I migliori thriller italiani

Ecco una lista dei migliori film thriller italiani dagli anni ’70 a oggi

Migliori thriller italiani. L’Italia vanta un’importante tradizione cinematografica legata al genere giallo. Il thriller è stato affrontato e trasformato da veri e propri maestri, come Lucio Fulci, Umberto Lenzi, Pupi Avati e Dario Argento. Alcuni specializzati nell’horror, altri più intenzionati a raccontare drammi umani e sociali, tutti hanno contribuito a costruire e rinforzare un difficilissimo e amatissimo genere cinematografico.

Nel corso degli anni il nostro paese è diventato una vera e propria fucina di titoli indimenticabili legati al genere, facendo scuola anche nel resto del mondo. Alcuni di questi film sono stati anche oggetto di remake, come il recente Suspiria di Luca Guadagnino. In questa top cerchiamo di indicare diversi titoli imperdibili per gli appassionati del genere thriller e del cinema italiano. Queste pellicole sono capaci di emozionarci, spaventarci, sorprenderci ed estasiarci. Dalle origini alle moderne interpretazioni del giallo, dagli anni ’70 ai giorni nostri, ecco i migliori thriller italiani.

Indice:

Migliori thriller italiani: L’uccello dalle piume di cristallo (1970)

migliori thriller italiani

Opera prima di un regista che diventerà una leggenda. Dario Argento fa il suo ingresso nel mondo del cinema con una delle sue opere più belle e note. Capostipite della cosiddetta Trilogia degli animali, che comprende anche le sue pellicole successive Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio. Una colluttazione alla quale assiste uno scrittore, Sam Dalmas (Tony Musante) si trasforma in un vero e proprio giallo. Le indagini portano infatti ad un pluriomicida, responsabile della morte di tre donne.

Nel corso del film, ambientato interamente a Roma, si assiste a un’interpretazione del tutto innovativa del genere thriller, fatto che ha causato non pochi problemi all’allora sconosciuto Dario Argento. Il film è ispirato al romanzo La statua che urla di Frederic Brown, ma il neoregista, attivo anche in fase di sceneggiatura, ne fa un soggetto completamente trasformato e personale. Con le musiche di Ennio Morricone e la fotografia di Vittorio Storaro, la pellicola si è aggiudicata un Globo d’oro ed è stata d’ispirazione a Quentin Tarantino.

Non si sevizia un paperino (1972)

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Lo scrittore, sceneggiatore, regista e paroliere Lucio Fulci scrive e dirige un capolavoro senza tempo, considerato un caposaldo del giallo all’italiana. Subito dopo l’uscita nelle sale critica e opinione pubblica sono rimaste scioccate dalla pellicola. Denunciato per le scene di nudo integrale e per l’estrema crudeltà delle immagini proposte, Fulci è riuscito a inserire in una sola opera orrore, erotismo, violenza, tensione e una profonda tristezza. Ha inoltre, per la prima volta, inserito in un thriller una località del sud Italia.

Il film si apre in Basilicata, dove una misteriosa donna estrae il corpo di un neonato da una fossa situata appena fuori l’autostrada. Sullo schermo appaiono poi un gruppo di tredicenni, intenti a spiare le prostitute e a farsi beffe di un minorato mentale, il quale minaccia di ucciderli. I toni sono quindi subito cupi e la suspense non tarda ad arrivare. Nel cast troviamo Tomas Milian, Barbara Bouchet, Florinda Bolkan e Marc Porel.

Profondo rosso (1975)

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Tra le opere più importanti e conosciute del maestro Dario Argento, Profondo Rosso anticipa il filone horror, iniziato nel successivo Suspiria, uscito nelle sale due anni dopo. Soggetto e sceneggiatura sono scritti a quattro mani insieme a Bernardino Zapponi, collaboratore fidato di Federico Fellini. Le due diverse sensibilità si sono unite, dando vita ad un cult intramontabile. La quinta pellicola scritta e diretta da Argento vede nel cast David Hemmings, Daria Nicolodi, Macha Méril, Giuliana Calandra e Gabriele Lavia.

