I migliori film sulla prigione da vedere secondo FilmPost

Tra redenzione e voglia di libertà, ecco i migliori film dietro le sbarre

Tra reclusione e rigenerazione, confinamento e voglia di libertà la prigione è da sempre spazio rituale di narrazioni umane in cui l’isolamento diventa sia riflessione interiore che necessità di condivisione dello stesso destino. La prigione, intesa come luogo fisico e simbolico, fa emergere le vite degli ultimi; i reietti della società che segregati dalle sbarre e lontano dalla civiltà, devono compiere un percorso di redenzione per ristabilire la socialità interrotta al momento dell’applicazione della pena. Il cinema ha subito colto questo aspetto antropologico dell’internamento regalandoci film sulla prigione che hanno raccontato la miriade di punti di vista interni alla vita carceraria.

Dalla violenza all’ingiustizia, dalla proibizione alla violazione dei propri diritti fino all’acquisizione di una coscienza politica e sociale. Nella lista verranno elencati venti film sulla prigione suddivisi per categoria, variando per generi, anno e notorietà del grande pubblico; in modo da ampliare al massimo la variegatura stilistica sui cosiddetti prison movies. Ecco  dunque la lista dei venti migliori film sulla prigione da vedere secondo FilmPost.

Indice:

Film Italiani − Film sulla prigione

Sulla mia pelle

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 Presentato nella sezione Orizzonti nella 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Sulla mia pelle ricostruisce gli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi. Dall’arresto dell’8 ottobre 2009 alla mattina del 15 in cui il trentunenne romano perse la vita. Il regista Alessio Cremonini ci restituisce per immagini una vicenda dolorosa e controversa che nel corso di questi anni abbiamo seguito tappa dopo tappa nei tg o sui giornali. Ma, come comprende bene il regista, un conto è la parola o la notizia e l’altro è la rappresentazione visiva.

Sulla mia pelle è la testimonianza o ricostruzione visuale di carte processuali e vicende giudiziarie di chi il dolore l’ha vissuto sulla propria pelle. E nella pelle di Stefano ci si è messo l’ottimo Alessandro Borghi (David di Donatello per il miglior attore protagonista) che per la parte ha perso circa 20 chili diventando pelle ed ossa, riprendendone perfettamente il modo di camminare e di parlare.  Il film inoltre è inoltre stato mostrato per la prima volta in un penitenziario, il Coroneo di Trieste.

film sulla prigione

Sulla mia pelle, Cinemaundici, Lucky Red, Netflix

San Michele aveva un gallo

Tratto dal racconto Il divino e l’umano di Lev Tolstoj, San Michele aveva un gallo racconta degli anni di prigionia dell’anarchico internazionalista Giulio Manieri (Giulio Brigi) a seguito di un tentativo rivoluzionario del paese umbro di Città della Pieve nel 1870. Un’utopia conclusa nel fallimento che gli costa la condanna a morte poi tramutata in ergastolo. Manieri trascorre i giorni di reclusione mettendo in scena con sé stesso dibattiti politici e riflessioni per tentare di sopravvivere all’isolamento.

L’uomo però progressivamente scivola verso l’insanità mentale. E, nel trasferimento in un altro carcere nella laguna veneta attraverso l’incontro con dei giovani sovversivi, realizzerà che il suo idealismo utopico non è più condiviso. La storia infatti si sta aprendo verso una nuova generazione politica meno sognatrice e decisamente più concreta. Diretto da Paolo e Vittorio Taviani nel 1972 il film è stato realizzato con un budget molto ridotto, riuscendo però ad essere considerato come uno dei lungometraggi più armoniosi e riusciti dei fratelli toscani.

film sulla prigione

San Michele aveva un gallo, Ager Film, Rai

Porte Aperte

Ispirato all’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia del 1987, il film diretto da Gianni Amelio racconta della lotta del giudice palermitano Vito Di Francesco (Gian Maria Volonté) per annullare la condanna a morte del detenuto Tommaso Scalìa (Ennio Fantastichini). L’uomo infatti è stato condannato alla pena capitale per aver ucciso con una baionetta il suo ex datore di lavoro, l’ex collega che ha preso il suo posto e per finire la moglie. Il giudice Di Francesco si scontra con i poteri dello Stato e con lo stesso imputato che paradossalmente chiede di essere fucilato.

