Oscar 2019: uno sguardo ai candidati al miglior film!

Entriamo nel vivo della categoria più importante degli Academy Awards

Come ogni hanno arriva il momento più atteso per ogni cineasta e, ammettiamolo, anche per gli spettatori. La stagione cinematografica arriva al suo punto clou con la cerimonia più attesa, quella degli Oscar 2019. Gli Academy Awards sono forse il riconoscimento più importante per un prodotto cinematografico. In questo 2019 ne vedremo delle belle, in tutte le categorie. La battaglia per il premio nelle performance è più aperta che mai, forse più scontata per quanto riguarda la regia. Il premio che, però, è quello che tutti aspettano, quello finale, è l’Oscar al miglior film.

Best Picture è un titolo che racchiude al suo interno una miriade di significati e sono molte le variabili che incidono sulla votazione. Quest’anno più che mai la situazione sembra equilibrata e difficile da valutare. Ogni titolo ha la possibilità di vincere e ognuno ha qualità che lo contraddistinguono. Ma come ogni singolo ha degli aspetti positivi, ognuno di essi ha anche una faccia negativa nella stessa medaglia. Scopriamo insieme gli otto titoli candidati e proviamo a capire quanta possibilità c’è di vederli trionfare.

La Favorita – Oscar 2019 Miglior Film

Il gioco di parole è forzato ma qui siamo davanti ad uno dei favoriti. I pronostici lo danno come possibile vincitore e ci sembra più che legittima l’idea. Chi si sarebbe aspettato mai di vedere Yorgos Lanthimos candidato alla regia e un suo film tra i possibili vincitori? Il regista greco è considerato come una delle realtà più interessanti degli ultimi anni e i suoi film hanno sempre espresso la sua complessa poetica. La Favorita gioca su una composizione stilistica, formale e visiva sicuramente di grande impatto. Le scenografie e l’ambientazione sono valorizzate da inquadrature mozzafiato e da un uso del grandangolo spettacolare (estremizzato fino all’utilizzo del fish-eye). Il prodotto è unico nel suo genere, forse il più originale di questa edizione: un gioco al massacro grottesco e imbarazzante, fatto di seduzione e indecenza. Quell’indecenza che mancava alla cerimonia degli Oscar.

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La grande riuscita del titolo è sicuramente legata anche alle performance attoriali, in primis quella di Olivia Colman. L’esperta attrice riesce a mettere in scena un personaggio già da ricordare, vittima dlla sua debolezza infantile e soprattutto delle strategie degli altri personaggi. La Colman lotterà con tutti i suoi mezzi per un premio, così come faranno le sue controparti: Emma Stone e Rachel Weisz. La Favorita è tra i nostri preferiti soprattutto per come caratterizza i suoi personaggi. Lanthimos rischia con coraggio in un epoca sociale in cui è facile essere mira delle critiche sul trattamento dei personaggi femminili. Ne risulta una visione, forse estremizzata ma coerente, del machiavellismo di corte. Uno dei film più contro tendenza dell’anno, sia per temi che per messa in scena. Questo a noi piace tantissimo e, date le 10 nominations, evidentemente anche all’Academy.

BlacKkKlansman – Oscar 2019 Miglior Film

Il ritorno di Spike Lee era destinato ad essere un grandissimo successo e così è stato. Stupisce prima al Festival di Cannes e poi nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Il suo BlacKkKlansman è tratto da una storia vera ma, dopo aver visto il film, risulta assurdo a pensarci. Il regista riesce come sempre a rendere il suo film travolgente e dinamico, a non annoiare mai e a valorizzare la storia. Una storia che sì, ha una fortissima componente sociale alla base ma non vuole scivolare nella retorica scontata e ripetitiva. La candidatura al miglior film sembrava scontata, così come quella alla miglior sceneggiatura. BlacKkKlansman diverte e da l’impressione di essere un film costruito proprio su questo: le situazioni ai limiti del possibile, grottesche e quasi imbarazzanti riescono a rendere meno pesanti le dinamiche sociali di fondo e a dare un ritmo vibrante.