Una sensitiva tedesca, Helga Ulmann, afferma di captare, nella sala in cui si sta svolgendo una conferenza sulla telepatia, la presenza di un omicida. La donna confida al professor Giordani (Glauco Mauri) di conoscerne l’identità, ma prima che possa rivelarla viene brutalmente assassinata nella sua dimora. Così si apre un thriller dalle tinte horror, chiamato così per la presenza imperterrita del rosso, simbolo del sangue versato copiosamente. Argento ingaggiò il gruppo progressive rock italiano Goblin per la realizzazione della celeberrima colonna sonora (a cui contribuì anche Giorgio Gaslini), a seguito del rifiuto dei Pink Floyd.

Migliori thriller italiani: Il mostro (1977)

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Penultima opera di una filmografia decennale, che comprende titoli come Il medico della mutua, con Alberto Sordi, e Ragazze d’oggi, che gli suscitò non pochi problemi con la censura. Luigi Zampa dirige una sceneggiatura di Sergio Donati, fedele amico e collaboratore di Sergio Leone. Il due volte vincitore del Festival di Sanremo Johnny Dorelli interpreta Valerio Barigozzi, un cronista fallito e alle prese con diversi problemi economici e familiari. La sua vita cambia, però, con l’arrivo di una lettera anonima, che preannuncia l’assassinio di un anziano. Il mostro continua a mandare delle lettere simili al giornalista, che si trova immerso in un vero e proprio giallo.

A completare il cast Sydne Rome, Renato Scarpa, Angelica Ippolito e Renzo Palmer. Ennio Morricone firma la colonna sonora, accompagnato dalla cantante Rita Monico. La fotografia è invece a cura di Mario Vulpiani, che ha collaborato con registi del calibro di Vittorio Gassman, Mario Monicelli e Jean-Luc Godard.

Almost blue (2000)

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Dopo un calo fisiologico del genere, al suo apice nel sesto e settimo decennio del Novecento, il regista di videoclip musicali Alex Infascelli riporta in auge il giallo all’italiana. All’inizio del nuovo millennio scrive (insieme a Sergio Donati) e dirige un thriller ambientato a Bologna. Il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Lucarelli, uscito soli tre anni prima. Un ragazzo cieco ascolta con un apparecchio apposito le telefonate dei cittadini bolognesi. Nel frattempo un uomo completamente nudo chatta con una ragazza, sotto lo pseudonimo di Misero. Accanto a lui un corpo sanguinante e straziato.

Infascelli, conosciuto fino ad allora per aver diretto videoclip di artisti come Frankie hi-nrg mc, Ligabue, Elisa e Daniele Silvestri, rianima un genere che sembrava essersi spento. Almost blue venne presentato al Festival di Cannes e fruttò al regista i più prestigiosi riconoscimenti nazionali: David di Donatello, Nastro d’argento e Ciak d’oro. Nel cast Lorenza Indovina, Andrea Di Stefano, Claudio Santamaria e lo stesso Infascelli. Gli altri thriller del regista sono Il siero della vanità e H2Odio.

Migliori thriller italiani: Io non ho paura (2003)

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Il premio Oscar Gabriele Salvatores nel 2003 trasforma l’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti in pellicola cinematografica. Il cast vanta la partecipazione di Diego Abatantuono, Dino Abbrescia e Aitana Sánchez-Gijón. Ambientato in Basilicata e girato quasi interamente a Melfi, racconta la storia di un gruppo di ragazzini durante una torrida estate. Uno di loro, Michele (Giuseppe Cristiano) scopre un misterioso pozzo in mezzo ad una campagna incolta. All’interno trova un suo coetaneo, Fillippo (Mattia Di Pierro), rapito e parecchio affamato. Tra i due nasce un’amicizia pericolosa, portata al termine dalla forza delle armi.