Nonostante tutto però il giudice riesce ad ottenerne l’ergastolo invece della pena di morte; considerata da lui stesso un gesto molto più crudele degli stessi omicidi del condannato. Il film ambientato nel 1937 prende il nome da una scena nel libro di Sciascia nel quale si fa riferimento alla propaganda fascista. Secondo questa si poteva vivere tranquillamente a porte aperte grazie alla pena capitale che garantiva quieto vivere e tranquillità ai cittadini italiani.

Porte Aperte

Porte Aperte, Urania Film, Erre Produzioni

Giovani detenuti − Film sulla prigione

Fiore

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 In un carcere minorile la giovane detenuta Dafne (Daphne Scoccia), colpevole di rapina con una coetanea, si innamora di Josh (Josua Algeri), detenuto nell’ala maschile del riformatorio. Tra i due comincia una relazione clandestina fatta di lettere e sguardi sfuggevoli. La protagonista, fra la rigida osservanza delle regole carcerarie e la volontà di progettare un futuro, dovrà relazionarsi anche con il padre, ex-detenuto in regime di libertà vigilata. La festa per la prima comunione del figlio della compagna del padre per Dafne sarà un’occasione di riappacificamento con il suo stesso destino.

Il film di Claudio Giovannesi del 2016 è una storia d’amore proibito fra due ultimi raccontato con uno sguardo realistico in cui il buonismo e i facili sentimentalismi vengono messi da parte. Fiore è stato girato nell’Istituto Penale per i Minori di Casal del Marmo, carcere minorile di Roma. Per il ruolo di Ascanio, il padre di Dafne, Valerio Mastandrea ha vinto un David di Donatello per il miglior attore non protagonista.

film sulla prigione

Fiore, Pupkin Production, IBC Movie, Rai Cinema

Il ribelle − Starred Up

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 Eric Love (Jack O’Connell) è un giovane ribelle e violento che viene trasferito in un carcere per adulti. Lì conoscerà il padre Neville (Ben Mendelsohn) anche lui detenuto e che non vede da ben 12 anni. L’uomo tenterà di mantenere la disciplina interna e le gerarchie fra carcerati. In quel nuovo ambiente il ragazzo non attenuerà per nulla il suo comportamento e a causa del suo temperamento rabbioso verrà affidato al controllo del luogotenente Haynes (Sam Spruell).

Eric verrà inoltre obbligato a frequentare un gruppo di terapia per controllare l’ira e il giovane inizierà così un processo di mutamento e di crescita. Il film di David Mackenzie del 2013 è un dramma brutale e senza filtri che riflette sulla violenza giovanile e la detenzione come arma educativa e non solo punitiva. Starred Up, oltre all’interpretazione del protagonista Jack O’Connell offre quella dell’attore australiano Ben Mendelsohn, qui forse alla sua migliore e più complessa prova recitativa.

film sulla prigione

Il ribelle – Starred Up, Film Four, Stigma Film

Nel nome del padre

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 Nel nome del padre mette in scena l’esperienza di prigionia di Gerry Conlon, uno dei cosiddetti Guildford Four. Il gruppo è formato da tre ragazzi e una ragazza accusati di aver provocato gli attentati relativi all’esplosione del bar Guilford nel 1974 nel sud-est dell’Inghilterra. Conlon di quella vicenda ne trasse un libro autobiografico che fu riadattato per il grande schermo dal regista Jim Sheridan nel 1993. Il film che vinse l’Orso d’Oro al Festival di Berlino ricostruisce l’accusa, la prigionia e il processo di Gerry Conlon (Daniel Day Lewis) uno dei Guildford accusato ingiustamente di far parte dell’IRA, l’organizzazione clandestina che si batteva per la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord.

