Musica da studio per cinefili: colonne sonore da ascoltare per concentrarsi

Ecco una serie di colonne sonore consigliate da ascoltare mentre si studia per voi cinefili h24!

Musica da studio: un po’ di jazz non guasta mai

Come dice Sebastian in “La La Land“: “(il jazz) non è rilassante! (…) Sidney Bechet ha sparato ad uno che gli aveva detto che aveva sbagliato una nota! Non puoi dire che è rilassante. (…) È qualcosa che non puoi ascoltare, lo devi vedere. Devi vedere cosa succede!”. Ed è vero: basti pensare alla colonna sonora di Whiplash, sempre diretto da Damien Chazelle.

Vi abbiamo già parlato qui della soundtrack di Whiplash, ma nello specifico sottolineiamo che -oltre a pezzi di tipico repertorio Jazz, riarrangiati in chiave moderna- incontriamo i brani composti da Justin Hurwitz per la pellicola; che ruotano attorno alle vicende del protagonista, sottolineando la le difficolta e la tensione a cui è sottoposto dal suo maestro. Il jazz è colonna portante di Whiplash, ma è un jazz da ascoltare con attenzione, non da sentire come sottofondo.

Il Jazz delicato di “La La Land”

Per questo vi proponiamo invece la colonna sonora di “La La Land“, sempre composta da Justin Hurwitz; alla terza collaborazione con Damien Chazelle, dopo “Guy and Madeline on a Park Bench” e il successo di Whiplash. Non vogliamo parlarvi delle canzoni da “musical”, ma di quelle strumentali: è un elegante accompagnamento musicale; in particolare il “Mia & Sebastian’s theme”, che si ripropone più volte nel corso della pellicola in momenti topici o epifanici.

Ma come già detto, Damien Chazelle è un fan del genere jazz e, avendo scelto come protagonista un pianista innamorato del jazz; sono state inevitabilmente inserite delle sonorità jazz che modificano completamente la piega della canzone. Un chiaro esempio ne è il brano “Epilogue”, una sorta riassunto della maggior parte delle tracce strumentali presenti nella pellicola; alla metà del quale l’inserimento di un’esibizione jazz cambia totalmente la sorte della melodia.

Parlando di musica jazz è però impossibile non consigliarvi la magnifica soundtrack di “Manhattan” (1979). In questo caso, Woody Allen aveva deciso ancora prima di concludere la pellicola che avrebbe usato la musica di George Gershwin. Le composizioni di Gershwin hanno lasciato un’influenza notevole nella cultura musicale: iniziatore del Jazz sinfonico e del “genere musical”, il suo stile è unico ed inconfondibile.

Gershwin è morto a meno di 40 anni, nel 1937; così Allen ha “rubato” i brani del musicista da altre pellicole, togliendone le parole e utilizzandone solo la parte strumentale; eseguita dalla NY Philarmonic. È ormai un pezzo della storia del cinema l’elogio di Isaac a New York sulle magiche e suggestive note della “Rhapsody in Blue”; appena proposta nel link sopra.

Musica da studio: tra tradizione e anticonvenzionale

Concludiamo i nostri suggerimenti con alcune proposte a cavallo tra la tradizione ed anticonvenzionale. Ad esempio, è impossibile non nominare Hans Zimmer parlando di colonne sonore cinematografiche. Ma qual è la particolarità del compositore tedesco? È la continua ricerca di suoni non tradizionali, elettronici e campionati. Si parla addirittura di “stile zimmeriano”, che deve probabilmente la sua fama alla meravigliosa colonna sonora de “Il gladiatore”.

Ricordiamo in particolare “Now we are free”, canto funebre composto da Zimmer ed interpretato dall’australiana Lisa Gerrard. Il linguaggio usato nella canzone è inventato, è solo finalizzato a suggestionare gli ascoltatori per il suono delle parole e non per il loro significato. Lo stesso principio vale anche per la colonna sonora di Titanic. Essa, composta da James Horner, è caratterizzata dall’evocativa voce della norvegese Sissel Kyrkjebø. Entrambe le pellicole si sono servite dunque di grandi compositori e di suggestive voci lasciando un’indelebile traccia nella storia del cinema.

Apriamo infine una piccola parentesi per una genere ancora anticonvenzionale se parliamo di cinema. “Berlin Calling” è un film del 2008 interpretato dal DJ tedesco Paul Kalkbrenner; autore anche della colonna sonora. La soundtrack techno è funzionale alle vicende narrate: il protagonista è un DJ in crisi per l’abuso di droga. I ritmi frenetici di alcune tracce, come “Revolte” e “Bengang”, ne riflettono l’animo turbato; ma si sovrappongono poi ad altre, come “Aaron” e “Azure” che invece ne riflettono i momenti di pace e serenità interiore.

Si tratta di una colonna sonora variegata, prodotta a “6 mani” (Paul e Fritz Kalkbrenner e Sasha Funke); che accompagnerà lo spettatore in una Berlino dal tramonto all’alba, vivendo ad alti battiti la notte. Nel link sopra vi abbiamo proposto “Sky and Sand”, pezzo monumentale del mondo techno, scritto da Paul con fratello Fritz, anch’egli produttore musicale.

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