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Dal punto di vista proprio del ritmo probabilmente il film di Spike Lee è il più dinamico. Questo è uno dei motivi che porta a pensare proprio a quest’ultimo come possibile miglior regista. Le interpretazioni di John David Washington e di Adam Driver sono eccezionali: i due non si prendono mai sul serio ed è un piacere vederli agire insieme sul grande schermo. Ma, come già detto, la critica socio-politica è forte e si manifesta esplicitamente in alcune situazioni. Proprio l’avversione alla figura di Trump, evocata prima e chiamata in causa dopo, può essere quel punto d’incontro tra BlacKkKlansman e l’Academy. La frenesia della messa in scena e i temi narrati lo rendono uno dei frontrunners alla corsa alla statuetta: la sua eventuale vittoria non spiazzerebbe nessuno. Che sia questo l’anno giusto per vedere trionfare una vicenda narrata in uno stile così sfrenato?

Vice – Oscar 2019 Miglior Film

Che Adam McKay sia un regista di talento l’avevamo già capito da tempo. Con questo film il regista mostra quanta esperienza ha accumulato nella sua formazione televisiva. Vice – L’uomo nell’ombra è un titolo enigmatico, a metà tra un film e un documentario (specialmente nella seconda metà). Il regista de La Grande Scommessa parte dalla commedia, dalle sue commedie dinamiche e intelligenti, per costruire e ricostruire una storia, la storia dell’uomo che nell’ombra ha dominato il mondo. Se c’è un premio che sembra essere già associato a questo film, è quello per l’interpretazione di Christian Bale. Il camaleontico attore riesce a diventare Dick Cheney con una prova attoriale stratosferica, ripetendo quella del precedente film di McKay. Una vittoria, per lui, che sembra assicurata (occhio a Malek che potrebbe, senza troppe sorprese, spuntarla alla fine).

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Il film descrive il potere di un uomo, un malvagio, il cattivo per eccellenza nei contesti politici. E lo fa con una chiave talmente ironica da farci avvicinare quasi positivamente alla sua figura. E il regista sa che agire così è la via migliore per raccontare la storia, forse l’unica via per non annoiare o far implodere la storia su sé stessa. O affoghi o emergi in grande stile: Adam McKay riesce nella seconda ipotesi con un umorismo che riesce, pur in una complessa storia, a non prendersi poi troppo sul serio. Facendo ciò si mescolano più registri che rendono il ritmo più alto. Vice probabilmente non sarà in pole position per il premio più ambito, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo e le molteplici nominations fanno capire che l’interesse è stato indirizzato verso sé.

Black Panther – Oscar 2019 Miglior Film

Qual è l film più al centro delle critiche mediatiche dopo l’annuncio delle nominations? Facile fare il nome di Black Panther, film diretto da Ryan Coogler. Il film fa parte del Marvel Cinematic Universe e come si può capire, anche senza conoscerlo, è un cinecomic. Questo tipo di prodotto ha di certo avuto una vita non semplice all’interno del contesto cinematografico internazionale. Molto spesso, negli anni, i riconoscimenti per i quali è stato considerato sono stati legati prevalentemente agli aspetti tecnici. Lo scorso anno, però, la nomination a Logan (per la sceneggiatura non originale) ha riacceso il lume di speranza che era fatto vivo con i Batman di Nolan. La candidatura a miglior film per Black Panther è senza ombra di dubbio un vero e proprio riscatto per il genere e per intere generazioni ma soprattutto per una comunità.

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Proprio dal punto di vista sociale è importante un film come questo. L’impatto culturale di questo prodotto ha capovolto tutto il mondo. A ciò abbiamo dedicato un piccolo approfondimento che può esser letto qui.
Ma è davvero questo quello che conta per essere eletto miglior film? Certo, non è da sottovalutare la questione ma il prodotto nell’insieme è davvero valido? La scenografia (che, come moltissime oggi, è quasi totalmente ricreata digitalmente) è eccezionale e stesso si può dire dei costumi e degli effetti visivi. Se vogliamo aggiungere altre qualità, una colonna sonora e un cast eccezionale (in cui però sembra esserci poco spazio per singole grandi performance) creano un mix che riesce oltre le aspettative. Probabilmente non è tra i favoriti ma questo Black Panther ma le candidatura in ben 7 categorie sono segno di grande apprezzamento.