Il protagonista si ritroverà a condividere la cella con il padre, l’anziano Giuseppe (Pete Postlethwaite) che ha dedicato una vita intera alla famiglia. A seguito della morte del genitore, Conlon e gli altri avranno finalmente un processo che li scagionerà completamente dall’accusa. Nel nome del padre, oltre a un grande cast in cui spicca anche il nome di Emma Thompson nel ruolo dell’avvocatessa Gareth Peirce, è accompagnato dalle musiche degli U2, Jimi Hendrix e Sinéad O’Connor.

film sulla prigione

Nel nome del padre, Hell’s Kitchen Films, Universal Pictures

Effetto Lucifero

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Presentato al Sundance Film Festival nel 2015, il film ricostruisce l’esperimento sociale e psicologico condotto nel 1971 dal professore di psicologia Philip Zimbardo dell’Università di Stanford. Selezionando 24 volontari, tutti maschi studenti e provenienti dal ceto medio, Zimbardo divise le cavie in due gruppi, guardie e prigionieri che per 7-14 giorni dovevano simulare la vita carceraria in cambio di 15 dollari al giorno. L’esperimento, fortemente criticato nella sua dubbia riuscita a causa dei metodi di selezione poco inclusivi e omogenei, voleva rilevare i comportamenti scaturiti fra guardie e prigionieri tra abuso di potere e violenza psicologica.

Prima di Effetto Lucifero (diretto da Kyle Patrick Alvarez) la sperimentazione di Standord fu al centro di altri due film di successo: il tedesco The Experiment – Cercasi cavie umane (2001) e The Experiment con Adrien Brody del 2010. Nel cast di Effetto Lucifero Billy Crudup, Ezra Miller, Michael Angarano, Tye Sheridan, Johnny Simmons e Olivia Thirlby.

film sulla prigione

Effetto Lucidero, Sandbar Pictures, Abandon Pictures, Coup d’Etat Films

I documentari − Film sulla prigione

13th

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Partendo dal XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America e dalla sua paradossale idea di abolizione e proibizione della schiavitù “se non come punizione per un reato”, la regista Ava DuVerany riflette sulla condizione e la presenza massiccia di persone afroamericane nelle prigioni degli Stati Uniti. Il 25% dell’intera popolazione carceraria mondiale è quella negli USA, e più del 40% di questa (più di 2 milioni e mezzo di persone) è composta da neri.

Il documentario mette in luce la battaglia per i diritti civili, la campagna presidenziale di Nixon, la lotta alla droga di Reagan e impone un’attenta riflessione sul sistema carcerario come business. 13th è stato candidato agli Oscar come miglior documentario e ha vinto un Primetime Emmy Award sempre per il miglior documentario.

13th

13th, Kandoo Films

Time

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Presentato in concorso all’ultimo Sundance Film Festival e in esclusiva alla Festa del Cinema di Roma, il documentario Time è la vera storia di Fox Rich, imprenditrice, attivista e madre di sei figli che racconta in prima persona la lotta per il rilascio del marito condannato alla pena di sessant’anni per aver commesso una rapina in banca a inizio anni Novanta. Tramite nastri e registrazioni personali la battaglia individuale di Fox per la liberazione del marito diventa parte di una riflessione globale e decisamente politica sul malfunzionamento del sistema carcerario in America che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli e gli afroamericani.

Con questo film la documentarista Garrett Bradley continua il suo racconto di denuncia sociale dopo il precedente American Rhapsody (2019) che metteva al centro la rappresentazione degli afroamericani nella cultura americana. Time è uno dei migliori documentari del 2020 ed è già considerato un possibile contender per i prossimi Oscar.

time

Time, Concordia Studio

Cesare Deve Morire

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Orso d’oro al Festival di Berlino nel 2012, il documentario dei fratelli Taviani ricostruisce i momenti finali della rappresentazione del Giulio Cesare di Shakespeare all’interno del teatro del carcere di Rebibbia, affidata ad alcuni detenuti della sezione Alta Sicurezza. I condannati, tolte le vesti di attori, tornano nelle loro celle sei mesi dopo l’annuncio ufficiale del direttore del carcere sul progetto teatrale. Per i detenuti il Giulio Cesare diventa occasione di riflessione sui legami, i tradimenti e le traversie umane che attraversano la vita dell’uomo e le loro storie criminali.

