I migliori film sugli zombie da vedere assolutamente

Una selezione di 25 zombie movie fra classici, commedie splatter e titoli recenti

I film horror a tema zombie sono un vero e proprio classico di genere, declinato in ogni modo possibile nel corso della storia del cinema. Vari i sottogeneri esplorati, in maniera costante, a partire dagli anni Trenta del Novecento. In linea generale L’isola degli zombies (White Zombie) di Victor Halperin è considerato il primo film che introduce nel cinema la figura del morto vivente. Realizzato nel 1932, ha per protagonista Bela Lugosi e si svolge ad Haiti. Ed è proprio al folklore haitiano che risale la figura dello zombie, diventata celebre in letteratura come al cinema. Nella nostra top vogliamo proporre 25 titoli fra i film zombie più rappresentativi, a partire dal 1968, anno dell’esordio dietro la macchina da presa di George Romero con La notte dei morti viventi.

Romero è universalmente riconosciuto come il padre di questo sottogenere e a lui si devono buona parte dei canoni e delle scelte stilistiche codificate. Dai titoli più originali a quelli più inevitabilmente derivativi, dallo splatter alla parodia, ecco i migliori film zombie da vedere secondo la redazione di FilmPost.

Indice:

Dai classici agli anni Duemila – I migliori film zombie da vedere

La notte dei morti viventi – George Romero (1968)

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Apriamo la nostra selezione di film zombie col classico dei classici, la pellicola che ha dato vita in maniera compiuta al filone dei non morti dopo i film degli anni Trenta e Quaranta. La storia è quella di Barbra, che trova rifugio in una casa di campagna dopo che suo fratello Johnny è stato ucciso da una creatura umana nelle sembianze ma mostruosa nella sete di sangue. Lì, insieme a Ben, organizza una difesa da questi mostri che ben presto si scopre essere morti tornati in vita per cibarsi di carne umana; a scatenare la furia le radiazioni di una sonda sperimentale tornata da Venere. Come respingere l’assedio ed eliminare gli zombie?

Primo lungometraggio diretto da George Romero, La notte dei morti viventi getta le basi del genere. Il film si apre con una situazione disperata che nel corso della vicenda non fa che peggiorare, in un crescendo di angoscia e terrore. Come ampiamente analizzato dagli storici del cinema nel corso degli anni, La notte dei morti viventi porta avanti attraverso la figura dello zombie una critica alla società statunitense degli anni Sessanta. Romero attinge a film come L’isola degli zombies e Ho camminato con uno zombie ma fa sua la figura del morto vivente; non ci sono più riti e stregonerie, ma un misterioso virus che trasforma gli uomini in mostri. Film dall’enorme influenza culturale, citato, rivisitato e ripreso in tutti i modi possibili.

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La notte dei morti viventi. Image Ten

Non si deve profanare il sonno dei morti – Jorge Grau (1974)

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Conosciuto anche con il titolo di Da dove vieni e Zombie 3, Non si deve profanare il sonno dei morti è una co-produzione italo-spagnola che vede dietro la macchina da presa Jorge Grau. Per eliminare i parassiti che provocano danni ai raccolti, nella regione di Manchester le autorità sanitarie sperimentano un trattamento che si base su onde elettromagnetiche. La tecnica pare funzionare ma ha un terrificante effetto collaterale: le onde trasformano i morti in zombie. Non solo, l’epidemia colpisce e uccide anche gli esseri umani psicologicamente e neurologicamente vulnerabili. Le autorità che indagano sospettano che i due protagonisti, Edna e George, abbiano a che fare con l’ondata di spaventosi morti che colpiscono la regione.

Film zombie piuttosto derivativo e non esente da difetti, Non si deve profanare il sonno dei morti ha diversi pregi che lo rendono godibile. In primo luogo una regia attenta e delle buone interpretazioni degli attori (Ray Lovelock, Arthur Kennedy, Christine Galbo); secondo poi, una tensione crescente e vari momenti autenticamente spaventosi. Figlio della sua epoca, ha in sé una sorta di messaggio ecologista e uno sguardo interessante sull’attualità dell’epoca.