Roma – Oscar 2019 Miglior Film

Roma è il nome della capitale del nostro paese ma anche quello del quartiere in cui è cresciuto Alfonso Cuaron. Calle de Tepeji è il nome della via, di quel quartiere, in cui è ambientato questo titolo. Roma è uno dei favoriti da parte di tutti: pubblico e critica sono rimasti stregati. Stregati da una miriade di elementi che sembrano trovare nel film di Cuaron una meravigliosa fusione. Perché anche se non dovesse vincere il premio, il film è quello con la maggiore potenza visiva. Un bianco e nero splendido e splendente, di rara luminosità, che tanto sembra andar di moda negli ultimi due anni. Una prova attoriale, da parte delle donne protagoniste, intensa e sincera: sembra assurdo pensare che Yalitza Aparicio è al suo esordio assoluto. Si parla con sincerità e quasi con le lacrime agli occhi. Si parla del passato, del ricordo e tutto si ferma.

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Il regista messicano rievoca le sue memorie: le memorie della sua casa, della sua famiglia, del suo quartiere. Roma è un film nostalgico, che blocca il tempo sul Messico degli anni Settanta facendoci sentire tanto vicini a circostanze fin troppo lontane da noi. Lo fa grazie ad una regia e dei movimenti di macchina sublimi. Grazie ad un montaggio e ad una fotografia delicati quanto incisivi sul piano visivo e narrativo. E soprattutto porta avanti un paese, porta avanti il cinema sudamericano che grazie a registi come Cuaron riesce sempre a dire la sua. Parlare di Messico, può anche avere un grande valore socio-politico negli Stati Uniti. Dopo il Leone d’Oro a Venezia, Roma è uno dei frontrunner nella categoria più importante. Un film già cult dopo pochi mesi che potrebbe segnare la storia del cinema e di Netflix.

A Star is Born – Oscar 2019 Miglior Film

Difficile mettere in scena un remake di un film di successo. Maggiore è la difficoltà quando di versione dello stesso film ce ne sono già 3 e la tua sarà la quarta. Il tutto è condito dall’impresa di un regista che prova tutto ciò nel suo esordio dietro la macchina da presa. Bradley Cooper però, oltre che star bene alle spalle della macchina, riesce a farsi apprezzare anche davanti ad essa nel ruolo di uno dei due protagonisti. A Star is Born torna sul grande schermo per la quarta volta dopo le tre versioni dello scorso secolo. Ci torna in una nuova veste, con un nuovo ritmo ma con le stesse basi ideologiche e cinematografiche. Cooper alla regia fa un esordio eccezionale, senza macchie e rispettoso dei precedenti. Non si rifiuta, però, di osare e di sperimentare.

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A Star is Born è quel tipo di prodotto che all’Academy ha sempre fatto scattare l’applauso. Un’opera che è avvalorata dalla voce strepitosa della pop star Lady Gaga, alla sua consacrazione come attrice. Il loro remake sovverte le caratteristiche di fondo dei precedenti rinnovando la forma e in parte i contenuti, adeguandoli ad un nuovo contesto: la messa in scena originale è tra gli elementi più interessanti del film. Come già detto, le ottime performance e il contesto musicale possono farlo schizzare tra i favoriti, provando a pensarla dal punto di vista dell’Academy. Forse meno d’impatto di altri prodotti ma le trovate registiche originali regalano una ventata d’aria fresca al cinema pop di Hollywood e danno una precisa identità al film di Bradley Cooper. Il nuovo A Star is Born rischia di risucchiarci così a fondo da non notare, però, alcune imprecisioni generali, frutto dell’inesperienza.

Green Book – Oscar 2019 Miglior Film

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il nuovo film di Peter Farrelly ha incantato e commosso chiunque. Le ovazioni del pubblico e della critica avevano già dato un assaggio di quello che sarebbe stato il grande apprezzamento dopo l’uscita nelle sale. Il road-movie che viene messo in scena è un viaggio sia geografico che mentale, psicologico. Pian piano ci lasciamo dietro non solo i kilometri ma soprattutto i pregiudizi e divetiamo migliori. I due protagonisti forniscono delle prove intense ed efficaci: Viggo Mortesen convince sempre e Mahershala Ali ormai non è più una sorpresa. Quest’ultimo infatti sembra in vantaggio su tutti per il premio di miglior attore non protagonista (sarebbe il secondo in tre anni). Un film che, come molti altri in gara, affronta temi scottanti e spigolosi ma con lo spirito del grande cinema.