Girato in bianco e nero, il film rintraccia l’umanità e la verità nella finzione scenica attraverso il work in progress della creazione spettacolare e del suo impatto sulla vita e la coscienza dei detenuti. Cesare Deve Morire ha vinto cinque David di Donatello fra cui quello per la miglior regia e il miglior film.

film sulla prigione

Cesare deve morire, Kaos Cinematografica, Stemal Entertainment, Le Talee, La ribalta – Centro Studi Enrico Maria Salerno, Rai Cinema

Taxi to the Dark Side

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 L’interessante film del documentarista Alex Gibney (The Armstrong Lie, Going Clear – Scientology e la prigione della fede) affronta il tema della violazione dei diritti umani durante l’amministrazione di Bush Jr. Gibney parte dal dicembre 2002 quando il taxista afgano Dilawar viene portato alla base dell’Air Force statunitense con l’accusa di essere coinvolto in un attentato terroristico. Cinque giorni dopo l’uomo verrà ritrovato morto con il corpo brutalmente martoriato dalla tortura nella prigione di Bagram.

Il documentario di Gibey, è ricco di testimonianze e documenti inediti sulle torture subite dai prigionieri nel carcere di Abu Grahib che indignò il mondo intero; indagando anche i metodi d’interrogatorio dei prigionieri attraverso una laboriosa inchiesta che va dall’Iraq a Guantanamo. Il film ha vinto l’Oscar 2008 per il miglior documentario.

taxi to the dark side

Taxi to the dark side, Discovery Channel, Jigsaw Productions, Tall Woods

I classici internazionali − Film sulla prigione

Il miglio verde

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Definito dallo stesso autore come uno dei migliori adattamenti di un suo romanzo il film diretto da Frank Darabont è tratto dall’omonimo libro di Stephen King del 1996. La storia è quella di Paul Edgecombe (Tom Hanks) capo delle guardie del braccio della morte e dei dubbi sulla colpevolezza del detenuto John Coffey, il prigioniero condannato al braccio della morte per aver ucciso due bambine di 9 anni. Nonostante la brutalità dell’atto commesso e la sua evidente corporatura da gigante, l’uomo ha in realtà un animo infantile che lo porta a piangere ed avere una costante paura del buio.

Questo contrasto simbolico fra essere e apparire, nel film e nel romanzo, viene sfruttato per porre alcuni interrogativi sulla pena di morte nelle carceri americane. Il miglio verde ha ottenuto quattro nomination agli Oscar 2000 senza vincere in nessuna categoria. Ma ad oggi il film di Darabont è una vera e propria gemma evergreen dei film sulla prigione di fine novecento.

il miglio verde

Il Miglio Verde, Castle Rock Entertainment , Darkwoods Productions, Warner Bros.

Le ali della libertà

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 Tratto dal racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, il film di Frank Darabont è stato inserito al quarto posto nella classifica dei migliori 500 film della storia dalla rivista Empire. Il film narra dell’amicizia fra due detenuti in un carcere del Maine. Andy Dufresne (Tim Robbins) vice direttore di banca all’ergastolo per il duplice omicidio della moglie e del suo amante, e Ellis Boyd Redding detto Red (Morgan Freeman) ergastolano che controlla il contrabbando all’interno del carcere.