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Non si deve profanare il sonno dei morti. Star Films S.A., Flaminia Produzioni Cinematografiche

Rabid – David Cronenberg (1977)

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Sopravvissuta a uno spaventoso incidente motociclistico, Rosy subisce un trapianto di pelle da parte di un dottore al lavoro da anni su un progetto di ricerca sperimentale. Peccato che la pelle utilizzata durante l’intervento sia quella di persone morte da tempo. Rosy inizia a sviluppare una fame insaziabile di carne umana e un’orribile sete di sangue e quando aggredisce le sue vittime trasmette loro una specie di idrofobia. Ben presto la città diventa preda di un assedio incontrollabile e violento da parte dei contagiati.

Gli zombie di Rabid hanno molto a che spartire con la figura del vampiro e attraverso questi mostri David Cronenberg porta avanti una riflessione allegorica. Qui le creature non sono più metafora del consumismo ma dell’edonismo portato all’estremo e il corpo umano diventa teatro di sperimentazioni sempre più eccessive. Non è un caso che buona parte delle sequenze si svolgano all’interno di una clinica di chirurgia plastica. Rabid ha molto del b-movie e come tale soffre per alcuni evidenti difetti soprattutto nella narrazione; la regia è però in grado di farli dimenticare e portare avanti la riflessione di base in maniera efficace. Violento ma non troppo, Rabid fa uso abbondante e di una certa ironia dissacrante che in questo contesto non guasta.

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Rabid. Dunning/Link/Reitman Productions

Zombi – George Romero (1978)

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1978: il mondo è improvvisamente precipitato nell’Apocalisse. Per un’ignota ragione i cadaveri dei morti recenti hanno cominciato a rianimarsi, mossi da istinti aggressivi a cannibali. Un eterogeneo gruppo in fuga in elicottero trova riparo in un grande centro commerciale nei dintorni di Pittsburgh; dopo aver eliminato tutti i morti viventi che lo infestavano, trasforma il luogo in una sorta di nuovo Eden dove tentare di avviare una vita normale. Alla minaccia degli zombi si aggiunge quella di una banda di feroci razziatori che fanno incetta di tutto quel che trovano. Per i sopravvissuti non c’è possibilità di scegliere se non combattere e uccidere, per non perdere ciò che hanno faticosamente conquistato.

Secondo lungometraggio di George Romero e probabilmente il film zombie per eccellenza. In Italia arriva col titolo di Zombi, rompendo la continuità con l’opera prima del regista, con Dario Argento responsabile del montaggio e i Goblin a firmare la colonna sonora. Dawn of the Dead è un film più consapevole e ambizioso del precedente, con una critica alla società ancor più marcata, un messaggio politico e una riflessione compiuta sulle dinamiche di gruppo fra esseri umani. Zombi, oltre ad essere un horror imperdibile, è uno dei punti saldi della storia del cinema in generale.

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Zombi. Laurel Group, Dawn Associates

Zombi 2 – Lucio Fulci (1979)

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New York, due agenti della guardia costiera setacciano un’imbarcazione alla deriva nel porto. Uno dei due viene aggredito e ucciso da una creatura mostruosa. Peter, un giornalista, ed Anne, la figlia del proprietario del vascello iniziano ad indagare sulla vicenda. Una lettera del padre di Anne indirizza le indagini verso l’isola di Matul, nei Caraibi; lì un misterioso virus si diffonde nella popolazione trasformando gli esseri umani in zombie. Sull’isola lo scienziato David Menard cerca di trovare una spiegazione scientifica al fenomeno mentre la situazione va via via precipitando.

Con Zombi 2 Lucio Fulci torna alle origini e riporta la narrazione dove nasce la mitologia dei morti viventi: in un’isola dei Caraibi. Considerato a torto una sorta di plagio di Zombi di Romero (Dawn of the Dead), è in realtà un film molto diverso dall’illustre “predecessore”. A cominciare dal trucco, curato da Giannetto De Rossi, che rende gli zombie completamente diversi da quelli di Romero. Consacrazione di Fulci come maestro dell’horror, contiene una serie di scene iconiche, diventate dei cult. Basti citare la lotta subacquea tra uno zombie e uno squalo e la scena, violentissima, dell’occhio trafitto da una scheggia di legno. Zombi 2 è uno dei film zombie più importanti da vedere di sempre.

