Il cardellino: recensione del film con Ansel Elgort e Nicole Kidman
Dal romanzo premio Pulitzer di Donna Tartt è stata tratta questa trasposizione diretta da John Crowley
Trasporre un romanzo sul grande schermo è sempre una grande sfida, soprattutto per sceneggiatori e registi. La sfida diventa più pericolosa quando si sceglie di maneggiare un romanzo premio Pulitzer. Nonostante i numerosi pericoli, questo è quanto è stato fatto con Il cardellino, film di John Crowley di cui vi presentiamo la nostra recensione. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Donna Tartt, vincitore del premio Pulitzer nel 2014. L’opera in questione è particolarmente densa di temi, riflessioni e personaggi nelle sue quasi 900 pagine. Portarla sugli schermi, quindi, rappresentava uno sforzo considerevole. Per realizzare il film si è radunata una squadra di qualità. Alla regia troviamo John Crowley, che qualche anno fa aveva diretto l’ottimo Brooklyn, con Saoirse Ronan.
Alla sceneggiatura c’è invece Peter Straughan, candidato all’Oscar per la sceneggiatura de La talpa, tratto dall’ottimo romanzo di John Le Carrè. Per quanto riguarda il cast, ci sono grandi nomi: Ansel Elgort, Nicole Kidman, Jeffrey Wright, Sarah Paulson e molti altri. Questa grande “confezione” però non è servita a realizzare un ottimo film; al contrario Il cardellino è un flop cocente, ricco di difetti troppo evidenti. Trasporre sullo schermo il romanzo di Donna Tartt era un’impresa impossibile oppure sono state fatte scelte sbagliate? Scopritelo nella recensione completa de Il cardellino. Il film è disponibile unicamente in digitale: potete trovarlo su diverse piattaforme streaming come Chili, Rakuten, Timvision, Infinity ma anche su altri canali come Sky Primafila.
Indice
Trama – Il cardellino recensione
La vita del tredicenne Theo Decker cambia radicalmente quando sua madre perde tragicamente la vita in un attentato al Metropolitan Museum di New York. Theo si ritrova solo al mondo: suo padre l’ha abbandonato e non ha altri parenti, viene così affidato alla famiglia del suo compagno di scuola, Andy Barbour. Mrs Barbour (Nicole Kidman) si affeziona incredibilmente al ragazzo e cerca di farlo tornare a sorridere. Theo ritrova un po’ di speranza frequentando anche il negozio di antiquariato di Hobie (Jeffrey Wright), che è stato colpito anche lui dalle conseguenze dell’attentato al Metropolitan.
Questa felicità momentanea viene turbata dall’arrivo del padre di Theo (Luke Wilson), il quale lo trascina in una casa isolata nel deserto del Nevada. L’unica consolazione che trova in questo posto è la compagnia dell’amico Boris (Finn Wolfhard), con il quale si diverte a provare droghe e a bere alcolici. Anni dopo, Theo non ha ancora superato totalmente i suoi traumi interiori. Ogni volta che spera di aver trovato un affetto che possa renderlo felice, questo si rivela in realtà un’ennesima ferita lacerante. Nella vita di Theo l’unica vera ancora di salvezza sembra provenire da “Il cardellino“, dipinto di Carel Fabritius visto con la madre poco prima dell’attentato e che il ragazzo ha rubato dopo l’esplosione nel museo.
Il cardellino: un film denso oppure diluito?
Il materiale narrativo de Il cardellino è particolarmente denso, dato che abbiamo un racconto che si sposta su diversi piani temporali e si concentra soprattutto sui tormenti interiori del protagonista. A prima vista, la durata di 149 minuti porta immediatamente a pensare a un trattamento approfondito di tutte le tematiche e dei personaggi. Purtroppo in due ore e mezza di narrazione filmica, molti dei tormenti psicologici del protagonista vengono esplicitati troppo presto. Quando vengono approfonditi, non sono in grado di generare interesse o un coinvolgimento emotivo. Eppure la storia de Il cardellino è ricca di temi importanti: senso di colpa, la ricerca del proprio posto nel mondo, la continua perdita degli affetti, la fuga dai propri demoni fino al rapporto tra la purezza dell’arte e la corruzione dell’uomo.
Il cardellino non è dunque per nulla un film denso: appare in realtà diluito in una durata eccessiva per una trama che ha sicuramente tanto da dire ma che è trattata nel peggior modo possibile. Personaggi introdotti e fatti scomparire velocemente, sotto trame che allungano la narrazione senza essere valorizzate e in generale una struttura portante veramente problematica. I difetti maggiori risiedono dunque nella sceneggiatura, la quale rivela le difficoltà di questa trasposizione cinematografica. Persino uno sceneggiatore competente come Peter Straughan ha incontrato grandi ostacoli.