Tra lo scorrere delle infinite giornate nel penitenziario e la paura per le angherie delle guardie carcerarie, tra i due si crea una forte complicità. Legame che si protrarrà anche oltre le sbarre. Capolavoro del cinema drammatico Le ali della libertà è un film sul potere dell’amicizia e della speranza. Filtrata attraverso il microcosmo della prigione fra voglia di libertà e l’innegabile paura della vita una volta usciti da quell’unico mondo conosciuto.

le ali della libertà

Le ali della libertà, Castle Rock Entertainment

Hunger

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1981, Irlanda del Nord. A seguito dell’abolizione dello statuto speciale del prigioniero politico, i detenuti appartenenti all’IRA nel carcere di Maze avviano una rivolta guidata dal detenuto Bobby Sand. Alla base della protesta ci sono vari motivi: il rifiuto di indossare la divisa carceraria (blanket protest), il rifiuto a radersi o lavarsi (dirty protest) e uno sciopero della fame. Questo film sulla prigione è l’esordio del regista Steve McQueen. Il primo folgorante lungometraggio della sua carriera.

Attraversato da due lunghi piani sequenza (il primo di diciassette minuti e quello che segue di sette) Hunger è un racconto estremamente fisico in cui la corporeità e la libera disposizione del proprio corpo acquistano un significato politico. Il corpo diventa dunque arma di protesta per riconquistare i propri diritti. La performance di Fassbender è sbalorditiva. Per il film l’attore ha intrapreso una dura dieta ed estenuanti cicli di esercizio fisico per raggiungere la scheletricità di Sand. Questa rimane una delle migliori interpretazioni della sua carriera e ha dato il via ad una lunga collaborazione con McQueen che è proseguita con Shame e con 12 anni schiavo.

hunger

Hunger, Blast! Films

L’Isola dell’ingiustizia – Alcatraz

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 Per aver rubato solo 5 dollari, il giovane Henri Young (Kevin Bacon) finisce nel carcere di Alcatraz coordinato dal sadico direttore Milton Glenn (Gary Oldman). Sottoposto continuamente a sevizie fisiche e psicologiche, tre anni dopo Young uccide il detenuto che gli ha fatto da spia. Inizia così il suo lungo processo accompagnato dal giovane avvocato James Stamphill (Christian Slater). L’uomo non condurrà solo una battaglia per il suo assistito ma metterà sotto accusa l’intera ideologia penale di Alcatraz.

Diretto da Marc Rocco, Alcatraz è un film di denuncia che ricostruisce in maniera romanzata le condizioni di vita della celebre prigione nella baia di San Francisco negli anni ’40. Gettando finalmente una luce sulle condizioni disumane e la crudeltà dei trattamenti perpetrati nei confronti dei detenuti.

film sulla prigione

L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz, Canal+, Warner Bros.

Forza bruta

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Nella prigione di Westgate oppressa dai metodi brutali del responsabile della sicurezza, il capitano Munsey, si verificano incidenti sempre più terribili e sanguinosi. Per questo alcuni detenuti si mettono all’opera per mettere a punto un piano di fuga. Il film del 1947 è diretto dal regista Jules Dassin, considerato uno dei padri fondatori del genere noir.

Nel film il racconto del presente di gruppo si alterna a quello personale di ciascuno dei prigionieri che attraverso numerosi flashback narrano agli altri la propria storia ricostruendo le cause e le modalità del reato che li ha condotti in carcere.  Tra scene di tortura, quelle di azione e quelle più intime è sempre l’amore per una donna che in quasi tutti i casi porta gli inevitabili guai con la legge.

forza bruta

Forza Bruta, Mark Hellinger Productions

Prigione e Sentimento − Film sulla prigione

Se la strada potesse parlare

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 Se la strada potesse parlare è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di James Baldwin del 1974 e uno dei film sulla prigione più contemporanei. Il terzo lungometraggio di Barry Jankins racconta la storia d’amore fra Tish (Kiki Layne) e Fonny (Stephan James) nell’America degli anni ’70. Quest’ultimo viene ingiustamente detenuto per un’accusa di stupro nei confronti di una donna bianca.. Tish, in attesa del primogenito, si batte assieme alla madre per ottenere giustizia e scagionare l’amato. L’imperante sentimento razzista dell’America di quegli anni sarà farà da sfondo ad una falsa accusa che intrappolerà il giovane Fonny in una situazione giudiziaria senza via d’uscita.