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Zombi 2. Variety Film

Paura nella città dei morti viventi – Lucio Fulci (1980)

Proseguiamo la nostra carrellata di film zombie con un altro classico del terrore diretto da Lucio Fulci. Primo capitolo della cosiddetta Trilogia della Morte, proseguita con … E tu vivrai nel terrore – L’Aldilà e Quella villa accanto al cimitero. Qui a risvegliare l’orda di morti viventi è il suicidio di Padre Thomas, che si impicca a un albero nel cimitero di Dunwich. Ai canoni classici dei film zombie Lucio Fulci, insieme a Dardano Sacchetti, innesta tutta una serie di tematiche aggiuntive, che rendono Paura nella città dei morti viventi ancora più ricco e sfaccettato. C’è la religione, c’è la psicanalisi, la dimensione parallela tra sogno e realtà.

Accolto in maniera piuttosto tiepida in Italia, Paura nella città dei morti viventi diventa presto un cult all’estero, nonostante i molti tagli imposti dalla censura. Diverse scene sono raccapriccianti, al limite dell’insostenibile e del disgustoso ma è tutto funzionale alla creazione di quel meccanismo di paura e terrore manifesti sin dal titolo. Un film zombie davvero da non perdere, come il resto della Trilogia della Morte.

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Paura nella città dei morti viventi. Dania Film, Medusa Distribuzione

L’armata delle tenebre – Sam Raimi (1992)

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Sopravvissuto dalle terrificanti avventure raccontate nel film La casa del 1981 e rimasto senza un braccio, Ash viaggia indietro nel tempo fino al XIII secolo. I cavalieri di Lord Arthur lo catturano e condannano a morte buttandolo in un pozzo dove vive una spaventosa creatura demoniaca. A salvarlo è il mago di corte che crede che Ash sia l’unico in grado di salvare gli esseri umani tormentati dai morti viventi. Ash scopre presto che l’unico modo per tornare a casa è proprio affrontare la pericolosa missione recuperando il famoso Necronomicon.

Terzo capitolo della serie Evil Dead è forse anche il meno riuscito dei tre, o meglio, quello che comincia a manifestare qualche segno di stanchezza. Ciò nonostante resta un film zombie imperdibile per gli amanti del genere, divertentissimo, esagerato e onestamente demenziale. Memorabile la scena finale del combattimento con l’armata degli scheletri, resta un classico indiscusso del cinema horror.

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L’armata delle tenebre. Dino De Laurentiis Company, Renaissance Pictures, Introvision International

Dellamorte Dellamore – Michele Soavi (1994)

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Francesco Dellamorte lavora nel piccolo cimitero di Buffalora come guardiano. Insieme a lui c’è Gnaghi, il suo inseparabile assistente che si esprime solo a mugugni. Annoiato e insoddisfatto della sua routine, trova una “distrazione” uccidendo i morti che quotidianamente, nella notte, risorgono dalle tombe. Un giorno conosce una giovane e avvenente vedova affranta per la morte dell’anziano marito e se ne innamora. Ma la relazione appena nata tra i due non ha fatto i conti con gli zombie e con un destino avverso.

L’allievo di Dario Argento Michele Soavi trova una sua strada girando Dellamorte Dellamore, tratto dal romanzo omonimo di Tiziano Sclavi, creatore e sceneggiatore di Dylan Dog. Soavi mescola atmosfere tetre, scenografie suggestive, un cast ben assortito e una buona dose di ironia. Passando sopra alcuni difetti di sceneggiatura ci si accorge presto che Dellamorte Dellamore è un film zombie che propone spunti originali uniti a citazioni e luoghi classici della letteratura e del cinema horror.

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Dellamorte Dellamore. Audifilm, Urania Film, K.G. Productions, Canal+

28 giorni dopo – Danny Boyle (2002)

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In Inghilterra un gruppo di animalisti fa irruzione in un laboratorio per liberare alcune scimmie sottoposte alla visione di immagini violente. Un ricercatore avverte gli attivisti che gli animali sono portatori di un pericoloso virus ancora sconosciuto; il gruppo non se ne cura e agisce lo stesso. L’attacco furioso delle scimmie è immediato. 28 giorni più tardi, a Londra, Jim si sveglia in un letto di ospedale vuoto e si ritrova a vagare nella città deserta in cerca di altri esseri umani. Per lui è l’inizio di un’avventura ad alta tensione mentre cerca di sopravvivere a orde di infetti violenti e assetati di sangue.

