Cinema e serialità: la serialità sta divorando il cinema?

Cinema e serie tv ormai non sembrano più due fenomeni separati, anzi.

La serialità, negli ultimi anni, si è fatta prepotentemente spazio all’interno del panorama audiovisivo. Da quando le grandi piattaforme streaming sono entrate in questo commercio, qualcosa è cambiato. Prima, vedere un film era quasi un rituale. Soprattutto per chi ha molti impegni, oppure non ha una struttura predisposta a portata di mano, andare al cinema è sempre stato qualcosa che interrompesse la monotonia delle giornate. Si sceglieva il giorno, si sceglieva un film e si partiva, con le motivazioni più diverse. Ancora oggi lo facciamo, ma molto meno, bisogna ammetterlo. Cosa c’entra tutto questo con le serie tv? Ci arriveremo presto.

Le serie tv stanno spopolando sempre di più. C’è una produzione spasmodica di contenuti di questo tipo. Molte serie sono di buon livello, altre lo sono meno. Il cliente medio però, oggi, ricerca la serialità più di ogni altra cosa. Per molti non importa il livello di qualità, basta sia una serie. Il motivo che danno molti è che il prodotto seriale non impegna la mente per tutto il tempo che invece prende un film. Questo può essere vero. Ma l’ ‘inganno’ della serialità nasce proprio da qui. Questa marea di serialità sta pian piano trascinando con sé anche il cinema.

La serialità sta divorando il cinema? – Saghe o serie

Da quando il pubblico ha dimostrato di gradire in modo così evidente il formato delle serie, le grandi case di produzione non si sono potute esimere dall’osservare che il meccanismo funziona anche sul grande schermo. Se una volta i film venivano concepiti come unici, e poi eventualmente sviluppati in saghe, a seconda del successo che riscuotevano, oggi l’industria, in particolare le major, non ragiona più così. Si foraggiano soprattutto progetti che potranno avere un prosieguo, quando non si spremono in maniera esagerata brand vecchi di anni (come Jurassic Park e Ghostbusters).

Le saghe esistono da sempre, è vero, ma c’è una caratteristica che il cinema sta ereditando dalle serie tv, e non è trascurabile. Questa è il profondo legame che esiste tra film della stessa saga o, caso isolato ma estremamente significativo ne è la Marvel, dello stesso brand. Prendiamo degli esempi. James Bond è un personaggio storico e ionico del cinema, che ha ispirato moltissimi film. Ogni film dell’agente 007, però, è concluso in se stesso, non è necessario vedere i precedenti per capirlo. Se pensiamo a Indiana Jones o allo stesso Jurassic Park, per restare in tema Spielberg, ogni film è unico. Non si segue una stessa vicenda che lega tutti i film. La linea narrativa è la stessa, possono tornare i personaggi, ma questo non inficia la qualità della visione, o la comprensione del film.

Ora pensate ad Avengers: Infinity War. Se si guarda questo film senza aver visto tutti i film precedenti del Marvel Cinematic Universe, la sensazione di smarrimento è inevitabile. Eppure non sono tutti necessariamente connessi. Ci sono film che trattano di singoli supereroi. Ma negli anni, mentre l’universo Marvel prendeva corpo, la dimensione di serialità si è fatta sempre più spazio. Non è verosimile credere che, mentre scrivevano Iron Man, i produttori avessero già in mente tutto lo sviluppo che ne sarebbe risultato. È un’abile strategia di mercato, che frutta moltissimo, ma rischia di danneggiare l’industria cinematografica.

La serialità sta divorando il cinema

 

La serialità sta divorando il cinema? – Cambia la mentalità

Ci sono anche le saghe ispirate ai libri. Il Signore degli Anelli, ad esempio, è una trilogia che nasce come sceneggiatura singola, scritta per intero e divisa in tre, come tre sono i libri. A distanza di anni, però, Peter Jackson si è cimentato nella scrittura e nella messa in scena de Lo Hobbit, prequel de Il Signore degli Anelli, ispirato all’omonimo romanzo di Tolkien. Anche qui si parla di una trilogia, nonostante il libro sia uno solo. Il risultato è grandioso sotto molti aspetti. Si fa, però, leva sulla voglia di serialità di un pubblico al quale, probabilmente, un film solo non avrebbe soddisfatto, anche fosse stato un capolavoro.