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Il razzismo è una piaga presente in ogni territorio, in alcuni maggiormente. Proprio l’idea di road-movie, di percorso da compiere insieme, si rivela una scelta azzeccata anche da questo punto di vista. I cambiamenti che avvengono sono sempre scanditi dal passare di un confine, da un territorio diverso: nuove strade e nuova consapevolezza dell’altro, del valore dell’umanità. La sceneggiatura gioca su delicate dinamiche presenti nella nostra società (pur essendo il film ambientato negli anni Sessanta). Dal punto di vista tecnico Green Book è un film pulito, non vuole strafare con tecnicismi e virtuosismi forse privi di un vero senso cinematografico d’insieme in questo prodotto. Le sorprese possono sempre arrivare ma questo titolo, sia per i temi che per la scorpacciata di premi fatta fin’ora, sembra essere partire con un piccolo ma significativo vantaggio su tutti (in primis per il trionfo ai PGA).

Bohemian Rhapsody – Oscar 2019 Miglior Film

Immortale. Questa l’unica parole per definire Freddie Mercury, leader della straordinaria band che, ancora oggi, riesce a far luccicare i nostri occhi. Stiamo parlando dei Queen, portati sul grande schermo dall’esperto Bryan Singer. Bohemian Rhapsody ha avuto incassi stratosferici, in Italia record del 2018, ed è stato acclamato dal pubblico. La critica, invece, ha spesso nutrito molte perplessità sulla messa in scena e la scrittura di questo prodotto. Il genere è quello del biopic classico, con l’ascesa e il declino (o viceversa) di una figura importante, di una star. La solita solfa che ci saremmo volentieri risparmiati in un film tanto importante per il ricordo di Freddie Mercury. E invece cade proprio in questa mancanza di originalità compositiva: il regista qui non è alle prese con gli X-Men e si vede.

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Il prodotto scivola verso una pedissequa ricostruzione che sembra essere l’unica cosa che conta. Rami Malek, nella sua interpretazione osannata dal pubblico, sembra voler emulare più che mettersi in gioco come attore. Il genere biografico drammatico sembra essere un passepartout per le interpretazioni degli attori e per i premi legati al film in generale. Ma Bohemian Rhapsody delude perché è privo di quel carattere cinematografico che permette di essere un grande film. Privo di quell’originalità nelle messe in scena che un “Best Pictures” dovrebbe avere. Queste premesse non sono un buon auspicio, però sia l’Academy che le altre associazioni sembrano aver apprezzato. Inoltre, il successo internazionale tra il pubblico può dare una grande mano al film per scalare le gerarchie delle preferenze.

Pronostici e previsioni – Oscar 2019 Miglior Film

Best Pictures, ovvero miglior film, non è un termine così semplice. Esso è legato ai meri aspetti cinematografici, tecnici ma anche all’impatto culturale, emotivo e sentimentale per lo spettatore. In fin dei conti per “miglior film” si intende “miglior produzione“, concetto che tiene conto di tantissime variabili. Nel 2019 i candidati sono gli otto appena elencati. Proprio il numero otto è quello che ci lascia alcuni dubbi: perché, in una categoria che permette fino a dieci nominations, bisogna inserire otto nomi? Otto su dieci, lasciando fuori nomi tra cui Se la strada potesse parlare, Cold War o First Man. Il discorso però è molto più complesso e noi siamo qui per discutere sui candidati presenti. Le nostre sono solo supposizioni e probabilmente potrebbero anche esser totalmente sovvertite.

Il nostro favorito? Tutti sono possibili vincitori. Vogliamo indicarvi tre nomi:
 La Favorita, di Yorgos Lanthimos – L’Academy può, e forse deve, aver bisogno di una ventata d’aria fresca. Il film del regista greco, con un impianto tecnico magnifico e delle attrici in forma smagliante può essere l’inizio di un nuovo percorso per il cinema di hollywood e quello in costume.
• Green Book, di Peter Farrelly – I temi sono da ormai qualche anno al centro dell’attenzione mediatica e artistica. Questo titolo però riesce a gestirli con saggezza e maturità, anche dal punto d vista stilistico. La costruzione narrativa “per tappe” ci lascia trasportare in una storia d’amicizia da ricordare.
• Roma, di Alfonso Cuaron – Un film che andrebbe premiato anche semplicemente per il valore tecnico e stilistico. Un immenso viaggio nostalgico attraverso il mare, la famiglia e gli affetti, con una fotografia da capogiro e una regia superba.

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