultano davvero azzeccati. Ed è un peccato che non ci sia potuta essere la possibilità di approfondirne le vicende. La lotta di Mars con una malattia autoimmune alle ossa, curata con la forza di continuare a fare rock. O le varie vicende amorose di Tommy Lee, fra cui quella famigerata con Pamela Anderson.

Sono solo alcune delle storie che purtroppo non sono raccontate dal film, che finisce proprio quando dovrebbe decollare. Si percepiscono chiaramente i limiti imposti alla produzione in fase di scrittura. D’altronde raccontare la storia di una band che ha segnato una decade e dato il volto ad una città come Los Angeles in poco più di un’ora e mezza è davvero un’impresa. Netflix, probabilmente, non ha voluto fare il passo più grande della gamba e proporre un prodotto più corposo. Dando ai fan un prodotto di cui non ci si può definire né totalmente delusi né soddisfatti pienamente.

The Dirt recensione

The Dirt: recensione – Home sweet home

Perché il film da comunque allo spettatore molte cose che ha voluto vedere da molto tempo: vita sregolata, la musica di uno dei propri gruppi preferiti e parte delle loro vicende personali. Un gruppo che è stato capace di creare, oltre a un genere musicale, anche uno stile nel vestire e nel vivere il rock. Personaggi che sembrano usciti dalla mente di uno sceneggiatore, mentre la realtà in questo caso supera l’immaginazione. Anche se molto cliché, le vicende di Nikki e Vince, su cui verte la seconda parte del film, sono ben realizzate. In particolare la dipendenza da eroina di Nikki è ben trasposta nello schermo.

A livello di scrittura il film alterna momenti di esaltazione con altri meno ispirati e molto prevedibili. Stesso vale per la regia: troviamo momenti geniali (come quello della giornata tipo di Tommy) mentre spesso la regia sembra più tendere al videoclip musicale.

The Dirt è un film che avrebbe voluto e dovuto dire di più. Un film che avrebbe potuto regalare un nuovo punto di riferimento per i rocker fan del cinema. Film che però soffre di una netta separazione fra una prima parte con il botto e una seconda un po’ calante e frettolosa. Ma è anche un film che ogni fan dei Mötley Crüe dovrebbe vedere. Un film che andrebbe visto anche da chi non li conosce per il gusto di scoprire una delle band più iconiche del secolo scorso.

 

The Dirt Recensione

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Attori ben immedesimati nei vari ruoli
  • Ritroviamo le atmosfere di Hollywood negli anni 80
  • La musica dei Motley Crue

Lati negativi

  • Avrebbe potuto esprimere molto di più
  • Netta separazione di ritmo fra la prima e la seconda parte
  • Scrittura e regia a volte piatte

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