Ora, se il problema fosse solo l’eccessivo numero di saghe in circolazione, sarebbe una sciocchezza. Il cinema segue le tendenze, e se ora la tendenza è quella delle serie, è normale che vi si adegui. La questione è molto più profonda. Dal punto di vista dei film usciti in sala, assistiamo sempre di più all’imposizione delle case produttrici, che ragionano come se i film fossero serie, e quando non funzionano, si rimuovono. Uno dei casi più eclatanti è la trilogia incompiuta di Scott sulle origini di Alien. Il terzo capitolo, visti gli incassi non all’altezza delle aspettative, sembra non sia destinato a vedere la luce. Ecco la serialità che divora il cinema: non importa chi ci sia dietro alla macchina da presa, né la storia da completare; se non si guadagna, si cancella.

Questo ragionamento non lo fanno più solamente le case di produzione, ma anche il pubblico. Agli spettatori, affamati di personaggi nuovi e nuove vicende, poco importa di chi li porti in scena, di chi li abbia scritti o prodotti. Ci si indigna se viene cancellata la nostra serie preferita, o semplicemente una di quelle che stavamo seguendo, ma dopo pochi giorni ecco che ne spunta un’altra. E si ricomincia.

La serialità sta divorando il cinema? – Le piattaforme

Per lungo tempo è esistita una dicotomia fortissima tra le piattaforme di streaming e la sala. Le piattaforme sembravano essere luoghi di sole serie tv, con tutt’al più film attempati, o non troppo riusciti. Il vento, però, sta cambiando. Netflix e i suoi fratelli si stanno rendendo conto di avere tanti soldi quanti ne hanno le più grandi case di produzione. Soprattutto Netflix sta mettendo sempre più a frutto il suo potere economico, e sta chiamando a sé registi e attori di buono o buonissimo livello, per progetti di grande spessore (vedi Roma di Cuaròn o la Ballata di Buster Scruggs dei Coen). Netflix, secondo gli addetti ai lavori, non riempie i suoi dipendenti di richieste come quelle delle case di produzione, a volte eccessivamente severe.

Quello che alla piattaforma streaming interessa è non lasciare i suoi utenti senza contenuti per troppo tempo. Molti di questi non valgono molto, ma alcuni, di produzione originale, sono molto ben realizzati. Ecco dove salta la dicotomia. Se prima per vedere un film ‘nuovo’ si doveva andare al cinema, spendendo anche cospicue somme, ora spendendo un prezzo fisso, non elevato, al mese, si ha accesso anche a film che vincono Oscar. Il cinema come arte ne risente in parte, come abbiamo detto in precedenza. Il cinema fisico inizia a risentirne eccome. Sono infatti sempre di più le sale che chiudono.

La serialità sta divorando il cinema? – Conclusioni

Il tutto nasce dal fatto che si fanno degli abbonamenti per vedere serie tv e ci si trova, anche per caso, a poter vedere film originali, o anche usciti da non molto tempo. Lo streaming legale non è un male, assolutamente. Ferma, o almeno prova a farlo, quello illegale. Chi in sala non andava per niente, non si è visto toccato da questo fenomeno. Chi già utilizzava lo streaming per vedere film appena usciti, con rischio di vedere una pellicola senza goderselo o di far entrare dei virus nel suo pc, continuerà a farlo, purtroppo. Come anche chi ama il cinema e pensa che l’unico modo di godere appieno di un film sia la sala, non cambia certo la propria posizione. Il mercato che cambia è quello delle persone sopraccitate. Di chi vedeva nel cinema un qualcosa di alternativo, senza però averlo a portata di mano. Ora che si ha tutto a portata di mano, e dal momento in cui chi produceva le nostre amate serie tv ha iniziato a produrre film, o a fornirci sempre film freschi, uscire per andare al cinema diventa sempre più difficile.

 

 

 

 

 

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