Oscar 2018: tutto va come deve, par condicio e poche sorprese

Ogni anno la cerimonia degli Oscar necessita del proprio film copertina: quest’anno i membri dell’Academy l’hanno trovato in La forma dell’acqua. Poco importa se tutto il mondo si fosse esposto in favore del ben più solido Tre manifesti a Ebbing, Missouri. È il periodo della riscoperta di Guillermo del Toro, bisogna prenderne atto. Si spera che tra qualche tempo lo stesso trattamento possa esser riservato a Paul Thomas Anderson (ma dovrà metterci del suo per ingraziarsi la giuria, e non è detto che lo faccia). E così la nuova creatura (che di nuovo non ha nulla) di Guillermo del Toro riesce a portarsi a casa 4 statuette, bottino invero misero a fronte delle 13 candidature, ma comunque ben più di quanto dovuto.


Premi Oscar 2018: gli altri vincitori

Se ciò non bastasse, Martin McDonagh viene scippato anche dell’Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale: Scappa – Get Out doveva vincere qualcosa. Il che avremmo potuto anche farcelo piacere, se Tre manifesti a Ebbing, Missouri avesse vinto di giustezza al Miglior Film. Pazienza: uno dei film più originali e potenti degli ultimi anni verrà ricordato, al novero degli Oscar, come il filmetto ben recitato e nulla più (vincono, prevedibilmente, Frances McDormand e Sam Rockwell). Per il resto tutto procede come ogni anno a questa parte, cioè con l’equa ripartizione del restante bottino. Dunkirk vince al sonoro e al montaggio, Roger Deakins vince alla Miglior Fotografia per Blade Runner 2049, che porta a casa anche gli effetti speciali; Coco vince all’animazione (la vittoria di Loving Vincent era impensabile); c’è spazio anche per i costumi de Il filo nascosto (perdonali, Paul Thomas Anderson, perché non sanno quel che fanno).

Netflix continua a non vincere con Mudbound: Mary J. Blige insidia, per l’attrice non protagonista, Allison Janney (I, Tonya) ma non abbastanza; l’adattamento di Dee Rees cede il passo a James Ivory di Chiamami col tuo nome. Escludendo Icarus come Miglior Documentario, soltanto distribuito da Netflix. Lo spezzatino sarebbe stato ancor più annacquato con le ipotetiche vittorie di Baby Driver e Lady Bird: il primo avrebbe potuto rubare il montaggio all’ultimo parto di Christopher Nolan, ma non lo fa; il fallimento del secondo, scontrandosi coi colossi delle grandi categorie, era pressoché certo. Sebbene, in virtù di quanto poi accaduto, avrebbe potuto trionfare Greta Gerwig alla Miglior Sceneggiatura Originale in posto di Jordan Peele; o anche al Miglior Film già ampiamente discusso. Probabilmente nessuno avrebbe gridato allo scandalo. O forse sì, perché gli Oscar son così: odiati e disprezzati, controversamente dibattuti, ma al contempo amati e glorificati.

Ah, Gary Oldman trionfa con l’interpretazione di Winston Churchill ne L’ora più buia.
Ma questo lo sapevano anche i sassi.

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