L’inizio di questo film zombie da non perdere è davvero incredibile e inquietante, con riprese di una Londra spettrale davvero suggestiva. 28 giorni dopo mantiene alta la tensione durante tutta la durata e soprattutto nella seconda metà non lesina sullo splatter, sulla violenza e su scene cariche di azione. Gli zombie qui sono creature rabbiose e rapide nei movimenti i cui attacchi non lasciano scampo, mostri davvero disturbanti e spaventosi. Cillian Murphy è perfetto nel ruolo di Jim.

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28 giorni dopo. British Film Council, DNA Films

Resident Evil – Paul W.S. Anderson (2002)

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Nei sotterranei di Raccoon City si trova l’Alveare, laboratorio di ricerca segreto della Umbrella Corporation. È qui che un gruppo di scienziati ha dato vita al pericoloso virus T, un agente potentissimo utilizzabile come arma batteriologica. I rischi diventano tangibili quando un uomo sottrae il virus T dal laboratorio contaminandolo. Immediatamente l’intelligenza artificiale – la Regina Rossa – che controlla la sicurezza del laboratorio si attiva uccidendo tutti i presenti e sigillando il posto. Alice (Milla Jovovic) e la sua squadra raggiungono l’Alveare per disattivare il sistema di sicurezza, ma la Regina Rossa li avverte che li sta tutelando da un male peggiore, pronto a colpire sotto forma di zombie.

Primo capitolo della saga ispirata alla celebre serie videoludica omonima. Uno dei pregi maggiori di Resident Evil è quello di rivolgersi anche a un pubblico più ampio di quello degli appassionati del videogioco. Il film è un buon thriller con forte impronta horror (ma mai troppo sanguinolento) e ad alta tensione. Zoppicante sul fronte sceneggiatura, non delude nella caratterizzazione di Alice, il personaggio principale che ha il volto di Milla Jovovic. La colonna sonora con musiche di Marilyn Manson e degli Slipknot sostiene a dovere l’azione.

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Resident Evil. Constantin Film, Davis Films, Impact Pictures, New Legacy

L’alba dei morti viventi – Zack Snyder (2004)

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Al rientro da un lungo turno in ospedale, Ana non presta attenzione a un notiziario che passa allarmanti aggiornamenti in televisione. Il mattino dopo suo marito Luis viene attaccato e ucciso con un morso dalla piccola Vivian, loro vicina di casa. Ana sfugge all’attacco e scappa e scopre che l’intero quartiere è messo sotto scacco da morti viventi affamati di carne umana. Trova rifugio in un supermercato insieme a un gruppo di sopravvissuti e ha inizio la lotta contro le mostruose creature.

Zack Snyder firma il remake del cult di George Romero, con un omaggio al grande maestro che non delude e convince in pieno. Ricchissimo di citazioni all’illustre predecessore e non solo, non manca di necessari momenti ironici che inframezzano la tensione senza smorzarla. Peccato per i personaggi spesso caratterizzati poco e male e per alcune soluzioni discutibili (il parto zombie su tutte). L’alba dei morti viventi resta un film zombie da vedere in grado di soddisfare gli amanti del genere.

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L’alba dei morti viventi. TriStar Pictures, Columbia Pictures

REC – Jaume Balagueró, Paco Plaza (2007)

Come ogni notte Angela Vidal si prepara ad andare in scena con la sua trasmissione televisiva, Mentre voi dormite. Si accinge a passare una nottata con un gruppo di vigili del fuoco di Barcellona e tutto sembra svolgersi secondo i programmi. Fin quando la squadra riceve una chiamata con richiesta di un intervento urgente in un condominio della città. Quando Angela, il suo cameramen e i pompieri si chiudono alle spalle il portone del palazzo si scatena l’inferno.