Un thriller la cui bellezza è sicuramente agevolata dal soggetto di Ammaniti, co-sceneggiatore insieme a Francesca Marciano. A spiccare particolarmente è il veterano Abatantuono, la cui esperienza è un valore aggiunto per il film. Ma, oltre alle ottime prove attoriali, l’opera rimane impressa per il profondo sentimento che lascia trapelare, così come l’insopportabile caldo dell’estate nel sud Italia. La pellicola di Salvatores si è aggiudicata Due David di Donatello, tre Nastri d’argento e diversi altri riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.

Migliori thriller italiani: La migliore offerta (2013)

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Il regista del film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso dirige un nutrito gruppo di star hollywoodiane in un thriller sentimentale e dalle tinte decisamente drammatiche. Il protagonista è Virgil Oldman (Geoffrey Rush), un burbero ma quotatissimo battitore d’aste. Un giorno una misteriosa ragazza, Claire (Sylvia Hoeks) lo contatta per effettuare un’importante valutazione su un’opera d’arte appartenente alla sua famiglia. La giovane si rivela fin da subito problematica, mettendo a dura prova Oldman. Ma tra i due nasce una forte intimità, che li lega più di quanto richiederebbe il loro rapporto d’affari.

Il film è girato interamente in inglese, considerando anche la provenienza del cast (a cui si aggiungono Jim Sturgess, Donald Sutherland e Liya Kebede). Nonostante questo le ambientazioni, tranne Vienna e Praga, sono tutte italiane: Trieste, Milano e Alto Adige. Il thriller di Giuseppe Tornatore ha ottenuto, oltre ai principali riconoscimenti italiani, anche prestigiosi riconoscimenti esteri, come un European Film Award.

Suburra (2015)

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In poco tempo il film di Stefano Sollima è diventato un piccolo cult, ispirando anche l’omonima serie TV. Il soggetto proviene dal romanzo Suburra di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, anche sceneggiatori. Il cast vanta la partecipazione di alcuni dei più importanti attori nostrani del momento, come Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Elio Germano, Antonello Fassari e Giacomo Ferrara. Quest’ultimo, insieme a Borghi e ad Adamo Dionisi, hanno ripreso il loro ruolo anche nella produzione seriale targata Netflix.

Roma, in particolare il quartiere di Ostia, viene raccontata senza addolcimenti e con un cinismo necessario nei suoi lati più oscuri. La corruzione politica, l’eccesso di droghe, la prostituzione, la mafia locale e lo scontro tra bande sono temi che Sollima riesce a raccontare in modo sublime. Complici le ottime interpretazioni dei protagonisti e la fotografia di Paolo Carnera. Il film è stato premiato con due Nastri d’Argento, oltre ad aver ricevuto sei candidature ai David di Donatello.

La ragazza nella nebbia (2017)

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Pellicola che ha fatto conoscere al grande pubblico Donato Carrisi, vincitore del David di Donatello come regista esordiente. Thriller ben costruito, sceneggiato dallo stesso regista e che prende ispirazione da un suo romanzo omonimo scritto due anni prima. Una storia insomma molto sentita e messa in scena in diversi modi dall’autore. Il cast è eccellente, soprattutto trattandosi di un’opera prima: Toni Servillo, vincitore di un Globo d’oro per il miglior attore; Jean Reno, star francese di Lèon e Il codice Da Vinci e Alessio Boni, attore prolifico al cinema e in televisione.

L’ispettore Vögel (Servillo) deve indagare su un caso che riguarda una ragazzina di soli sedici anni, Anna Lou (Ekaterina Buscemi), scomparsa da un paesino delle Alpi. I principali sospetti ricadono inizialmente sul professor Martini (Boni), un suo insegnante. Ma il caso non è così semplice come appare, in quanto diversi altri personaggi sono inclusi nella vicenda. La pellicola ha ricevuto quattro candidature totali ai David di Donatello e Carrisi ha vinto un Globo d’oro per la miglior sceneggiatura.