Pregi e difetti – Il cardellino recensione
Tralasciando per il momento i difetti, Il cardellino gode di una buona “confezione” che tenta di nascondere tutte le imperfezioni. La regia di John Crowley è sicuramente ottima ed è accompagnata dal gran lavoro del direttore della fotografia Roger Deakins (tra i suoi recenti lavori migliori troviamo Blade Runner 2049 e Prisoners). Si percepisce un’estrema cura nel trattamento delle varie ambientazioni, dalla compostezza della New York altolocata allo “sporco” del deserto del Nevada. Il tutto dal punto di vista sia della fotografia che della scenografia. La narrazione è accompagnata anche da un’ottima colonna sonora di Trevor Gureckis.
In generale si può affermare che Il cardellino è estremamente curato dal punto di vista estetico, ma ciò che si percepisce infine è un’estetica fredda. Tutto è estremamente elegante ma glaciale, con poco cuore. Questa bella “confezione” non è sufficiente a nascondere i grandi difetti già precedentemente accennati. Il film ha una struttura molto problematica per tante ragioni. Sembra essere una struttura densa ma in realtà molti elementi sono diluiti nel peggiore dei modi, arrivando anche a essere inconcludenti. Per quanto riguarda gli eventi narrativi, alcuni sono affrettati eccessivamente mentre altri rendono il film praticamente interminabile. Il grave problema de Il cardellino è di apparire santio, inerte e lento pur raccontando numerosi eventi e trattando importanti tematiche.
Personaggi e cast
Anche dal punto di vista dei personaggi i problemi non mancano. Intorno al protagonista Theo Decker ruotano numerose figure, che caratterizzano la sua vita in diversi contesti. Non tutti però sono correttamente approfonditi, nonostante rappresentino un aspetto portante della narrazione. Delude molto vedere trattati con superficialità personaggi come Mrs Barbour, la madre adottiva di Theo, e Pippa, il vero interesse amoroso di Theo. Dispiace anche che le interpreti di questi personaggi non riescano a valorizzarli: Nicole Kidman non dà una vera anima al suo personaggio e lo stesso si può dire per Ashleigh Cummings.
Il lavoro attoriale migliora se guardiamo al protagonista Theo: sia il giovane Oaks Fegley che Ansel Elgort forniscono un buon spessore al personaggio, facendo trasparire molto del suo dolore e dei suoi tormenti. Molto buone le interpretazioni di Jeffrey Wright, nel ruolo dell’antiquario Hobie, e di Finn Wolfhard. La star di Stranger Things è fenomenale nel ruolo di Boris, l’amico di Theo durante il periodo nel Nevada. La sua versione adulta è interpretata purtroppo anonimamente da Aneurin Barnard. Tra i grandi nomi troviamo anche Luke Wilson e Sarah Paulson, rispettivamente il padre e la matrigna di Theo. Entrambi i personaggi sono però delle macchiette, poco interessanti e trattati superficialmente. Completano il cast volti televisivi: Denis O’Hare (American Horror Story), Willa Fitzgerald (Scream) e Luke Kleintank (Pretty Little Liars).
Considerazioni finali – Il cardellino recensione
Il cardellino è l’ennesimo fallimento di un film che sembrava destinato a primeggiare ai premi Oscar. Sulla carta sembrava un progetto perfetto: un importante romanzo di partenza, un cast all star, un ottimo regista e uno sceneggiatore competente. Una vera ricetta per il successo e per un’opera di valore. Alla fine non è altro che un flop, bocciato da critica e pubblico che non hanno perdonato i numerosi difetti evidenti. Il cardellino è infatti un film dalla struttura problematica, con una narrazione eccessivamente altalenante. Si può affermare che è un’opera piatta, in cui i tentativi di rianimare il tutto con incursioni nel thriller e un pathos eccessivamente ricercato non migliorano assolutamente la situazione.
Tutto questo ha portato inesorabilmente la Warner Bros. italiana a destinare l’opera al mercato digitale e noi di FilmPost non possiamo che essere d’accordo con questa scelta. Quello che ci si chiede alla fine è questo: la trasposizione del romanzo di Donna Tartt è un’impresa impossibile oppure era richiesto un trattamento diverso da quello cinematografico? Forse una serie tv avrebbe permesso una migliore gestione della narrazione, ma non è assolutamente una certezza. A questo punto non ci resta che rimanere nel dubbio.
Il Cardellino
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Il lavoro di John Crowley e Roger Deakins
- Le interpretazioni di una parte del cast
Lati negativi
- Grandi difetti di sceneggiatura
- Struttura del film molto problematica