Una storia semplice, tensione costante e una camera a mano (quella del video-operatore) sono i pochi efficacissimi ingredienti di questo film zombie del 2007 da non perdere. Ansia crescente e paura sono assicurate e enfatizzate dall’ambientazione piuttosto claustrofobica del condominio. Se lo spunto di partenza e le tecniche di ripresa non sono particolarmente originali, REC non delude mai, intrattiene a dovere e non lesina sul sangue. Da vedere il primo sequel, assolutamente trascurabili gli altri due.

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REC. Filmax, Castelao Productions

Commedie splatter, parodie, rivisitazioni – I migliori film zombie da vedere

Splatters – Peter Jackson (1992)

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Lionel vive con la madre Vera, che lo vessa e comanda a bacchetta senza sosta. Quando si innamora di Paquita, Vera fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al figlio. Mentre li sta pedinando durante il primo appuntamento in uno zoo, viene morsa da una scimmia ratto. L’orribile ibrido proveniente da Sumatra la infetta con un virus che la trasforma in un mostro violento e affamato. Lionel organizza il funerale della madre, che tutti credono morta, la seda a colpi di tranquillante e la fa seppellire. Ben presto la donna risorge dalla tomba sotto forma di zombie e la situazione degenera rapidamente.

Dopo l’esordio con Bad Taste e la commedia satirica Meet the Feebles, Peter Jackson firma una commedia horror splatter, demenziale, estrema e divertente. Jackson rivisita il genere zombie coniugando trash e vari accenni di critica ai capisaldi della società, la famiglia sopra tutti. La recitazione è volutamente sopra le righe, le trovate sono eccessive e l’uso del sangue finto è letteralmente smodato. Splatters è un film zombie in chiave comica da non perdere; peccato solo che nel doppiaggio italiano si perda il senso di alcune battute e linee di dialogo.

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Splatters. Lionsgate

L’alba dei morti dementi – Edgar Wright (2004)

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Shaun vive a Londra insieme a Pete, un suo ex compagno di classe, e Ed, il suo miglior amico fannullone. Non è soddisfatto del suo lavoro, ha un pessimo rapporto col suo patrigno e anche la sua relazione con la fidanzata Liz non è proprio idilliaca. Una mattina Shaun inizia a notare che le strade della città sono teatro di strani accadimenti, mentre gira un’insolita influenza. Sottovaluta il problema mentre le strade si riempiono di zombie fin quando due morti viventi fanno irruzione in casa sua. Shaun e Ed danno inizio alla loro missione: trarre in salvo Liz e rifugiarsi al Winchester. Ma non hanno fatto i conti con un’orda sempre più accanita.

Leggendo la trama e non conoscendolo potrebbe sembrare il solito film di zombie e invece la pellicola d’esordio di Edgar Wright è una vera chicca. Primo capitolo della Trilogia del Cornetto, scritta insieme a Simon Pegg, L’alba dei morti dementi è una parodia divertentissima del genere zombie. Come suggerisce il titolo originale Shaun of the Dead è una rivisitazione in chiave comica che prende le mosse dal classico di Romero Dawn of the Dead. Zombie con umorismo britannico, siparietti folgoranti, un pizzico di commozione e una colonna sonora strepitosa lo rendono un vero e proprio cult imperdibile. Memorabile la lotta contro l’orda a ritmo di Don’t stop me now dei Queen.

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L’alba dei morti dementi. Universal Pictures

Benvenuti a Zombieland – Ruben Fleischer (2009)

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Il morbo della mucca pazza ha letteralmente messo l’America in ginocchio e trasformato gran parte degli esseri umani in zombie. Lo studente universitario texano Columbus si sta per mettere in viaggio per andare a vedere se i suoi genitori sono ancora vivi. Durante il viaggio incontra Tallahassee, che ha un talento speciale nell’uccidere i morti viventi, e iniziano a spostarsi insieme. L’obiettivo principale di Tallahassee è ritrovare i twinkies, merendine che gli ricordano il passato senza gli zombie. In un supermercato incontrano le sorelle Wichita e Little Rock, che inizialmente tendono loro una trappola per poi formare coi due uomini un gruppo unico. I quattro ripartono alla ricerca di un luogo libero dagli zombie.