Migliori thriller italiani: Dogman (2018)

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Dogman, l’ultimo film del pluripremiato regista e sceneggiatore Matteo Garrone è, nonostante la sua uscita recentissima, da considerarsi come uno dei migliori prodotti italiani degli ultimi tempi. Scritto dallo stesso regista, in collaborazione con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, riprende la storia del cosiddetto delitto del Canaro, l’omicidio del pugile e criminale Giancarlo Ricci. La trama, con il passare dei minuti, tuttavia si discosta molto dalla storia originale, tanto che Garrone ha ricevuto una richiesta di risarcimento da parte della madre del pugile.

Marcello Fiore (Marcello) ha ricevuto il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes e il premio per il miglior attore protagonista all’European Film Awards e ai Nastri d’argento. Il film ha quindi avuto una risonanza internazionale, finendo anche nella rosa delle possibili proposte straniere agli Academy Awards. L’avvincente storia di soprusi e violenza, vendetta, amore smisurato per gli animali e del fragile e corruttibile animo umano viene racconta da Garrone come una favola contemporanea, dall’esito amaro ma inevitabile. Nel cast spiccano anche Edoardo Pesce (Simone) e Adamo Dionisi (Franco), protagonista anche in Suburra.

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4 commenti

  • Emilia ha detto:

    Mi è piaciuto anomino veneziano. Un film che tocca le corse del cuore. Peccato che è mancato dopo una operazione chirurgica
    Ma il suo ricordo sarà sempre nel nostro cuore. Un grande attore lo ricorderemo per sempre. Pochi attori hanno il suo talento e la sua bravura. Peccato che vanno sempre via i più umani e i più bravi . Sono certa che sarà sempre ricordato a chi ama i bravi attori. Florian bolkan . Sarà sempre nel nostro cuore. Ora non c’è più nulla da dire. Solo che manca a tutti. Venezia è il palco di questa questa Venezia Un po’ delabre ma unica. Dicono che sprofondata ma mi pare che faranno molti lavori per salvarla. Una città unica arrivano sempre molti turisti per visitarla

  • Francisco Campus ha detto:

    Ciao Emilia, grazie per questo tuo toccante intervento. Il ricordo rimane indelebile nel cuore, così come le bellezze del nostro paese. Grazie per averci scritto, ci auguriamo che continuerai a seguirci 🙂

  • Saintjust ha detto:

    Se tra i migliori thriller italiani dagli anni 70 a oggi avete considerato degli “Suburra”, “Dogman” e compagnia bella, siamo messi male… Io, parere personale, mi sarei fermato agli anni ’80. Se ho ben capito il senso dell’articolo, e può benissimo essere che non sia così, la vostra lista tradisce quanto detto nell’introduzione: il mondo invidiava i nostri “thrilling” fine anni sessanta-settanta-inizio ottanta, prodotti che non hanno nulla a che vedere che “La migliore offerta” o “Dogman”; infatti in lista inserite “Non si sevizia un paperino” di Fulci… Ecco, quella sarebbe stata la strada da seguire inserendo i vari “Mio caro assassino”, “Torso”, “Tenebre”, i primi film di Bava (Mario), ecc, ecc….
    I thriller italiani post ’80 non li invidia, nè ricorda, purtroppo, più nessuno (“Shadow” del buon Zampaglione e in parte “Butterfly room” sono i migliori prodotti degli ultimi 20 anni imparentati con quel glorioso filone).

    • Francisco Campus ha detto:

      Gentile lettore, ti ringrazio per aver lasciato un commento e per seguire il nostro sito. Quello che dici è vero, ci sono molti titoli esclusi nella top, ma noi autori cerchiamo sempre di prendere in considerazione film di diverse epoche, per non focalizzarci solo su una determinata epoca o un singolo autore. La presenza di lavori come Dogman e Suburra è determinata da una scelta, che prende in considerazione il genere thriller e la sua evoluzione nel tempo. Infatti, come puoi vedere, l’articolo è diviso in base a diverse collocazioni temporali. Grazie ancora per il commento, continua a seguirci!

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