Qui, la telecamera di Jankins si muove con lo stesso lirismo ed eleganza già vista nel suo precedente, Moonlight, facendo emergere le tensioni emotive e il sentimento profondo della coppia attraverso l’uso dei primi piani. Separati dalle sbarre che impediscono il contatto fisico, i due infatti comunicheranno attraverso gli occhi, il volto e la parola. Ricercando così la bellezza di un amore simbolo della lotta razziale. Per il ruolo di Sharon, la mamma di Tish, Regina King ha vinto l’ Oscar come migliore attrice non protagonista.

film sulla prigione

Se la strada potesse parlare, Annapurna Pictures, Plan B Entertainment, PASTEL

Un chant d’amour

Il film del 1950 diretto dal regista, poeta e drammaturgo francese Jean Genet è uno studio sulla vita carceraria e sulla sessualità maschile nella condizione di prigionia. Il cortometraggio in bianco e nero è incentrato su un’ala di prigione che ospita assassini in isolamento. E in particolare pone uno sguardo sulla vittimizzazione da parte della guardia di un prigioniero.

Un chant d’amour alterna le immagini di fantasie omoerotiche alle rappresentazioni più realistiche sulla condizione carceraria e la miseria della detenzione. Genet, con uno sguardo seducente e di estrema rottura, mette in scena l’eros e la seduzione. La condivisione dello spazio fisico diventa anche spazio intimo fra detenuto e guardia in base ai rapporti di forza in gioco. Un chant d’amour è uno dei film sulla prigione più sperimentali di sempre.

film sulla prigione

Un chant d’amour, Nikos Papatakis

L’amore che non muore

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Nel paesaggio suggestivo delle Isole di Saint-Pierre nel Canada francese del 1849, due disadattati vengono condannati per omicidio alla pena capitale per ghigliottina. Durante il tragitto dal tribunale al carcere-caserma dei militari uno dei due muore casualmente. L’altro, Ariel Neel Auguste (Emir Kusturica), va in custodia dal capitano della guarnigione Jean, e la moglie a carico Pauline (Juliette Binoche).

In attesa dell’arrivo della ghigliottina e del boia che eseguirà la condanna, l’uomo si distinguerà per buona condotta. Riuscirà inoltre a creare ottimi rapporti con la popolazione dell’isola, con la moglie del capitano e con lo stesso comandante. Il film di Patrice Leconte è un dramma storico di redenzione ed espiazione; una riflessione sul significato di amore inteso come sentimento di forza, coerenza e umanità che va oltre la passione.

film sulla prigione

L’amore che non muore, Epithète Films, France 2 Cinéma, France 3 Cinéma, Cinémaginaire Inc.

Ballando con uno sconosciuto

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Il film di Mike Newell del 1975 ricostruisce la storia di Ruth Ellis, l’ultima donna ad essere giustiziata nel Regno Unito nel 1955. Ruth, (interpretata da Miranda Richardson) incontra David, affascinante pilota di gare automobilistiche nell’estate del 1953. Tra i due il rapporto è subito fortemente burrascoso. I due litigano di continuo e quando David inizia a bere, lei decide di trasferirsi dallo spasimante Desmond, illudendolo di essere finalmente libera dal marito.

Nel corso della notte di Pasqua Ruth compirà un omicidio. Il 13 luglio del 1955 la donna viene condannata all’impiccagione ma sarà l’ultima ad essere giustiziata. Nove anni dopo nel ’69, l’Inghilterra porrà fine alla pena di morte che fu definitivamente abrogata. Ballando con uno sconosciuto è un dramma familiare che tratta tematiche complesse come la violenza domestica, l’alcolismo, l’aborto e l’assunzione di sostanze. Il film vinse il Premio Giovani a Mike Newell al Festival di Cannes del 1985.

film sulla prigione

Ballando con uno sconosciuto, Goldcrest

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