Enorme successo negli Stati Uniti, il film di Ruben Flesicher ha un seguito del 2019 con lo stesso cast del primo film. Divertente e caratterizzato da un ritmo sempre incalzante, Benvenuti a Zombieland si lascia guardare con piacere, fra battute e diverse trovate mutuate dal mondo videoludico. Interessante la caratterizzazione del nerd Columbus (Jesse Eisenberg) soprattutto in contrapposizione col duro tutto d’un pezzo Tallahassee (Woody Harrelson).

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Benvenuti a Zombieland. Columbia Pictures

Dead Snow – Tommy Wirkola (2009)

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Un gruppo di amici si ritrova per un periodo di relax senza pensieri in una piccola casa sperduta nelle montagne norvegesi. Lì apprendono da un abitante del posto una leggenda che riguarda quel luogo e vede protagonisti un gruppo di soldati nazisti e la popolazione locale, protagonisti di un duro scontro. Ben presto i ragazzi scoprono che nel paesaggio innevato i soldati della leggenda si nascondono pronti a seminare il terrore sotto forma di famelici morti viventi.

Dead Snow è un film zombie dall’andamento comico piuttosto interessante, anche se non privo di difetti. La storia è semplicissima e si percepisce fin da subito che l’intento di Tommy Wirkola non è certo quello di andare in profondità. Del resto, però, ci si diverte parecchio e gli orribili nazi-zombie nel gelido paesaggio norvegese hanno un loro perché dal punto di vista visivo. Sangue e budella non mancano, così come le immancabili derive trash. Interessante come Wirkola prenda le mosse da un andamento classico del racconto per far esplodere l’azione in maniera violenta ed eccessiva.

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Dead Snow. Euforia Film

Zombie contro zombie – Shin’ichirō Ueda (2017)

Della trama di questo zombie movie folle e imprevedibile basti sapere che le vicende si svolgono in una struttura abbandonata dove un regista e la sua crew stanno girando un film horror. Un film horror con al centro i morti viventi. Andare oltre significherebbe rovinare buona parte dell’esperienza di questo piccolo, insolito cult giapponese.

Si parte subito in medias res, con un piano sequenza che dura più di mezz’ora e trascina lo spettatore nella storia. E quando si crede di aver capito dove il regista voglia andare a parare inizia il film vero e proprio. Ueda cambia registro più volte, sbiadisce il confine tra finzione e realtà, sorprende e spiazza dando vita ad un’operazione davvero originale. Operazione geniale e divertentissima da recuperare al più presto per godere di un film zombie davvero unico – è il caso di dirlo – nel suo genere. Il consiglio è quello di stare al gioco; il risultato è garantito.

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Zombie contro zombie. ENBU Seminare

I morti non muoiono – Jim Jarmusch (2019)

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A Centerville, in Ohio, si verificano una serie di fatti strani. Gli animali si comportano in modo insolito, i cellulari smettono di funzionale e il giorno e la notte non si alternano come di consueto. L’ipotesi sul campo è quella che a causare questi squilibri sia lo sfruttamento spropositato delle risorse del pianeta. Gli scienziati non sanno dare una risposta univoca e la popolazione è sempre più spaventata fin quando i morti iniziano a risorgere dalle tombe. A difendere Centerville il capo della polizia Cliff, l’agente esperto in zombie Ronnie, Mindy e Zelda, che gestisce un’impresa di pompe funebri e maneggia sapientemente la katana.

Dopo aver rivisitato la figura del vampiro in Solo gli amanti sopravvivono, Jim Jarmusch rilegge a suo modo il filone dei film zombie. Un cast d’eccezione al servizio di un film poco apprezzato in patria, magari non il migliore di Jarmusch, ma sicuramente interessante. Tempi e ritmo dilatati, tanta ironia e una riflessione su un mondo allo stremo che non ha più nulla da offrire.

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I morti non muoiono. Animal Kingdom

I titoli più recenti – I migliori film zombie da vedere

World War Z – Marc Forster (2013)

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Gerry, ex investigatore delle Nazioni Unite parte con un team alla ricerca di un rimedio per una terribile infezione che trasforma gli esseri umani in zombie. Lascia la sua famiglia al sicuro a bordo di una imbarcazione governativa e viaggia alla volta della Corea del Sud prima e di Israele poi. Lì ha un’intuizione circa il comportamento degli infetti che sembrano non attaccare alcune persone. Arrivato in una sede dell’OMS a Cardiff illustra la sua teoria gettando le basi per la produzione di un vaccino. Peccato che anche il laboratorio di Cardiff sia infestato di morti viventi.

Brad Pitt è protagonista della trasposizione cinematografica diretta da Marc Forster del romanzo di Max Brooks del 2006 World War Z. La guerra mondiale degli zombie. Adrenalinico e coinvolgente, World War Z è perfetto per chi cerchi un film zombie da godere senza troppo impegno. Blockbuster che punta tutto sul suo eroe protagonista, su inseguimenti ad alta tensione ed effetti visivi accattivanti senza trovate troppo cruente o gore. World War Z è divertente e dinamico ma soffre per una certa bidimensionalità dei personaggi, poco sfaccettati e sempre pronti a dar sfoggio di buoni sentimenti e spirito di sacrificio.

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World War Z. Paramount Pictures

Train to Busan – Yeon Sang-ho (2016)

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Seok-woo è un agente di borsa divorziato che vive con la figlia Soo-an che soffre a causa della scarsa presenza del padre sempre impegnato col lavoro. Per il suo compleanno Soo-an chiede al padre di accompagnarla a Busan, dalla madre e i due partono in treno. Nel frattempo, in tutta la Corea del Sud si diffonde un virus di origini sconosciute che trasforma le persone in zombie. Sul treno per Busan una passeggera infetta attacca un’assistente del personale di bordo e subito si scatena il caos. Seok-woo, insieme ad altri passeggeri, fa di tutto per bloccare gli attacchi degli infetti e limitare i danni mentre in tutte le città coreane è in atto una durissima repressione.

Train to Busan è un film zombie da non perdere che coniuga il filone dei morti viventi con una profonda critica alla società coreana. La riflessione sociologica è portata avanti con la rappresentazione di come le autorità, ma anche i comuni cittadini, gestiscono con egoismo e crudeltà la situazione di emergenza. I personaggi sono ben caratterizzati, a partire da Seok-woo, la cui natura evolve di pari passi col rapporto con la figlia Soo-an. Adrenalinico, brutale e commovente, il film di Yeon Sang-ho è una vera e propria chicca.

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Train to Busan. Next Entertainment World

Seoul Station – Yeon Sang-ho (2016)

Non può mancare nella nostra selezione di film zombie Seoul Station, film d’animazione uscito un mese dopo Train to Busan, di cui costituisce il prequel. Nei pressi della stazione di Seoul un senzatetto con un profondo segno di un morso sul collo si sente male e si accascia al suolo nell’indifferenza generale. L’uomo si trasforma in uno zombie e rapidamente l’infezione si diffonde soprattutto colpendo i cosiddetti ultimi della società. Il film segue le vicende di vari protagonisti, tutti appartenenti alle classi sociali più basse, alle prese con la lotta per la sopravvivenza.

In Seoul Station, con un forte simbolismo, l’epidemia si diffonde a partire dagli emarginati che anche nella situazione di emergenza continuano ad essere ignorati e scacciati. La metafora politica e sociale non potrebbe essere più evidente: le autorità, con un egoismo e un’indifferenza colpevoli, sono diretti responsabili della catastrofe. La soluzione messa in campo, poi, è ancor più disastrosa e dominano, come in Train to Busan, repressione e cinismo. Un film zombie d’animazione davvero da non perdere.

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Seoul Station. Finecut

Cargo – Ben Howling, Yolanda Ramke (2017)

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Andy vive con la moglie Kay e la figlioletta Rosie a bordo di un battello che si posta nell’Australia infesta da un’epidemia zombie. Chiunque venga infettato ha 48 ore prima che sopraggiunga un destino inevitabile e tragico. Quando anche Kay si infetta, Andy fa di tutto per portare in salvo la piccola Rosie in un viaggio disperato nell’entroterra australiano.

Cargo è un film zombie davvero interessante e per certi versi insolito e originale. Colpisce l’idea che qui la trasformazione si compia in un arco piuttosto lungo che lascia il tempo agli infettati per prepararsi a quello che inevitabilmente succederà. Lo scopo principale di Howling e Ramke non è mettere in scena la dimensione propriamente horror della vicenda quanto piuttosto indagare la figura paterna protagonista. Nelle interazioni con gli altri personaggi con cui Andy si relaziona e nell’intenzione primaria di proteggere Rosie a tutti i costi. In Cargo si apprezzano quindi una profondità e riflessioni che spesso mancano nei film di questo genere.

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Cargo. Addictive Pictures

I famelici – Robin Aubert (2017)

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Gran parte degli abitanti di una piccola cittadina del Quebec si è trasformata in mostri affamati di carne umana. Gli zombie famelici si aggirano per le strade e nei boschi circostanti seminando il terrore mentre un gruppo di sopravvissuti dà loro la caccia. Mentre l’epidemia va sempre più fuori controllo un gruppo piuttosto eterogeneo di persone lotta per la sopravvivenza mettendo insieme le forze.

Robin Aubert firma con I famelici un film zombie che ha nei meccanismi di costruzione della tensione il suo punto di forza. Non mancano le scene d’azione più violente ed esplicite, ma il terrore è veicolato soprattutto da ciò che non si vede sullo schermo ma che si percepisce come un pericolo costante. Altro pregio del film è la costruzione del sistema dei personaggi, che funziona soprattutto nell’analisi delle dinamiche di gruppo. Perfetta l’ambientazione, dove i paesaggi naturali del Quebec sono esaltati dalle scelte di fotografia.

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I famelici. La Maison de Prod

La notte ha divorato il mondo – Dominique Rocher (2018)

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Sam partecipa malvolentieri ad una festa nell’affollato appartamento parigino della sua ex compagna. Per evitare incontri spiacevoli si chiude in una stanza dove però si addormenta. Al suo risveglio la mattina seguente scopre che tutti gli ospiti si sono trasformati in zombie e che la città di Parigi è sotto assedio. Si organizza per la sopravvivenza facendo del condominio dove si trova una sorta di fortino con scorte alimentari e armi. Ma quanto a lungo potrà tollerare la solitudine?

La notte ha divorato il mondo è senza dubbio un film zombie abbastanza anomalo. C’è poca azione e la riflessione è più che altro concentrata sulla solitudine e l’egoismo di fondo del protagonista. Infatti Sam non cerca quasi mai di capire cosa stia succedendo al di fuori del suo rifugio, convinto di poter trovare nel condominio tutto ciò di cui ha bisogno. Peccato che quegli spazi diventino ben presto una scomoda prigione ed è proprio in questa evoluzione che risiede l’elemento di maggior interesse del film. Il film di Dominique Rocher parte dagli spunti dello zombie movie per innestare altre riflessioni e puntare il dito contro certe derive della società moderna.

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La notte ha divorato il mondo. Haut et Court

Alive – Cho Il-yung (2020)

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Oh Joon-woo è un ragazzo che passa gran parte delle sue giornate a casa davanti al computer giocando online. Si risveglia da solo nel suo appartamento, scopre che i suoi genitori sono via con la sorella e sembra non dare peso alla cosa. Tutto procede normalmente fin quando un amico non lo invita ad accendere la tv e scopre da un notiziario che in città si è diffusa un’epidemia che trasforma normalmente le persone in zombie. Quando ogni comunicazione col mondo esterno viene interrotta, Joon-woo deve fare di tutto per sopravvivere contando solo sulle sue forze.

Al centro di questo film zombie sudcoreano c’è la dimensione dell’isolamento che in un primo momento sembra essere una vera e propria salvezza per il giovane protagonista. Nel corso della storia Joon-woo scopre di essere meno autosufficiente di quanto pensi e trova in un’altra sopravvissuta un’alleata fidata. Esordio alla regia per Cho Il-yung, Alive scorre con un ritmo serrato e una narrazione piuttosto avvincente. Al di là delle sequenze di azione, peraltro piuttosto riuscite, l’elemento più interessante è proprio la dimensione psicologica, la rappresentazione dell’evoluzione del protagonista.

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Alive. Zip Cinema

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